Via libera alle misure sulle liste d’attesa, cosa prevedono gli interventi del Governo

Tra le novità un Registro nazionale per le segnalazioni dei cittadini, esami per la diagnostica di primo livello disponibili negli studi dei medici di famiglia e alcune prestazioni anche in farmacia

📷 Depositphotos

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Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge per contrastare le lunghe attese per visite specialistiche, esami e ricoveri. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha presentato il provvedimento in conferenza stampa, sottolineando che si tratta di un piano concreto con misure di garanzia per le prestazioni sanitarie e risorse dedicate per gli aspetti operativi.

Approvato anche un decreto-legge con “Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”.

Al centro delle nuove disposizioni del ddl, composto da 15 articoli, c’è il potenziamento del ruolo del medico specialista, a cui viene affidato il compito di inquadrare correttamente il problema del paziente già dalla prima visita, indicando il sospetto diagnostico e la priorità della prestazione. In questo modo, si garantisce un percorso diagnostico più rapido e mirato, evitando inutili esami e visite multiple.

Ma le novità non si fermano qui. Per ridurre drasticamente le liste d’attesa, il Governo punta su un piano nazionale, con una cabina di regia a livello centrale presieduta dal Ministro della Salute. Obiettivo: superare le disuguaglianze regionali e garantire a tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono, un accesso equo e tempestivo alle cure.

Un ruolo fondamentale sarà svolto anche dal monitoraggio costante attraverso un registro nazionale delle segnalazioni dove i cittadini potranno denunciare eventuali disservizi. Un modo per tutelare i pazienti e per spingere le strutture sanitarie a migliorare la qualità dei servizi offerti.

Ma come si faranno fronte alle carenze di personale? La risposta arriva da un ampliamento del ventaglio di professionisti a disposizione. Si potranno infatti assumere medici specialisti ambulatoriali interni per recuperare le liste d’attesa, con un compenso orario fino a 100 euro. Aumenta inoltre la possibilità per gli specializzandi di svolgere incarichi libero professionali presso le strutture del SSN, con un impegno massimo di 10 ore settimanali.

Per le aziende ospedaliere universitarie che lottano contro le carenze di organico, arriva la possibilità di stipulare contratti a tempo indeterminato con medici e personale sanitario.

E non solo: alcune prestazioni potranno essere erogate anche in farmacia e laboratori convenzionati, a patto che il personale sia adeguatamente formato.

Ma il vero cambio di passo arriva dalla riorganizzazione della rete dei laboratori, con l’obiettivo di potenziare l’offerta di assistenza territoriale, soprattutto nelle aree più disagiate.

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