L’Ecomuseo del Vernaccia di Oristano. Storia di un vitigno e di un vino

Vernaccia. 📸 Adobe Stock | Antonio Truzzi

📸 Adobe Stock | Antonio Truzzi

È un viaggio iniziato più di 3000 anni fa quello della viticoltura e della vinificazione in Sardegna. A testimoniare tali antiche e nobili origini (che affondano le loro radici nell’epoca nuragica), sono stati i ritrovamenti di resti di vinaccioli in alcuni siti archeologici, come Sa Osa a Cabras e Duos Nuraghes a Borore. Grazie alle analisi condotte sui semi dell’uva, oggi gli studiosi considerano – praticamente all’unanimità – la vernaccia come un vitigno autoctono. Ed è proprio di vernaccia che vogliamo parlare.

Si tratta di un vitigno a bacca bianca, il cui vino – dal colore giallo ambra – racchiude i sapori e i profumi dei fiori di mandorlo. A produrre la Vernaccia sono sette aziende (tutte nel territorio di Oristano), per un totale di 300 ettari coltivati. Non solo è uno dei vitigni più antichi dell’isola, ma la nostra vernaccia è anche la prima DOC sarda (datata 1971) che, proprio quest’anno, ha compiuto 50 anni. Il percorso di riconoscimento e affermazione di questo vitigno e del vino derivato, però, non è stato affatto privo di difficoltà. Sul finire del 1800, tutte le viti d’Europa furono colpite da una dura crisi, originata da un parassita: la fillossera. Tale crisi si risolse sul finire del secolo. Anche la vernaccia di Oristano non fu immune a questo problema e si riprese pian piano, ma, dopo un aumento della produzione nel secondo dopoguerra e la conquista della DOC, negli anni ‘90 iniziarono periodi bui. Il vitigno e il relativo vino caddero nel dimenticatoio, un po’ a causa del disinteresse dei consumatori (attratti dalla maggiore disponibilità di prodotti diversi sul mercato) e un po’ a causa degli elevati costi di produzione.

Ora, la vernaccia di Oristano è tornata sul piede di guerra, anche grazie alle iniziative di rilancio dell’Ecomuseo.

L’Ecomuseo del Vernaccia è un’associazione culturale nata tre anni fa dall’impegno di Davide Orro, a capo della cantina Orro di Tramatza. L’obiettivo del progetto è quello di ri-valorizzare un prodotto che affonda le sue radici nella storia sarda, ma che fatica a imporsi sul mercato.

Tour di scolari e turisti, visite alle cantine e alle vigne, esposizioni di oggetti e reperti che raccontano la storia dell’isola attraverso un’uva (e un vino): tutto questo parte da un luogo d’eccezione, Casa Enna, sede dell’Ecomuseo a Tramatza. La vernaccia è apprezzata dagli enologi per le sue proprietà organolettiche, il suo sapore sottile e caldo e l’inconfondibile retrogusto di mandorle amare. Grazie ai progetti portati avanti dall’Ecomuseo, questo vino e il suo vitigno – che sanno così tanto di Sardegna – stanno ottenendo l’attenzione che si meritano. Il metodo di maturazione, che viene attuata in botti scolme per favorire la formazione del lievito flor in superficie, è solo una delle particolarità di questo prodotto straordinario. Per scoprire le altre non resta che lasciarsi portare a spasso dalle iniziative dell’Ecomuseo.

Ecomuseo c/o Casa Enna, via Jenne – Tramatza (OR). Tel. 347.7526617.

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