Tuffarsi nelle acque cristalline del sud Sardegna e a due passi, ammirare un antichissimo sito archeologico. Salire in macchina, attraversare Cagliari e fermarsi all’ombra di un nuraghe ancora più antico, su cui si raccontano misteriose leggende, e intanto fare un tuffo in mare. Da Nora e Chia a Is Mortorius all’ombra del nuraghe Diana: il sud Sardegna è anche questo.
Per arrivare a Nora, basta percorrere la SS195 in direzione Teulada sino al km 27, imboccare il bivio per Pula, attraversare il centro abitato e i 3 km che lo separano da Nora e dalla sua spiaggia: una striscia di sabbia bianca a grani, delimitata da una scogliera, ideale per famiglie e bambini per via delle acque calme e limpide. Non a caso, tra il IX e l’ottavo secolo a.C., i Fenici la scelsero per fondare una delle città più antiche di cui è rimasta traccia in Sardegna; la posizione consentiva, infatti, un approdo sicuro con ogni tipo di vento.
Della città fenicia è rimasto ben poco, coperto o cancellato dal successivo arrivo dei Romani, ma passeggiare per Nora romana significa camminare tra ville dagli splendidi mosaici, terme che a suo tempo risplendevano di marmo bianco e avere la possibilità di immaginare il teatro sul mare pieno di 1200 spettatori. Oggi la città è guardata dall’alto dalla Torre del Coltellazzo, associata da secoli a Sant’Efisio a cui, poco lontano dal sito e dalla spiaggia, è dedicata un’antica chiesetta, tappa obbligata prima di salire in macchina e proseguire per 20 km sino alla meravigliosa Baia di Chia.
Rade di finissima sabbia chiara, alternate a piccoli promontori rocciosi, racchiusi tra due stagni costieri (frequentati dai fenicotteri rosa) e guardati dal mare da piccoli isolotti, di cui il più importante (che, in realtà, è collegato a terra da una striscia di sabbia) è Su cardulinu o Isula manna con i resti dell’antica città fenicio-punica di Bithia. Questa è la Baia di Chia, con le sue piccole cale, come Cala de sa musica (che può essere vista solo dall’alto, arrivando da Il Porticciolo, e che può essere raggiunta solo dal mare) o la piccola Cala Cipolla (protetta da Capo Spartivento e raggiungibile solo a piedi). Non solo cale, però: Chia è famosa anche e soprattutto per le sterminate distese di sabbia bianca de Il Porticciolo, Sa Colonia e Su Giudeu e per le famose dune dorate di Porto Campana, ricoperte su un lato di arbusti.
Stancarsi di queste spiagge e percorrere nuovamente la SS195 in direzione Cagliari potrebbe essere un’impresa, ma il Sud Sardegna ha ancora molto da offrire.
Perché non provare a oltrepassare il capoluogo sardo, imboccare la litoranea per Villasimius per 18 km e fermarsi alla spiaggia de Is Mortorius?
Acque limpide, scogli, sabbia e rocce levigate dal mare, abitate da patelle e ricci, immerse tra scogliere e vegetazione mediterranea: questo è Is Mortorius. Dalla collinetta, ad appena 35 m sul livello del mare, è possibile ammirare gran parte del Golfo degli Angeli e della costa del sud Sardegna.
La spiaggia di Sa Colonia a Chia
Con tutta probabilità fu proprio questa posizione a spingere i nuragici a edificare qui uno dei gioielli meglio conservati della loro civiltà: il Nuraghe Diana, una fortezza costruita tra il 1300 e il 1100 a.C. e in parte riadattata come fortino durante la Seconda guerra mondiale, ammirabile solo dall’esterno e visitabile in particolari occasioni. Ma chissà che, bagnandovi all’ombra del nuraghe, non possiate essere tra i “fortunati” a vedere la bella Capitana, ferma sulla riva del mare, mentre scruta imperterrita l’orizzonte in attesa del suo grande amore, il pirata Giacomo Mugahid.
Narra la leggenda che questo feroce corsaro avesse scelto la baia come approdo e che qui, proprio sotto il nuraghe, avesse nascosto un tesoro d’inestimabile valore. Poi, un giorno, Giacomo partì per le sue scorrerie e non fece più ritorno, ma la sua donna, la bella e fiera fanciulla che la gente del posto aveva soprannominato “Capitana”, è ancora là che lo aspetta, sdraiata sugli scogli della costa che da lei ha preso il nome.