Lupi mutanti di Chernobyl: scoperta una resistenza al cancro che apre nuove speranze

Uno studio dell'Università di Princeton rivela mutazioni genetiche nei lupi della zona di esclusione che li proteggono dalle radiazioni

📷 Depositphotos

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A 38 anni dal disastro di Chernobyl, quello che fu l’inferno per migliaia di persone si è trasformato nel paradiso della fauna selvatica, una riserva naturale priva di esseri umani, ma contaminata da radiazioni dal 26 aprile 1986.

Laddove l’uomo non è più il benvenuto, la natura ha preso il sopravvento. Da quando Chernobyl e Pripyat sono state abbandonate, è stato notato un aumento della popolazione di lupi, cavalli selvatici, castori e altri animali. Tuttavia, le radiazioni hanno avuto un impatto sulle specie che popolano la cosiddetta zona di esclusione, come l’aumento di mutazioni genetiche su alcuni animali, tra cui i lupi.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Princeton, i lupi che abitano nella zona di esclusione di Chernobyl sembrano aver sviluppato una resistenza alle radiazioni. In particolare, avrebbero un sistema immunitario alterato, simile a quello dei pazienti affetti da cancro sottoposti a radioterapia.

Ancora più significativo, sono state identificate parti specifiche del genoma dei lupi “mutanti” che sembrano resistenti all’aumento del rischio di cancro.

Tuttavia, a causa della guerra russo-ucraina, lo studio è stato interrotto. Se la ricerca riuscirà ad andare avanti, potrà aiutare a identificare mutazioni protettive che possano aumentare le probabilità di sopravvivenza al cancro.

Fonte Agenzia DIRE.it

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