Federica Pellegrini, “La Divina” tra umanità e leggenda

Per 16 anni sempre sulla cresta dell’onda nonostante le avversità

Federica Pellegrini. 📷 Facebook | Federnuoto

L’acqua è il suo regno e l’ha ampiamente dimostrato. Federica Pellegrini, tra le più forti nuotatrici italiane di sempre, ha disputato la sua ultima finale olimpica gareggiando nella staffetta femminile. Mercoledì scorso aveva già affrontato la finale individuale nei 200 stile libero arrivando settima. Medaglia o no, Federica è entrata nella storia. Cinque finali in cinque Olimpiadi consecutive nella stessa gara, nessuno mai come lei. Tranne l’olimpionico più decorato della storia, Michael Phelps.

La Divina“, così soprannominata, è determinazione, potenza, energia e grinta allo stato puro dall’età di 15 anni. Inizia la sua carriera nel nuoto internazionale come staffettista ai mondiali di Barcellona del 2003. L’anno successivo sale sul secondo gradino del podio dei Giochi Olimpici di Atene diventando la più giovane atleta italiana ad aver conquistato una medaglia olimpica nelle gare individuali. Durante i Campionati Europei di Eindhoven, ottiene il suo primo record mondiale e solo pochi mesi dopo, nei Giochi Olimpici di Pechino 2008, conquista il primo oro olimpionico femminile nella storia del nuoto italiano.

Ma Federica non è solo sport e non ha mai avuto paura di svelare il suo lato umano e sensibile. In una lunga intervista ai microfoni di Maurizio Costanzo confessa i suoi timori, le sue gioie, i suoi momenti bui e la sua vita privata mettendo in risalto sia i suoi punti di forza che le sue fragilità. In quell’occasione dichiara di aver sofferto di ansia e attacchi di panico causati da pressioni fisiche e mentali. Non solo. La regina del nuoto racconta di aver lottato anche contro la bulimia: “per fortuna non è un problema durato tanto perché ho capito che mi stavo facendo del male e ho cercato subito un aiuto”. Le sue parole rappresentano un messaggio per tutti coloro che soffrono dello stesso disturbo e da quel momento ottiene un importante ruolo in ambito sociale come ambasciatrice di progetti sui disturbi alimentari.

Con impegno e determinazione riesce a superare le difficoltà. È avida di medaglie e sale sul gradino più alto del podio nei Campionati Mondiali di Roma del 2009 decretando due nuovi record del mondo. È all’apice della sua carriera sportiva quando subisce un ulteriore colpo basso con la morte inaspettata del suo allenatore, Alberto Castagnetti, che considerava un padre. “Queste cose ti portano via il cuore. Mi è crollato il mondo addosso, soprattutto umanamente ma anche sportivamente perché era il mio mentore e non sapevo più a chi affidarmi. Le sicurezze che mi aveva dato lui ho provato a cercarle per tanti anni” ha commentato anni dopo ricordando l’accaduto. Ma lei incassa, continua a gareggiare e sorprende tutti conquistando altre due medaglie d’oro ai Campionati Mondiali di Shanghai 2011.

Alle Olimpiadi di Londra 2012 ottiene due quinti posti e a quelle di Rio 2016 si classifica quarta. Per lei è una grande delusione, questi insuccessi rappresentano i peggiori risultati ottenuti nella sua carriera. Federica non finge davanti alle telecamere, non cerca di sembrare forte e sicura di sé e mostra invece tutta la sua fragilità: “Io sono nata competitiva. – dichiara ai microfoni dei giornalisti – Non è che io voglia proprio vincere, è che non voglio perdere, perché perdere non mi piace per niente”.

Arriva il giorno del riscatto: vince l’oro ai Campionati Mondiali di Windsor 2016 e, l’anno successivo, è di nuovo oro ai Mondiali di Budapest. Diventa la prima nuotatrice della storia a salire sul podio mondiale per ben 8 volte consecutive e viene denominata la “regina mondiale dei 200 stile libero”. A questo punto della sua carriera ha vinto tutto ciò che una nuotatrice può vincere. All’età di 32 anni ha collezionato 11 record del mondo, 11 medaglie mondiali tra cui 6 ori, un oro e un argento ai Giochi Olimpici, 15 medaglie europee tra cui 7 ori e un gran numero di medaglie negli altri campionati.

Perfezionista ed estremamente competitiva. Federica è diventata agli occhi di tutti una dea del nuoto restando però sempre umana. Con le sue vittorie e le sue sconfitte, ha rappresentato un esempio non solo per gli atleti, ma anche per coloro che al primo insuccesso tendono a perdere le speranze di farcela. Nel corso della sua lunga carriera in vasca, ci ha sicuramente insegnato che, bracciata dopo bracciata, boccata d’aria dopo boccata d’aria, lottando e impegnandosi assiduamente, si può ottenere il risultato che si desidera.

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