Spreco alimentare in Italia: +8%, con un costo di 290 euro a famiglia

Aumento preoccupante dello spreco alimentare in Italia, con gravi conseguenze economiche e sociali. Il 5 febbraio la Giornata nazionale di Prevenzione per sensibilizzare sul problema

📷 Depositphotos

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L’Italia si trova ad affrontare un problema crescente di spreco alimentare. Secondo il Rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International, nel 2024 lo spreco pro-capite è aumentato del 8% rispetto all’anno precedente, con una media di 80,9 grammi di cibo buttato via ogni giorno. Questo si traduce in un costo annuale di circa 290 euro a famiglia, pari a 126 euro pro capite.

Lo spreco è più diffuso nelle città e nei grandi comuni (+8%) e tra le famiglie senza figli (+3%). Le famiglie con basso potere d’acquisto sono quelle che sprecano di più (+17%), mentre il fenomeno è più marcato al Sud Italia (+4% rispetto alla media nazionale) e meno al Nord (-6%).

Lo spreco alimentare in Italia vale oltre 13 miliardi di euro, di cui oltre 7 miliardi a livello domestico. La distribuzione commerciale incide per circa la metà (quasi 4 miliardi di euro), mentre lo spreco in campo e nell’industria è molto più contenuto.

Il 5 febbraio si celebra la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. L’evento di quest’anno, intitolato “Make the difference. Stop #foodwaste”, si terrà a Roma presso lo Spazio Europa e sarà l’occasione per presentare il nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International con i dati del “Caso Italia” 2024.

L’allarme sociale

L’aumento dello spreco alimentare è legato all’incertezza generale e al caro vita. Il Rapporto Waste Watcher International analizza per la prima volta il livello di sicurezza alimentare in Italia usando l’indice FIES (Food Insecurity Experience Scale). I dati evidenziano un aumento del 280% di insicurezza alimentare rispetto alla media italiana tra le persone che si autodefiniscono “popolari” (oltre 5,7 milioni di persone).

Nuove abitudini alimentari

L’inflazione porta a nuove abitudini alimentari non sempre positive. Il 49% dei consumatori acquista cibo online, il 39% si butta sugli alimenti in promozione e il 38% decide di autoprodurre il cibo. Si privilegiano i discount (32%) e l’acquisto di cibo a ridosso di scadenza (32%). Perde terreno il cibo biologico (7%) e le grandi marche (11%).

Gli alimenti più sprecati

La frutta fresca è l’alimento più sprecato (25,4 grammi), seguita da cipolle, aglio, tuberi (20,1 grammi), pane fresco (20,1 grammi), insalate (13,8 grammi) e verdure (13,2 grammi).

Cosa fare per ridurre lo spreco alimentare

È importante sensibilizzare i cittadini sul problema dello spreco alimentare e fornire loro consigli pratici per ridurlo. La campagna Spreco Zero promuove diverse iniziative in questo senso, tra cui la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, il sito web sprecozero.it e l’app Too Good To Go.

Lo spreco alimentare è un problema serio che richiede un impegno collettivo per essere risolto. Istituzioni, aziende e cittadini devono collaborare per ridurre lo spreco e promuovere una cultura della sostenibilità.

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