La Collezione Fontana, giocattoli e bambole d’epoca si raccontano nel centro di Cagliari

La collezione nata dalla passione di Maria Antonella Fontana comprende bambole e giocattoli provenienti da tutto il mondo, coprendo un arco cronologico dal 1700 agli anni ‘60 del ‘900

Lilli, la bambola tedesca dalla quale fu copiata la Barbie (Collezione Fontana Cagliari). 📷 Chiara Medinas

Lilli, la bambola tedesca dalla quale fu copiata la Barbie (Collezione Fontana Cagliari). 📷 Chiara Medinas

Tutti nella vita sono stati bambini e, sicuramente, portano ancora nel cuore bei ricordi d’infanzia. Spesso queste memorie si riallacciano a particolari profumi, luoghi o addirittura oggetti, come per esempio i giocattoli.

Considerati simbolo di fanciullezza ed utili allo sviluppo della creatività, molti di essi celano una storia che ha permesso di approfondire aspetti economici e culturali del passato. A tale puzzle di rimembranze, estro e dinamiche sociali contribuisce anche l’essenziale tassello rappresentato dalla Collezione di bambole e giocattoli Fontana, sita nel cuore di Cagliari.

Esistente nel luogo attuale dal 2000 ed aperta al pubblico nel 2019, la Collezione Fontana prende il nome dalla signora Maria Antonella Fontana,suaartefice impegnata nel progetto da circa 30 anni. Dopo aver frequentato il liceo artistico, oltre a divenire guida archeologica Maria Antonella si specializzò in restauro di dipinti e affreschi, professione praticata per anni.

Malgrado la frenesia della vita adulta, in lei rimase sempre vivo l’amore per le bambole e i giocattoli, fattore che le permise di coniugare mestiere di restauratrice e riscoperta dell’universo ludico. Spinta dalla passione che – citando le sue parole – “è nata giocando”, conservò pezzi di famiglia acquisendone al contempo altri per studiarli e rinnovarli, arrivando a possedere esemplari da tutto il mondo.

Animata dal sentimento per giocattoli e bambole che dall’infanzia l’accompagna tutt’ora, l’analisi della signora Fontana partì innanzitutto dall’approfondire relativi contesti e fattezze. Questo in virtù del fatto che le bambole – e i giocattoli in generale – sono costituiti da meccanismi, brevetti e materiali denotanti prospettive economiche del periodo in cui nacquero. Le possibilità commerciali ebbero difatti un ruolo centrale nella produzione di giocattoli e diedero seguito a fabbriche specializzate come la ditta Cardini, attiva nel settore durante il ventennio fascista e poi riconvertita per produrre materiale bellico.

Risvolti pecuniari emergevano poi anche a livello più quotidiano, dove i bambini possedevano giocattoli di diversa fattura in base alla ricchezza del nucleo familiare. Tale dinamica caratterizzò per esempio le biglie, esistenti in pietra per chi non poteva permettersele e in vetro per le famiglie più abbienti.

Ricca e travolgente, attualmente la Collezione Fontana comprende oltre 2000 pezzi riferiti ad un arco cronologico tra 1700 e anni ‘60 del ‘900. Oltre a diversi giocattoli a tema religioso e no, miniature di mobili e libri illustrati, la parte preponderante è rappresentata dalle bambole realizzate in osso, avorio, stoffa, legno, cartapesta, plastica e porcellana non lucida chiamata “Biscuit”.

Con vivace varietà, tali preziosi manufatti simboleggiano non solo un’intensa eterogeneità produttiva, – dacché prima della moderna plastica in Europa i materiali sperimentati furono diversificati – ma rispecchiano anche relative mode e stereotipi. In proposito risultano particolarmente interessanti le cosiddette “Bambole di moda”, diffusesi in Italia negli anni ’60 e non destinate al gioco, bensì ad insegnare alle bimbe come vestirsi una volta entrate in società.

Mettendo in gioco il suo vissuto e aiutando gli altri a fare altrettanto, la signora Fontana alimentò la collezione fino a valicare persino confini italiani ed europei. Non mancano infatti bambole dalle fattezze orientali e bambolotti di colore, tipologie ottenute tramite processo di tintura del modello base della bambola. Dall’incontro tra America ed Europa nacque invece la curiosa vicenda di Lilli, bambolina di fattura tedesca dapprima venduta solo agli adulti e poi divenuta a misura di bambina. Il suo successo fu così grande che nel 1957 richiamò l’attenzione dell’americana Ruth Handler, proprietaria della ditta Mattel e in quel periodo in vacanza in Germania. Dopo aver comprato 3 bamboline Lilly ed averne analizzato le componenti, nel 1959 presentò alla Fiera Mondiale del Giocattolo la sua bambola, chiamata Barbie in onore della figlia Barbara. Da quel momento in poi, la Barbie della Mattel divenne in assoluto la più venduta al mondo.

Crocevia di storie personali e collettive, la Collezione Fontana delinea un luogo dove i ricordi evocano spaccati di vita trascendenti la stessa componente ludica. Un elemento che nel 2019 ha condotto all’adesione all’Associazione Nazionale Piccoli Musei, giacché secondo la signora Fontana “il bello dei piccoli musei è che, per esempio, riportano alla vita di un tempo e fanno capire come viveva la gente comune. Non c’è l’opera d’arte nel museo. Ci sono gli ospiti che vengono accolti, ascoltano e chiedono.”

La Collezione di bambole e giocattoli Fontana si trova in via Giovanni Battista Pergolesi a Cagliari. Ingresso gratuito e visitabile solo su appuntamento chiamando al numero 347.4187515.

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