Alghero, un pezzo di anima catalana trapiantata in Sardegna: viaggio alla scoperta della “Barcellona d’Italia”

Un tuffo tra echi medievali e sapori mediterranei nell’atmosfera unica di questa città, dove il catalano risuona come un'antica melodia tra le mura storiche e i paesaggi mozzafiato

Chiesa San Michele ad Alghero. ? AdobeStock | joningall1

Sapete qual è la città più catalana d’Italia? Esatto, si tratta di Alghero! Un forte vincolo culturale lega Alghero alla Catalogna. Ma come nasce questa relazione, e come mai è solo in questa zona dell’isola che si parla il catalano?

Alghero altro non è che un pezzo di anima catalana trapiantata in Sardegna. Mettendo piede in città, si percepisce subito una sensazione diversa rispetto al resto dell’isola. Sarà che lo stretto legame tra Alghero e la catalogna è presente in ogni angolo della città, e che lo stile catalano-aragonese è ben presente nell’atmosfera del centro storico, con i nomi delle vie scritti in bilingue, nelle chiese (Santa Maria con le sue forme gotico-catalane e San Michele dalla cupola policroma), nelle mura, nei bastioni, nelle abitazioni più sfarzose e in quelle più umili. A sottolineare questo rapporto, Alghero ospita una delegazione del governo di Catalogna con il quale si collabora affinché il catalano sia tutelato e valorizzato come minoranza linguistica. Il governo catalano, inoltre, ha stipulato un accordo con la città di Alghero per incrementare i rapporti culturali, linguistici e commerciali.

La città di Alghero, viene fondata dai Doria di Genova agli inizi del XII secolo, e diventa catalana a partire dalla seconda metà del 1300, anno in cui inizia la dominazione degli Aragonesi. È il Re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso che conquista la città dopo alcuni mesi d’assedio. La sua vittoria sancisce la fine della dominazione genovese. Dopo la conquista, la popolazione sarda originaria di Alghero viene deportata nella penisola iberica e la città viene ripopolata con nuovi coloni catalani, viene annessa alla corona d’Aragona e trasformata in città fortificata.

Per gli aragonesi, Alghero rappresentava un importante avamposto che poteva consentire l’accesso alla Sardegna. Diverse regole disciplinavano l’ingresso in città, ad esempio: al tramonto le porte venivano chiuse, i forestieri non potevano trascorrervi la notte e chi voleva vivere all’interno delle mura fortificate doveva imparare il catalano per integrarsi nella vita della comunità o, quantomeno, per poter farsi comprendere. Norme come queste contribuivano a fare di Alghero un’isola racchiusa dentro un’altra isola, dando vita ad una comunità separata dal resto della Sardegna. Grazie a questa chiusura, però, l’algherese è sopravvissuto fino ai giorni nostri, anche se parlato solo dal 20% della popolazione.

Il catalano di Alghero è una lingua conservativa perché, se è vero che è rimasto isolato dal ceppo originario, ha comunque mantenuto tratti del catalano arcaico e medievale, ma ha anche inevitabilmente subito delle influenze, assumendo nuovi tratti fonetici derivati dal sardo e dall’italiano. Durante il fascismo, l’algherese ha subito un periodo di oscuramento, per via delle politiche di italianizzazione.

Oggi è riconosciuto come lingua minoritaria dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna. Dopo la Seconda guerra mondiale, la diffusione dell’algherese è diminuita. Nel tempo, però, sono nati diversi enti e media, come Catalan TV o il quotidiano online Alguer.it che propongono contenuti sia in italiano che in catalano, e che promuovono la diffusione e l’insegnamento della lingua locale, a quei cittadini che sentono il desiderio di potersi esprimere in un idioma così radicato nella cultura e nella storia del popolo algherese.

Il legame tra Alghero e Catalogna aragonese è espresso anche dal gonfalone della città. Lo stemma rappresenta uno scudo, sormontato da una corona con nove palle simbolo di città regia, racchiuso tra due rami di palma, costituito da un drappo giallo con quattro barre rosse (simbolo della catalogna aragonese) sul quale è riportata la scritta “Fedelissima Città di Alghero”. Al centro dello scudo è rappresentato uno scoglio in mezzo al mare sormontato da un rametto di corallo.

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