Crimini di guerra: cosa sono, le sanzioni e chi li giudica

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina e le atrocità commesse dai soldati, si è tornati a parlare degli atti illegali compiuti durante un conflitto. Vediamo meglio cos’è un crimine di guerra

📷 Adobe Stock | Meysam Azarneshin

La guerra è senza dubbio un avvenimento tragico che provoca morte e devastazione. Ma non è vero che “in guerra tutto è lecito”, anche nel corso dei conflitti esistono delle regole da rispettare e chi non le osserva commette un crimine di guerra, un reato perseguito dal diritto internazionale. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le immagini delle fosse comuni e dei civili riversi a terra nella cittadina di Bucha, si sta riparlando di crimini di guerra. Ma cos’è un crimine di guerra?

Secondo il diritto internazionale, cioè l’insieme di norme applicate dall’intera comunità internazionale, il crimine di guerra è un atto che trasgredisce le leggi del diritto bellico e chi lo compie è a tutti gli effetti un criminale di guerra. Si tratta di una violazione commessa contro i civili nel contesto dei conflitti armati e si verifica quando si infligge una sofferenza non necessaria al nemico. Anche se può sembrare un concetto singolare, la guerra è considerata “legale” solo quando vengono rispettate le regole sancite dal diritto bellico (dal latino “bellum”, “guerra”), un insieme di codici che regolamentano il comportamento adottato dagli Stati coinvolti in una guerra. Tali norme sono state emanate basandosi sui principi di rispetto e tutela della dignità e della vita umana.

Tra le orride azioni considerate crimini di guerra troviamo quelle contro persone protette (civili, personale umanitario e volontari), contro beni protetti (musei, monumenti, edifici civili e ospedali), crimini compiuti con l’uso di mezzi vietati (come le armi chimiche e batteriologiche) e metodi di combattimento vietati (ad esempio, usare i civili come scudi umani o interrompere i rifornimenti alimentari del nemico).

Il concetto di crimine di guerra può dirsi abbastanza recente, infatti, prima della Seconda guerra mondiale tutte le atrocità commesse durante le guerre venivano giustificate dalla circostanza. Ciò portò terribili mostruosità, come ad esempio lo sterminio della popolazione ebrea nei campi di concentramento. Al termine del secondo conflitto mondiale le varie nazioni iniziarono a stabilire organi e leggi per porre dei limiti. Tra i più importanti processi per crimini di guerra ricordiamo il processo di Norimberga contro i nazisti, il processo ai criminali di guerra giapponesi durante la Seconda guerra mondiale, il processo per i crimini commessi dai leader serbi nella guerra dell’ex Jugoslavia e il processo per la guerra civile in Ruanda.

Oggi, dopo decenni di lavori e contrattazioni terminati con l’approvazione dello Statuto della Corte Penale Internazionale (detto anche Statuto di Roma) nel 1998, è la Corte penale internazionale dell’Aia il tribunale che ha il ruolo di giudicare i crimini internazionali che violano i codici di condotta bellici. Possiede una funzione simile anche la Corte internazionale di giustizia dell’Onu: si tratta però di un organo a sé che valuta l’operato dei Paesi e non dei singoli individui.

Mentre nel 1946 i nazisti giudicati colpevoli dei capi d’accusa più gravi vennero condannati a morte, oggi invece la pena massima prevista dal Tribunale dell’Aia per i crimini di guerra è l’ergastolo, ossia la reclusione a vita. A questa pena la Corte può poi aggiungere provvedimenti di natura economica. Inoltre, a differenza di quanto avviene in altri ambiti giuridici, l’imputato può essere processato solo se è presente fisicamente in aula.

Ma perché si parla di crimini di guerra in riferimento all’operato di Putin? La Russia è accusata di aver bombardato edifici che ospitavano civili (come il tetro, le scuole e gli ospedali, tra cui quello di Mariupol) e ucciso intenzionalmente cittadini ucraini (come dimostrano le testimonianze provenienti da Bucha). In tanti hanno accusato il presidente russo di essere un “criminale di guerra” anche a causa degli strumenti utilizzati dal suo esercito, ovvero le bombe a grappolo e quelle termobariche.

A inizio marzo la Corte penale internazionale ha aperto un’inchiesta per esaminare presunti crimini di guerra commessi dall’esercito russo. Il 30 marzo l’ipotesi è stata presentata anche dall’Alto commissario delle nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet. Nel caso in cui le prove dovessero confermare le accuse, il leader Vladimir Putin potrebbe venir accusato di crimini di guerra e di conseguenza rischiare l’ergastolo. Gli esperti di diritto e politica internazionale però sono scettici riguardo tale evenienza e reputano scenario improbabile perché il presidente potrebbe essere processato solo se arrestato e condotto davanti al giudice.

Di recente, inoltre, anche l’esercito ucraino sembra essersi macchiato di reati internazionali a causa di comportamenti disumani attuati nei confronti dei soldati russi prigionieri.

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