Allarme spiagge sarde: l’invasione silenziosa del fico degli Ottentotti

Fico degli Ottentotti (Carpobrotus acinaciformis)

È il protagonista in gran parte delle immagini che sponsorizzano le località costiere più suggestive della Sardegna. Con i suoi fiori vistosi, che variano dal rosa intenso (Carpobrotus acinaciformis) al giallo pallido (Carpobrotus edulis), il fico degli Ottentotti è senza dubbio una pianta molto decorativa ma pochi sanno che in realtà sia una presenza devastante, tanto da essere definita aliena.

Originaria del Sud Africa, introdotta sia come pianta ornamentale che per il consolidamento delle dune, è una specie succulenta appartenente alla famiglia delle Aizoaceae diventata comunissima nei nostri litorali grazie alle sue caratteristiche di propagazione e resistenza. Ha fusti molto lunghi e striscianti con i quali forma dei consistenti tappeti, estesi sino a 20 mq, foglie carnose a sezione triangolare che si elevano verso l’alto, dal profilo regolare nella specie edulis e a lama di coltello nella specie acinaciformis.

I fiori, molto appariscenti (sino a 12 cm), emanano un profumo dolce così come quello del frutto arrivato a maturazione. Esso attira un gran numero di animali, dagli uccelli alle formiche, che se ne cibano contribuendo alla dispersione dei semi.

Il frutto del Carpobrotus edulis è grosso e iridescente e a maturazione ingiallisce. Edibile anche per l’uomo, deve il suo nome proprio alla pratica di cibarsene degli Ottentotti. Ha numerosi principi curativi: come lenitivo per punture di insetti e meduse e per ferite e bruciature. Il succo estratto dalle foglie è un antibatterico per la gola, per lo stomaco e l’intestino.

Entrambe le specie, facilmente confondibili a prima vista, hanno forte adattabilità al suolo e alle condizioni climatiche: si propagano anche in situazioni estreme con suolo povero, forte vento, salinità e aridità diffondendosi rapidamente su vaste aree (circa 40 cm all’anno). Questa aggressività però esercita una grande competizione verso le specie tipiche delle zone dunali che soccombono, private dello spazio vitale, diminuendo a discapito della biodiversità.

In presenza del fico degli Ottentotti, le comuni specie psammofile si diradano: la salsola, il ravastrello, la violacciocca non riescono più a germinare in quel terreno dal pH modificato, reso tossico dai residui secchi dei suoi fusti. Tra queste anche il bellissimo giglio marino che non trova più il suo habitat naturale.

La sua invasione sta assumendo le dimensioni di un disastro ecologico, soprattutto per Sicilia e Sardegna dove è maggiormente diffuso, tanto da essere inserito nella lista delle specie aliene, invasive e pericolose a livello nazionale. Tutta la nostra fascia costiera ne annovera la presenza e in alcune di esse si sta già mettendo in atto una politica di eradicazione per preservare la vegetazione autoctona, a dimostrazione di come quella che appare come una bella pianta debba invece essere controllata e non dispersa in natura.

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