Settimana lavorativa corta: lavorare meno, lavorare meglio?

Diversi Paesi stanno sperimentando la settimana lavorativa di quattro giorni, ma con lo stesso stipendio. Tra i vantaggi: meno stress, livelli di produttività più alti, più tempo per la vita privata

calendario settimana corta

Lavorare meno, lavorare meglio: è questo il concetto dietro la sperimentazione della settimana lavorativa di quattro giorni. Sono sempre di più i Paesi e le aziende che stanno pensando a una riduzione delle ore lavorative in favore di una settimana corta.

Tanti Paesi hanno introdotto la settimana lavorativa di quattro giorni per adattarsi al nuovo stile di vita imposto dalla società moderna anche in rapporto alla pandemia. Il covid, infatti, ha aggravato un problema che esisteva da tempo, cioè quello della conciliazione fra la vita privata e il lavoro. I lavoratori post-pandemia sono pronti ad una nuova normalità ed essere impegnati sul posto di lavoro quattro giorni a settimana potrebbe rappresentare una svolta.

Ma cosa si intende per settimana lavorativa corta? Anche se in alcune nazioni è stata introdotta già da alcuni anni, la settimana lavorativa corta rimane un concetto nuovo per la maggior parte delle aziende. In questo sistema, il dipendente lavora quattro giorni su sette, invece che cinque, mantenendo lo stesso stipendio. Se la settimana lavorativa è normalmente di 40 ore, diventa quindi di 32 ore settimanali e i giorni di riposo aumentano a tre.

Siamo sempre stati portati a pensare che lavorare di più significhi essere più produttivi ma gli studi negano questa considerazione. Un esempio è l’indagine condotta dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che ha riscontrato come lavorare più ore comporti una riduzione della produttività. I vantaggi della settimana lavorativa corta sono numerosi. Con questa modalità i lavoratori hanno più tempo libero a disposizione da dedicare a sé, alla famiglia, agli amici e alle attività di piacere. Lavorando meno ore, inoltre, i dipendenti avranno più tempo per recuperare le energie fisiche e mentali e negli orari di lavoro saranno più concentrati. Diversi studi hanno rilevato che la settimana lavorativa corta aiuta anche a combattere i casi di burnout (sindrome di esaurimento emotivo) che sono aumentati dopo la pandemia. Un altro vantaggio riguarda l’ambiente: recarsi a lavoro quattro giorni su cinque aiuterebbe a ridurre le emissioni di gas serra.

L’Islanda è il Paese che ha influenzato e ispirato gli altri nella sperimentazione. La settimana lavorativa di quattro giorni si è infatti rivelata un successo. Il primo test è stato svolto tra il 2014 e il 2019 e ha interessato operatori di assistenza all’infanzia e personale delle case di cura. Il secondo, effettuato tra il 2017 e il 2021, ha riguardato i dipendenti pubblici di diverse agenzie governative nazionali. Uno studio condotto nel Paese ha riscontrato che il benessere dei lavoratori è migliorato considerevolmente senza che si sia verificato un calo di produttività o danni alla qualità dei servizi.

Tra i Paesi che hanno introdotto la settimana lavorativa di quattro giorni c’è anche la Scozia. L’anno scorso il governo ha scelto di sostenere tutte le aziende disposte a sperimentare una riduzione del 20% dell’orario di lavoro dei loro dipendenti senza alcuna perdita di compenso.

Pure la Spagna ha voluto testare la settimana lavorativa breve. Nel 2021 il governo ha deciso di promuovere un progetto pilota per diminuire le ore lavorative da 39 a 32, lasciando gli stipendi immutati. Tra gli scopi principali: migliorare la salute mentale dei lavoratori e ridurre il rischio di burnout.

Il Belgio è l’ultimo tra i Paesi europei ad aver promosso la settimana lavorativa corta. I dipendenti possono chiedere la riduzione dei giorni lavorativi se lavorano più ore nella settimana corta e possono scegliere di modificare la ripartizione del monte ore lavorativo durante la settimana anche ogni sette giorni. In questo modo possono avvalersi della settimana lavorativa di quattro giorni al bisogno e tornare alla settimana tradizionale quando lo desiderano.

Ha abbracciato il cambiamento in ambito lavorativo anche il Regno Unito. Nel corso del 2022 saranno una trentina le società che parteciperanno ad un progetto pilota organizzato dall’associazione no profit “4 Day Week Global” con il fine di concedere un giorno libero in più ai lavoratori senza danneggiare la produttività.

Via alla sperimentazione da quest’anno anche negli Emirati Arabi. Si tratta del primo Paese al mondo ad aver introdotto la settimana lavorativa di quattro giorni e mezzo: si lavora dal lunedì al venerdì mattina. Oltre a sabato e domenica, i lavoratori avranno un’altra mezza giornata di riposo nel pomeriggio di venerdì.

Anche in Giappone, considerato territorio di orari di lavoro infiniti ed estenuanti, si sta facendo strada la riduzione dei giorni lavorativi, soprattutto per due motivi: ridurre lo stress e combattere la decrescita, ovvero le poche nascite. Quella giapponese può essere considerata una vera e propria rivoluzione perché è molto diffuso il fenomeno del “karoshi”, cioè la morte per il troppo lavoro.

E l’Italia? Nel nostro Paese lavorare quattro giorni alla settimana è ancora solo un’illusione. Sono rarissime le aziende che hanno introdotto la settimana lavorativa corta e si tratta solo di privati. Due esempi sono la Awin Italia e la Carter & Benson, imprese che con la pandemia hanno deciso di testare la riduzione delle ore di lavoro e verificarne gli effetti sulla produttività e il benessere dei dipendenti. Entrambe hanno constatato che con la giusta organizzazione hanno migliorato la salute psico-fisica dei dipendenti, ottenendo una crescita della produttività.

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