Il cuore sotterraneo della Sardegna batte forte e restituisce scoperte sensazionali che passeranno alla storia d’Italia e d’Europa.
Tre speleosub della Federazione Speleologica Sarda (Marcello Moi, Enrico Seddone e Daniele Maugeri) dopo 25 anni di esplorazioni, hanno portato alla luce il sistema carsico più lungo della Penisola: quello della Codula Ilune (o Codula di Luna).
Il sistema della Codula Ilune si estende al di sotto dei territori di Dorgali, Urzulei e Baunei e raggiunge i 70 chilometri di lunghezza, superando il primato attribuito fino al 2016 al complesso Tacchi-Zelbio-Stoppani in Lombardia.
Con la scoperta in questione è stato individuato il punto di congiungimento fra sistema della Codula Ilune (conosciuto già dagli anni ’70), formato dalla Grotta di Su Palu e dalla Grotta di Monte Longos, e le grotte di Su Molente e del Bue Marino.
Dopo anni di esplorazioni portate avanti da speleologi italiani e di tutta Europa, la grotta più lunga d’Italia è venuta alla luce con il suo intricato sistema di sifoni, gallerie aeree, stalattiti, stalagmiti e laghi dalle acque cristalline: una meraviglia della natura nascosta, scavata nei secoli dal fiume Codula Ilune e dai suoi affluenti.
L’impresa è stata emozionante ma impegnativa, così tanto da necessitare di un anno di preparazione, otto uscite e del supporto di un team composto da 100 esperti.
Il giorno della scoperta, dopo una discesa nella Grotta di Monte Longos con zaini e bombole in spalla, gli speleosub hanno rinvenuto il passaggio subacqueo più importante, che li ha condotti alla grotta di Su Molente: il centro del percorso.
Hanno affrontato tratti in immersione, salti in corda lunghi diversi metri, riposandosi dopo ore di progressione in un campo allestito fra i sifoni.
È stata la vista di un sifone ancora inesplorato a incuriosirli, e di un successivo lago poco profondo a spronarli a continuare finché, percorrendo l’ultimo tratto in verticale, hanno incrociato Su Molente e ritrovato gli strumenti dei colleghi che tentarono, ma non riuscirono a proseguire oltre anni prima.
COSA SI PUÒ VISITARE
L’inizio del sistema della Codula Ilune si trova in una delle zone carsiche più affascinanti della Sardegna (Urzulei), mentre la sua estremità, a valle, raggiunge uno dei luoghi più suggestivi della Costa: la Grotta del Bue Marino nei pressi di Cala Gonone.
L’ingresso di Urzulei (Grotta di Su Palu) è abbracciato dalla natura incontaminata e dai graniti, ed è qui che nasce il fiume Codula Ilune, il principale responsabile del sistema sotterraneo di grotte: sublime continuazione del paesaggio carsico esterno.
Sembra incredibile, ma questo piccolo anfratto segna l’inizio della grotta più lunga d’Italia, anche se i punti più incantevoli sono visitabili solo da speleologi esperti (il Grande Lago ad esempio, la Galleria Alta Loma e il White Nile, uno dei due grandi fiumi del sistema).
Via mare o via terra, si può visitare invece il primo tratto della Grotta del Bue Marino, lungo circa un chilometro. Le gite guidate in barca sono stagionali (maggio-settembre) e partono giornalmente dal porto di Cala Gonone.
La Grotta del Bue Marino può essere raggiunta anche con un trekking, il cui sentiero inizia da Cala Fuili e arriva direttamente a Cala Luna: una delle spiagge più belle del Golfo di Orosei assieme a Cala Mariolu e Cala Goloritzé.
Durante la passeggiata si incontrano rocce secolari, “abiti” levigati dal vento dalle forme più fantasiose e panorami mozzafiato sul mare blu della Sardegna.
Per raggiungere l’ingresso Nord delle Grotte del Bue Marino si impiega un’ora di cammino, non privo di cartelli con indicazioni. Il percorso è scandito da tratti lineari e da attraversamenti fra le rocce e la vegetazione selvaggia, ma l’ultima parte è in discesa e bisogna fare attenzione. Si consiglia di indossare scarpe adatte e abbigliamento non ingombrante.
Per informazioni sulle visite alla Grotta del Bue Marino basta rivolgersi agli Uffici turistici di Dorgali (tel. 0784.96243) e di Cala Gonone (tel. 0784.93696).