Disturbi alimentari: cosa sono e qual è la situazione in Italia

Sono 3 milioni le persone, sempre più giovani, che nel nostro Paese soffrono di DCA e i casi hanno registrato un’impennata con la pandemia. Il governo ha recepito l’allarme e ha stanziato un fondo di 25 milioni

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Anoressia, bulimia, binge eating, e non solo. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi dell’alimentazione sono patologie contraddistinte dall’alterazione delle abitudini alimentari e da una smodata preoccupazione per il proprio peso. Si tratta di problematiche complesse che coinvolgono l’individuo sia a livello mentale che fisico e che, se non trattate in tempi adeguati e con metodi idonei, possono cronicizzarsi e portare persino alla morte.

I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED). Esistono, inoltre, alcune patologie correlate, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sotto soglia, categoria usata per descrivere i pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente rilevante, non soddisfano i criteri per una completa diagnosi.

Comprendere cosa si nasconda dietro un disturbo dell’alimentazione non è semplice. Gli studiosi ritengono che il modello multifattoriale sia il più adatto a spiegare la comparsa di queste patologie. Bambini, ragazzi, adulti: tutti possono soffrirne, ma si manifestano per lo più durante l’adolescenza e colpiscono prevalentemente il sesso femminile. Tra i comportamenti tipici di un disturbo alimentare ci sono il digiuno, la provocazione del vomito, le crisi bulimiche, la limitazione nell’assunzione del cibo, l’utilizzo di lassativi e lo svolgimento di una pesante attività fisica. Coloro che ne soffrono vedono la propria vita frantumarsi perché vengono limitate le loro capacità relazionali, sociali e lavorative: andare a mangiare una pizza con gli amici o ricevere un invito per un matrimonio o per una festa diventano motivo d’ansia e tutto ciò che sembrava normale e scontato diventa una preoccupazione.

Qualche dato: secondo la SISDCA (Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare), sono 3 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari in Italia. La maggior parte, il 70%, sono adolescenti. Come abbiamo visto, nonostante siano affetti da tali disturbi anche gli uomini, il sesso più colpito è quello femminile che rappresenta il 95,9% dei casi. È difficile stabilire precisamente quale sia l’incidenza delle diverse tipologie di disturbi alimentari, ma secondo uno studio di Hay et al. del 2017, l’anoressia rappresenterebbe l’8%, l’ARFID (disturbo della restrizione/limitazione del cibo) il 5%, il disturbo da alimentazione incontrollata il 22%, la bulimia il 19% e gli altri disturbi specifici dell’alimentazione o della nutrizione (OSFED) il 47%.

Uno studio del Massachusetts General Hospital ha rivelato che la maggior parte dei pazienti guariti sta bene anche 20 anni dopo. Dai disturbi dell’alimentazione si può quindi guarire ma purtroppo si muore ancora anche a causa della mancanza di strutture ospedaliere adatte. In Italia, ogni anno muoiono quasi 4.000 persone a causa dei DCA. Il servizio pubblico non è preparato ad accogliere i malati: le strutture sono poche e le liste d’attesa lunghissime. I centri specializzati (circa 146 in tutto il Paese), inoltre, si concentrano al nord. Chi soffre di tali patologie si vede spesso costretto a spostarsi di regione e sono tanti coloro che non hanno le possibilità economiche per rivolgersi a strutture private. Inoltre, è frequente che i disturbi non vengano diagnosticati per mancanza di formazione specialistica da parte dei medici. Secondo l’Osservatorio epidemiologico del Ministero della Salute, ben il 40% dei casi non viene riconosciuto.

La pandemia ha ulteriormente peggiorato la situazione nel nostro Paese procurando solitudine e depressione. Sulla base dei dati della SISDCA, i casi di disturbi alimentari sono aumentati del 30% e c’è stata una crescita pari al 50% di richieste di prima visita. Altro fattore che continua ad influire sono i social media. Questi, infatti, sono il principale canale di trasmissione di un’ideale di bellezza fondato sulla magrezza e sono distributori quotidiani di immagini di corpi presentati come “perfetti”. Sono numerosi gli studi che rilevano un forte legame tra esposizioni ai media, insoddisfazione per il proprio corpo e conseguenti disturbi alimentari.

Qualcosa però in Italia si è smosso. Il 21 dicembre è stato votato al Senato un emendamento che istituisce un fondo presso il Ministero della Salute per contrastare i disturbi alimentari di 25 milioni di euro per il 2022 e il 2023. Inoltre, il Ministero della Salute ha deciso di individuare la specifica area nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Prima le prestazioni erano inserite nell’area della Salute Mentale.

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