Tutti i canali di informazione sono concentrati nel tenere aggiornata la popolazione sulle novità che riguardano il nuovo Coronavirus, ma intanto i ricercatori continuano in sordina con la loro attività nei tanti settori della medicina.
Una nuova scoperta molto interessante arriva dalla scuola di medicina della Johns Hopkins University degli Stati Uniti: precise molecole di RNA possono ricostruire la nostra pelle. Si tratta di un meccanismo già noto per la sua efficienza nel caso dei roditori.
Lo studio pubblicato sulla rivista internazionale “Nature Communicatons” descrive i frammenti di RNA a doppia elica non codificante, comunemente detti RNA liberi, che riescono a dare impulso alla rigenerazione dei follicoli piliferi in seguito ad una ferita. È lo stesso meccanismo rigenerativo già conosciuto nel caso di roditori che hanno subito un danneggiamento cutaneo, ad esempio a seguito di scontri con i loro simili.
I componenti del gruppo di lavoro hanno dichiarato che il dsRNA (ossia una porzione di materiale genetico a doppio filamento) viene rilasciato nel sito ferito dalle stesse cellule danneggiate. Alla conclusione sono giunti dopo avere eseguito delle biopsie su pazienti di sesso femminile che si erano sottoposte a trattamenti laser di modellamento e ringiovanimento della pelle, localizzati sulle braccia e sul viso e tutte avevano un’età media di 55 anni.
Stando a quanto riporta Superbelle sono sedute che sfruttano la radiofrequenza per riscaldare il tessuto in profondità: il led infrarosso agisce sugli strati più superficiali della pelle, seguito dal massaggio con olio di Argan per un drenaggio linfatico. Si può modellare il corpo anche con creme anticellulite e rassodanti per eliminare l’epidermide flaccida, spesso mascherate con abbronzanti, intervenendo anche su smagliature e macchie con preparati antiaging.
Gli scienziati accademici si sono concentrati sull’espressione dei geni contenuti nei campioni, arrivando a comprendere il ruolo decisivo del dsRNA per la produzione dell’acido retinoico in maniera naturale da parte dell’organismo. Infatti, dopo le sedute con il laser sono stati riscontrati livelli molto più alti dei geni relativi.
Da queste risultanze si è deciso di procedere all’esperimento in laboratorio, andando a trattare con il dsRNA delle cellule della pelle danneggiate artificialmente con quel tipo di sostanza. Per di più con l’acido retinoico non è assolutamente nuovo al mercato, in quanto si trova già in svariati prodotti commercializzati per combattere l’acne e altri inestetismi dermatologici senza che nessuno avesse coscienza di questa potenzialità.
Le conclusioni di tutto questo lavoro sono di portata rivoluzionaria perché possono condurre alla predisposizione di nuove terapie o strategie di cura per attenuare o far scomparire difetti della pelle più lievi come le rughe, le smagliature o piccole cicatrici, ma anche problemi molto più seri come nel caso di gravi ustioni o cicatrici di seria entità.
Nel frattempo la medicina italiana non è stata a guardare, mettendo a punto una nuova tecnica neurochirurgica “made in Sassari” per in casi di lacerazione della dura madre a seguito di complicanze degli interventi di chirurgia alla colonna vertebrale.