Dal museo all’acquario: Alghero celebra il Corallo Rosso del Mediterraneo, simbolo della città

Il Museo del Corallo di Alghero

Nella Sardegna nord occidentale, in provincia di Sassari, dinanzi a un mare color smeraldo e circondata da imponenti bastioni risalenti all’epoca medievale, con i segni tipici della dominazione catalana intatti, sorge la città di Alghero, stupendo borgo turistico noto anche per essere la capitale della Riviera del Corallo.

Alghero è infatti la città del corallo rosso, appartenente alla specie Corallium Rubrum, conosciuto fin dall’antichità come uno dei migliori di tutto il Mediterraneo ed apprezzato soprattutto per il suo colore rosso rubino.

Origine e classificazione del corallo. Le origini del corallo rappresentano un mistero. Secondo una leggenda, avrebbe avuto origine dal sangue della Gorgone, a cui Perseo aveva reciso la testa. Incerta è anche l’etimologia del nome, secondo alcuni deriverebbe dal greco koraillon, “scheletro duro”, secondo altri dall’arabo “garal” o dall’ebraico “goral”, indicando le pietre utilizzate per gli oracoli in diverse zone del Mediterraneo e del Medio Oriente, tra le quali c’erano appunto i coralli. Anche la classificazione del corallo ha provocato dibattiti nei secoli tra coloro lo consideravano un minerale e coloro che ritenevano fosse un vegetale. Fu il medico marsigliese Andrea Peyssonel, nel Settecento, a stabilire che il corallo appartenesse al regno animale

Simbologia e culto del corallo. In epoca preistorica, durante il Neolitico, il corallo veniva utilizzato non a scopo ornamentale ma come amuleto. Tutte le civiltà antiche gli attribuivano infatti poteri magici e terapeutici, dalla protezione del defunto nell’Antico Egitto, alla cura delle malattie presso i Greci e i Romani. Questi ultimi lo utilizzavano anche per la protezione dei neonati. Nella simbologia cristiana il corallo rappresentava invece il sangue di Cristo, ecco perché era presente in reliquie, quadri e nella pittura sacra.

La storia del corallo rosso in Sardegna e ad Alghero. La tradizione dell’uso del corallo risale a tempi molto antichi in Sardegna. Furono i Fenici ad introdurne l’uso, da essi infatti i sardi appresero le tecniche della pesca in generale e del corallo in particolare. Ma è soprattutto ad Alghero che questa tradizione è sentita, nello stemma della città è infatti raffigurato un ramo di coralloche fuoriesce dal mare, su una base di roccia. Ad Alghero viene denominato anche oro rosso proprio per la ricchezza che produce. Passeggiando per il quartiere storico è infatti possibile visitare tantissime botteghe artigiane che si dedicano alla lavorazione e alla vendita del corallo, spesso trasformato in bellissimi gioielli. Il corallo rosso è da sempre anche il protagonista dei gioielli usati dalle donne sarde quando indossano l’abito tradizionale, gli orecchini, le collane e in particolare le spille che chiudono le camicie e fissano lo scialle sono proprio di corallo rosso. Le raffinate tecniche di lavorazione del corallo sono dovute alla presenza ad Alghero di scuole di formazione degli artigiani del corallo. Negli anni 50 del ‘900 fu infatti fondata in città la Scuola del corallo, mentre oggi nell’Istituto statale d’arte è prevista proprio una Sezione del corallo.

La pesca del corallo rosso. Un tema delicato è quello della pesca del corallo rosso. Soprattutto nel corso dell’Ottocento tantissimi pescatori provenienti dalla Toscana, dalla Liguria e addirittura dalla Spagna, si recavano in Sardegna per concorrere con i sardi nella pesca dell’oro rosso, causandone un vero depauperamento, oltre ad ingenti danni all’ecosistema marino. Per questo motivo oggi la pesca del corallo è severamente regolamentata. L’attività di pesca può essere esercitata solo con l’uso della picozza e solo da parte di pescatori professionisti, in possesso dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione Sardegna, e che possono prelevare al massimo 2,5 kg di corallo al giorno. Può essere pescato solo corallo rosso con un diametro di base non inferiore a 10 mm, a una profondità non inferiore ai 50 metri e solo nel periodo consentito, quest’anno la stagione è cominciata il primo giugno e si concluderà il 30 settembre. Non è consentita la pesca nelle aree marine protette.

Il Museo del corallo di Alghero. Nella città algherese la cultura del corallo è talmente sentita che è presente un Museo del Corallo, all’interno di Villa Costantino, splendida villa in stile liberty situata poco fuori le mura della città. Nel museo è possibile ripercorrere la storia del Mediterraneo, della tradizione del corallo e conoscere le leggende legate all’oro rosso di Alghero. 

L’Aquarium Rubrum. Per celebrare il corallo, ad Alghero da pochi mesi è stato inaugurato l’Aquarium Rubrum, il primo acquario di corallo vivo in Italia aperto al pubblico tutti i giorni, con ingressi contingentati, allestito presso la Torre di San Giacomo. All’interno è possibile ammirare i vari esemplari di corallo rosso del Mediterraneo, tra cui il Corallium Rubrum, ma anche specie di corallo più rare, come l’Ocinebrina Paddeui, e persino piante di corallo nero.

Il corallo rosso in omaggio al Presidente Mattarella. Segno dell’importanza che il corallo rosso riveste per la città catalana è il fatto che sia stato dato in dono dal sindaco della città, Mario Conoci, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante le suo recenti vacanze estive ad Alghero. “Il nostro corallo, il Corallium Rubrum, la specie di corallo più pregiata del Mediterraneo, abbiamo voluto fosse al centro della visita del Presidente portando all’attenzione nazionale il simbolo della nostra città – ha affermato il Sindaco -. Una vetrina straordinaria per la cultura, per i nostri artigiani che lavorano con abilità straordinaria questa ricchezza inestimabile. Cultura e tradizione, la Riviera del Corallo, col suo stemma che ne porta il segno da secoli, è rappresentata fortemente, insieme all’ambiente, al territorio, tutti elementi ineguagliabilmente esaltati in questi giorni”.

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