Martedì scorso, un volo Singapore Airlines da Londra a Singapore ha vissuto momenti di terrore, quando un improvviso e violento episodio di turbolenza ha causato ferite a diversi passeggeri e membri dell’equipaggio.
L’incidente è avvenuto alle 9:42 ora italiana, circa dieci ore dopo la partenza da Londra, mentre il Boeing 777-300ER con 211 passeggeri e 18 membri dell’equipaggio si trovava sopra il sud del Myanmar.
Secondo gli esperti, l’aereo si è trovato in una situazione pericolosa a causa di una rapida e inaspettata corrente ascensionale all’interno di una cella temporalesca. I piloti, non avendo avuto il tempo sufficiente per reagire, si sono trovati in balia di una turbolenza estrema che ha causato il caos a bordo.
Quanto accaduto è solo l’ultimo episodio di turbolenze che mettono a rischio la vita dei passeggeri. Il più recente caso italiano, ad agosto 2023, sulla tratta Milano-Atlanta.
La domanda, in questi casi, sorge spontanea: le turbolenze sono davvero pericolose? Per rispondere, è necessario innanzitutto comprendere cosa s’intende per “turbolenza”.
Partiamo però da un assunto: l’aereo è il mezzo di trasporto più sicuro al mondo. Sono le statistiche a dirlo. Trasformando i numeri in probabilità, una ricerca dell’Università di Harvard, riportata da Focus, ci dice che c’è una possibilità su 11 milioni di perdere la vita durante un volo, una su 185.000 che ciò avvenga in automobile, una su 10.000 in bicicletta e addirittura una su 5.000 in moto.
Ma cosa sono le turbolenze? National Geographic Italia spiega che “si tratta di caotici e irregolari vortici d’aria che, a causa di forze diverse, alterano la normale calma del cielo. Se vi è mai capitato di osservare un filo di fumo che sale tranquillamente e all’improvviso si divide in tanti piccoli vortici irregolari, allora ne avete vista una”.
Secondo la rivista scientifica “proprio come le onde che si infrangono sul lungomare, anche l’aria forma delle onde quando incontra le catene montuose: in parte supera le montagne e prosegue in modo uniforme, mentre in altra parte si accumula contro le montagne stesse e non può fare altro che salire verso l’alto. Queste “onde orografiche” (od onde di montagna) possono propagarsi sotto forma di ampie e leggere oscillazioni nell’atmosfera, oppure possono dividersi in numerose correnti tumultuose che chiamiamo appunto turbolenze”.
National Geographic risponde citando Robert Sharman, esperto di questi fenomeni e ricercatore per il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti (NCAR): “Sebbene le previsioni meteo e i rapporti dei piloti siano utili per evitare le zone di turbolenza, si tratta di strumenti non abbastanza efficaci. I modelli metereologici non sono in grado di prevedere le turbolenze a livello del singolo aeroplano e i piloti spesso sbagliano a segnalarle con uno scarto di diverse decine di chilometri”. Presso l’NCAR, Sharman sta lavorando dal 2005 per realizzare strumenti più precisi che individuino le turbolenze a brevissimo termine (con il cosiddetto “nowcasting”)”.
Cosa fare in caso di turbolenze? NG risponde con un’altra fonte: “Heather Poole, assistente di volo e autrice del libro Cruising Attitude, consiglia di volare di mattina presto e di sedersi nei posti più avanti possibile. Le turbolenze si avvertono maggiormente sul retro dell’aeroplano. Tenete la cintura allacciata anche quando la spia è spenta – aggiunge Poole – perché averla anche un po’ allentata vi impedirà di sbattere la testa sulle cappelliere. Non tentate di dare la mano ai bambini da una parte all’altra del corridoio né di restituire il caffè al personale di bordo che sta cercando di sistemare gli oggetti liberi. Inoltre, avvertite gli assistenti di volo della vostra tendenza ansiosa: sapranno come prendersi cura di voi”.
In definitiva, quanto sono pericolose? La risposta più semplice da dare è: poco. Gli aerei sono progettati apposta per essere in grado di affrontare questo tipo di fenomeni atmosferici. Ogni giorno migliaia di aerei affrontano vortici d’aria senza alcun problema e i passeggeri, a parte qualche leggero fastidio, non ne risentono.
Fonte Agenzia DIRE.it