La Torre di Barì, simbolo medievale del paese di Bari Sardo

Ubicata nell’omonima spiaggia dell’Ogliastra, l’antica torre fu eretta nel XVI secolo su consiglio del capitano di Iglesias Marco Antonio Camos allo scopo di espugnare la minaccia saracena

Torre di Barì a Barisardo. ? Depositphotos

Torre di Barì a Barisardo. ? Depositphotos

Come in altre sue parti, anche la costa orientale della Sardegna è dominata da acque trasparenti, ricca vegetazione e colori da sogno. Questo tratto corrisponde all’Ogliastra, regione storico-geografica a metà tra Gennargentu e Mar Tirreno che si articola in Alta e Bassa Ogliastra, comprendendo rispettivamente i paesi a nord e sud di Tortolì. Attraverso i chilometri di spiagge e di macchia mediterranea, abbraccia anche il comune di Bari Sardo, conosciuto principalmente per la florida tradizione tessile. Il suo territorio si racconta attraverso numerosi monumenti, uniche tracce rimaste della propria storia, fra questi si trova la Torre di Barì, nucleo di avvistamento medievale a pochi chilometri dal centro abitato.

La Torre di Barì si erge su un promontorio attorniato dall’omonima spiaggia e la sua posizione centrale suddivide l’arenile, dando vita a 2 zone balneari distinte. Nella dizione locale il termine “Barì” si riferisce direttamente a Bari Sardo in quanto il toponimo indica il paese stesso, di conseguenza, l’appellativo della costruzione può essere letteralmente tradotto come “Torre di Bari Sardo”.

La torretta sorse per volontà del sovrano spagnolo Filippo II, su diretto consiglio di Marco Antonio Camos, capitano di Iglesias incaricato di individuare le coste isolane più esposte ai corsari. Il fatto andrebbe collocato in un periodo tra il 1572 e il 1639, anno in cui il mastio venne citato per la prima volta nella “Carta sulla descricion de la Isla Y Reyno de Sardena” (“Lettera sulla descrizione dell’Isola e Regno di Sardegna”) dello storico Francesco Vico.

Su decisione Reale, la Torre di Barì assurgeva quindi a ruolo difensivo e di vedetta, con visuale sul territorio fino a 15 chilometri di distanza. Difatti, essa non solo teneva d’occhio la superficie da Capo Bellavista a Capo Sferracavallo, ma controllava anche la foce del Riu Mannu, punto corsaro prediletto per il rifornimento d’acqua. La costruzione mantenne un buono stato fino a metà ‘700, quando un’incursione da parte dei Mori causò uno scontro a fuoco e un conseguentemente danneggiamento; negli anni successivi furono avviate operazioni di ristrutturazione, protrattesi fino agli anni ‘30 del XIX secolo. Ad ogni modo, nel 1842 le attività gestionali della torre furono soppresse e l’anno dopo la fruizione fu del tutto interrotta. Il fortilizio riprese la sua iniziale funzione circa un secolo dopo, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Alta oltre 12 metri e mezzo, la Torre di Barì presenta una forma tronco-conica ed è costituita da rocce di derivazione locale, nella fattispecie materiali granitico-basaltici di colore giallo-grigio e tendente al nero. Accedendo al suo interno, è possibile osservare una camera circolare dotata di cupola – in passato adibita alla guardia difensiva – mentre l’ingresso era consentito da un passaggio ampio 4 metri che fronteggiava una botola a diretto contatto con una cisterna. Esternamente, l’apice del forte racchiude uno spazio di 8 metri di diametro, atto a punto di osservazione del movimento nemico. Tutt’oggi, ai piedi dell’edificio è inoltre visibile un cannone da guerra, parte integrante del corredo protettivo e un tempo collocato sulla Torre.

Come già accennato, il fortino medievale trova ubicazione presso l’omonima spiaggia, a circa 10 chilometri da Tortolì. Lungo all’incirca 8 chilometri, il lido segue la conformazione datagli dalla stessa Torre e crea 2 lingue sabbiose distinte, chiamate “Mari de is Ominis” e “Mari de is Feminas”, denominazioni che derivano direttamente dal dopoguerra, quando per uomini e donne era consuetudine balneare separatamente. Protetto da una pineta, il settentrionale “mare degli uomini” custodisce una sabbia ambrata a chicchi grossi, laddove a sud il “mare delle femmine” è ricoperto da particelle arenose miste a sassolini.

Attualmente gestito dal comune di Bari Sardo, l’interno dell’edificio è visitabile solo in particolari occasioni, come manifestazioni, feste o altri appuntamenti.

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