Martedì Grasso: origine e significato dell’ultimo giorno di Carnevale

Le radici di questa giornata si trovano nel cristianesimo: nel giorno che precedeva la Quaresima bisognava consumare tutto il cibo ricco e “grasso” da cui ci si sarebbe astenuti nelle settimane successive

📷 Depositphotos

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Con il Martedì Grasso, che quest’anno cade oggi, 13 febbraio, termina la settimana del Carnevale. Da Viareggio a Venezia, sfilate e feste in maschera caratterizzano questa giornata, vigilia del Mercoledì delle Ceneri.

L’origine del Martedì Grasso è da ritrovare nel cristianesimo. Secondo la tradizione cristiana, infatti, nella Quaresima, un periodo di 40 giorni prima della Pasqua che inizia con il Mercoledì delle Ceneri, i fedeli erano tenuti a praticare il digiuno ecclesiastico (un solo pasto al giorno), l‘astinenza dalle carni, oltre ad intensificare la preghiera e gli atti caritatevoli.

Proprio da questo rito liturgico deriva il nome del Carnevale (dal latino carnem levare, cioè “eliminare la carne”). Per questo era usanza che alla vigilia della Quaresima si consumasse tutto il cibo ricco e “grasso” da cui ci si dovrebbe poi astenere nelle settimane successive. Da qui il nome “Martedì Grasso”.

Il Martedì Grasso non è una tradizione esclusivamente italiana. È celebrato nel resto del mondo, anche se alcuni Paesi hanno le loro usanze tipiche. Ad esempio, nel Regno Unito, oltre ad essere il “Giorno della Confessione” (Shrove Tuesday), il Martedì Grasso coincide con il Pancake Day, il giorno delle frittelle. Nei Paesi scandinavi e in Germania, invece, il giorno più importante del carnevale non è il martedì, bensì il “Lunedì delle Rose” (Rosenmontag). In questo giorno sono concentrati tutti i festeggiamenti, che diventano più meno sfarzosi il giorno seguente, il “Martedì Viola” (Veilchendienstag).

Fonte Agenzia DIRE.it

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