Il dentista risponde: denti sensibili, come fare?

📷 Adobe Stock | Ljupco Smokovski

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La sensibilità al caldo e al freddo dei denti è un sintomo che riscontro molto di frequente tra i miei pazienti. Le cause, come vedremo, possono essere molto diverse tra di loro ma tutte vanno a determinare l’esposizione della dentina – la struttura portante del dente -, che racchiude la polpa con le terminazioni nervose, che se stimolate causano quindi quel fastidio, disagio e dolore che si sintetizza con “ho il dente sensibile”.

La naturale difesa della dentina è il famoso smalto, che è guardiano dello strato sottostante, più delicato e attaccabile. Lo smalto può essere indebolito e perfino annichilito da una serie di comportamenti scorretti da parte della persona, come uno spazzolamento errato (che provoca effetti abrasivi), oppure l’introduzione nel cavo orale di sostanze acide (che erodono la dentina) oppure con la mancata cura di patologie come la parodontite (conseguenza, ad esempio, di una scorretta o assente igiene orale) e infine come risultato di funzioni scorrette, come il bruxismo – digrignamento – che anch’esso genera una lenta ma costate erosione dei denti, esponendo la dentina.

Una volta indebolito o spazzato via lo smalto, la dentina viene portata allo scoperto e risponde subito alle sollecitazioni esterne come bevande e cibi freddi (causando dolore più o meno forte), per il contatto con sostanze agrodolci, oppure il tocco (per esempio dello spazzolino) oppure, nelle situazioni più gravi, persino dell’aria fresca inspirata dalla bocca per respirare.

Ok, perfetto. Ma cosa possiamo fare per superare questo problema? Innanzitutto, una volta riscontrato il sintomo di iper-sensibilità e verificato che questo non accade saltuariamente, ma in maniera costante e localizzata, è bene rivolgersi subito ad un odontoiatra per svolgere un’anamnesi per escludere eventuali altre patologie ed individuare le cause di disfacimento dello smalto.

Riallacciandomi ad uno dei miei precedenti articoli, la moda sempre più diffusa di assumere acqua e limone in maniera massiccia per i suoi presunti effetti benefici ad ampio raggio, provoca al contrario in bocca una serie di disastri corrosivi dovuti all’alta acidità dell’agrume.

Una volta individuata l’origine del problema, si passa alle terapie in studio, mediante l’intervento diretto sui tubuli dentinali con soluzioni o gel da applicare nelle aree interessate, con l’utilizzo di resine o adesivi che andranno a proteggere la dentina, o ancora con la laserterapia associata al fluoruro di sodio.

Anche a casa, però, bisogna collaborare: il vostro dentista o igienista vi consiglierà gli opportuni dentifrici e/o collutori specifici per denti sensibili a base di nitrato di potassio e fluoruro stannoso, indicandovi anche le corrette procedure di spazzolamento e di utilizzo del filo interdentale o scovolino per prevenire infiammazioni parodontali, che possano dare origine alla recessione gengivale.

Un altro ausilio, questa volta per i bruxisti, è il bite. Questo evita che i denti continuino a digrignare usurandosi tra loro, limitando i pesanti effetti erosivi che si determinano durante la notte.

A livello preventivo, oltre a quanto detto fino ad ora, è bene stabilire delle visite di controllo annuali – in alcuni casi persino semestrali – con il dentista o l’igienista, in modo da garantire una buona igiene orale e un monitoraggio del cavo orale prima che alcuni comportamenti o abitudini scorrette possano determinare l’insorgere di questo problema, che poi richiederebbe più cure, tempo ed energie per essere risolto.

Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.

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