Dai no vax ai no mask: l’evoluzione dei complottisti

Foto Antonio Cansino | Pixbay

Prima li si trovava al bancone dei bar a chiacchierare di teorie strampalate, nate chissà dove, raccontate dal famoso “cugino”, ora, invece, i complottisti popolano il web, facendosi strada tra i classici canali di formazione. Centinaia di blog, forum, pagine dei social sono interamente dedicate alle più fantasiose tesi, che vedono protagonisti terrapiattisti, rettiliani e, ovviamente, i famosi poteri forti.

Le tesi cospirative hanno iniziato a diffondersi molto tempo fa, già prima delle congetture sull’assassinio del Presidente Kennedy o del primo allunaggio. La nostra epoca, però, ha visto un vero e proprio boom di questa particolare corrente: Internet ha aiutato le teorie a diffondersi e ad attecchire, acquisendo un potere sempre maggiore. Molte di esse, per quanto possano sembrare assurde, sono fondamentalmente innocue: credere che la terra sia piatta o che al mondo esistano degli alieni travestiti da umani, in fondo, non reca nessun danno. Il discorso però cambia quando il complotto tocca temi molto più importanti, come la sanità.

Gli antivaccinisti e i negazionisti: i complotti sanitari

In questi anni ha acquisito visibilità il movimento dei No Vax. Questa ideologia in Italia inizia a prendere piede nel 2017 con il ripristino dell’obbligatorietà vaccinale, visto come un abuso di potere. Le tesi antivacciniste si basano su delle accuse dimostrate infondate: tra le più importanti troviamo la correlazione tra vaccini ed autismo, teoria già ampiamente smentita; e l’uso del Thimerosal, un composto contenente mercurio, che è stato rimosso agli inizi del 2000.

Come se una pandemia non fosse già abbastanza, il 2020 ci ha regalato anche i No Mask e i negazionisti. Anche loro, come i No Vax, si allontanano dalle fondamenta scientifiche, basandosi su delle opinabili tesi che hanno come fondamento il pensiero unico della “dittatura sanitaria”. Questa teoria vede il Covid come una scusa utilizzata per fini politici e propagandistici per un controllo sulla popolazione. Non tutti i No Mask negano l’esistenza del Coronavirus, ma anche in questi casi non ne viene riconosciuta la pericolosità, diffondendo così delle informazioni che possono diventare nocive per l’intera comunità, come il fatto che le mascherine causino dei seri problemi di salute.

Foto Mohamed Hassan | Pixbay

Chi sono i complottisti

Da BigPharma a QAnon, fino ai microchip sottocutanei e al 5G ce n’è per tutti i gusti, ma queste teorie che cos’hanno in comune?

I complottisti rientrano in un target eterogeneo, ma sembra siano le persone adulte quelle che rimangono più ammaliate dalle tesi complottistiche. In passato si provava rispetto verso coloro che possedevano un titolo di studio ma, in nome di una “libera informazione”, oggi sembra che chiunque abbia un accesso ad Internet possa sostituirli, diventando così tutti virologi, economisti, dottori, o statisti.

È chiaro come in sottofondo vi sia un bisogno di essere i detentori di una verità nascosta, come se la realtà non fosse abbastanza. L’avvento degli smartphone e dei computer hanno in parte sdoganato l’idea che la TV e i giornali fossero dei canali di comunicazione facilmente controllabili, perciò la rete diventava l’unica via per conoscere la realtà dei fatti. I Millennial e la Gen Z sono le generazioni che hanno sentito meno questo cambiamento, ecco perché sono meno soggette ad essere conquistate dalle teorie del complotto.

Alcuni studi hanno evidenziato come alla base dei complotti ci siano la disinformazione e la mancanza di consapevolezza. Questi due fattori rendono le persone più “vulnerabili”, ma è anche vero che non si tratta di individui alla ricerca della verità in quanto tale: il desiderio principale è quello di avere conferma del proprio pensiero, secondo la tacita regola del “se qualcuno l’ha scritto, un motivo ci sarà”.

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