Helmut e Giovanni, una storia particolare. Al Museo PAS-Martel di Carbonia i resti dello scheletro del mammut lanoso vissuto circa 10.000 anni fa in Germania, nei pressi del fiume Reno

Il mammut lanoso Helmut al Museo dei Palaeoambienti Sulcitani “E. A. Martel” di Carbonia

Si chiama Helmut, è tedesco, e per uno strano caso del destino ha trovato casa in Sardegna, a Carbonia, dopo un viaggio durato qualche migliaio di anni. L’ultimo tratto, dalla Germania al paese del Sulcis, l’ha fatto in valigia, cosa inusuale viste le sue dimensioni.

Helmut è un mammut lanoso alto 2.7 metri, alla spalla, vissuto circa 10.000 anni fa nei pressi del fiume Reno, dove è stato ritrovato in maniera fortuita alla fine degli anni ‘90 in una cava di sabbia e ghiaia, gestita dalla Heidelberger Sand & Kies GmbH, situata alla periferia meridionale della citta di Rheinberg nella Renania Settentrionale-Vestfalia (vicino al confine coi Paesi Bassi). Durante le operazioni di estrazione della rena i cavatori ritrovarono parte delle sue ossa e, una volta raccolte, le consegnarono all’ingegner Horst Binnenhei. Con lui sono rimaste fino alla sua morte e fino a quando sua moglie non decise di chiamare il signor Giovanni Cocco, operaio originario di Carbonia, per dei lavori in cantina dove appunto erano conservate. “Lei aprì una scatola che apparteneva al marito – racconta il signor Cocco – e rimasi incredulo quando capii che conteneva i resti di un mammut”.

Il signor Cocco, pensionato 72enne, raggiunse la terra teutonica per recarsi a Homberg, nei pressi di Duisburg, dove ha vissuto trovando lavoro come operaio piastrellista. Un lavoratore con una passione inusuale: la paleontologia. Un amore che non solo lo ha portato a leggere tantissimi libri della sua materia preferita ma anche di geologia e archeologia, a partecipare a spedizioni sul campo e a diventare uno dei soci fondatori del Museo Geologico di Kamp-Lintfort.

Dopo 35 anni di lavoro è ritornato nella sua terra natia con una valigia speciale con dentro i resti del mammut lanoso Helmut. “Quando sono tornato in Sardegna – racconta l’appassionato paleontologo – ho deciso di donare i resti dello scheletro del mammut al Museo dei PalaeoAmbienti Sulcitani “E. A. Martel” perché aiutasse il centro a confermarsi come una delle realtà più valide a livello internazionale”.

Nel Museo PAS-Martel il pachiderma è stato meticolosamente ricostruito grazie al prezioso lavoro del paleontologo dott. Daniel Zoboli e del direttore del museo Gian Luigi Pillola.

Oggi Helmut condivide gli spazi con una copia del più famoso T-Rex e di tantissimi altri fossili di cinquecento milioni di anni, scheletri di piccoli animali, scimmie e altri mammut, ma questa volta nani, in un autentico viaggio indietro nel tempo.

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