Nella splendida cornice naturale dell’ampio terrazzo trachitico che si affaccia sulla valle del Temo, nel nord ovest della Sardegna, il CEAS Monte Minerva occupa quella che un tempo era la tenuta di caccia dei nobili Diez, nella località omonima. Frequentata in passato dai Savoia, ora ospita laboratori, aule didattiche e sala convegni, mentre la casa padronale, trasformata in locanda, permette corsi residenziali per scuole e turisti.
Affidato dal Comune di Villanova Monteleone all’associazione Le Cicale, il Centro, offre servizi educativi con strumenti innovativi e attività ludico-emotive da effettuare sia in classe che all’aperto. Con passeggiate sensoriali nel bosco alla ricerca di colori e profumi, laboratori creativi in aula sui materiali di scarto, si stimolano gli alunni verso un naturale senso del rispetto della natura. Tra le peculiarità riconosciute al Centro vi è quella di proporre agli utenti contenuti educativi in modo accattivante ed efficace, e ne è esempio il gioco Tutti in tavola, dove, affidandosi alla fortuna e alle proprie capacità di mimare, disegnare o rispondere alle domande, si affronta il tema del mangiar sano e sostenibile, promuovendo un consumo rispettoso dell’ambiente.
L’intera area è inserita da tempo nel progetto europeo Natura 2000 e area SIC per il paesaggio caratteristico e il pregio naturalistico. Il patrimonio archeologico annovera, nei dintorni del CEAS, quattro domus de janas con ambienti pluricellulari ed una protome taurina di età nuragica scolpita all’ingresso di una di queste. La querceta domina i suoi versanti con sughere, lecci e roverelle secolari e il tipico sottobosco con ginestre, eriche e ciclamini, e essenze endemiche quali la Morisia monantha e il Crocus minimus. Sono numerose le specie animali di grande interesse comunitario come il gatto selvatico, il topo quercino, la volpe, la martora, l’astore sardo e lo sparviere oltre che la maestosa aquila reale. Tra le falesie è ancora possibile avvistare il grifone, oggetto di recupero e reintroduzione col progetto Life che prevede la liberazione di alcuni esemplari donati da Spagna e Olanda in uno degli ambienti storicamente frequentati.
Il vecchio giardino della tenuta è invece affidato all’Agenzia Forestas, nell’ambito degli interventi di salvaguardia e recupero ambientale, e ospita un vivaio forestale e la ricostruzione di un’area unica in Sardegna: l’antico roseto. Creato nel progetto di valorizzazione del territorio e con l’idea di testimoniare la presenza umana dal Medioevo ad oggi attraverso le rose antiche, tra geometrie di siepi di ligustro, secondo i canoni del giardino all’italiana, ospita diverse varietà di rose di epoca storica, dalla più antica Gallica versicolor a quelle inglesi e cinesi dei nostri tempi. Nei Weekend delle rose, negli ultimi due fine settimana di maggio, si può usufruire della visita guidata e partecipare ai laboratori a tema.