Pani Loriga, il complesso archeologico fenicio-punico di Santadi

Edificato durante la seconda metà del VII secolo a.C., l’insediamento era corredato anche di una zona funeraria dove era consuetudine praticare la cremazione dei defunti

Pani Loriga, Insediamento Fenicio-Punico. 📷 Missione Archeologica CNR-ISPC

Pani Loriga, Insediamento Fenicio-Punico. 📷 Missione Archeologica CNR-ISPC

Distante circa 60 chilometri da Cagliari, Santadi è uno dei piccoli comuni che dissemina il Sulcis-Iglesiente, territorio storico-geografico a sud-ovest dell’isola; nonostante l’esiguo numero di abitanti – poco più di 3000 – il paese possiede una spiccata tradizione e un proprio passato da raccontare. A tal proposito, risulta suggestiva la vicenda di Pani Loriga, centro fortificato di origine fenicio-punica: bagnato ad est dal Riu Mannu, il sito fu portato alla luce nel XX secolo e conobbe ulteriori scavi intorno agli anni 2000.

Ubicato presso un rilievo collinare, il primo nucleo di Pani Loriga fu edificato dai Fenici tra la metà e la fine del VII secolo a.C.,con l’intento di avere stretto controllo della regione sulcitana; difatti, la posizione strategica avrebbe consentito di supervisionare Pantaleo e Campanasissa, passi naturali che creavano un collegamento con le aree minerarie dell’Iglesiente, le pianure del Basso Campidano e il fiume Cixerri. Tale superficie coloniale andò a identificare l’acropoli, zona sopraelevata e protetta da doppia cinta muraria: essa corrispondeva alla zona popolata, istanza testimoniata anche da visibili resti abitativi.

Assieme alla componente fortificata, l’insediamento fu successivamente dotato di altre costruzioni; in particolare, nella parte occidentale del colle sorsero due necropoli, rispettivamente di derivazione fenicia e punica. Collocata a sud-ovest, la prima risale alla seconda metà del VI secolo a.C. ed ospitava 150 sepolture adibite all’incinerazione, cioè la cremazione dei defunti. Quella punica invece si trovava sul lato nordoccidentale e custodiva tombe ipogee, ossia scavate nel terreno; databili tra il V e IV secolo a.C., esse avevano la funzione di accogliere il corpo sottoterra ed erano accessibili da un corridoio ricavato dalla roccia. Infine, nella parte orientale dell’acropoli era presente il cosiddetto Tofet, santuario fenicio-punico destinato ai sacrifici.

L’abitato di Pani Loriga rimase nell’ombra fino alla metà del XX secolo, periodo in cui furono avviate le prime ricognizioni: nel 1965, l’archeologo romano Ferruccio Barreca individuò delle parti di origine punica, appartenenti ad un’abitazione, un’area sacra e una necropoli. Nei successivi 3 anni, alcune indagini sistematiche si concentrarono sulle fosse ad incinerazione e sull’acropoli, con forte interesse verso le unità abitative e gli accessi strategici. Tra il 1970 e il 1976, la necropoli fenicia fu attentamente setacciata da Giovanni Tore, ricercatore che approfondì la fondazione di Pani Loriga. I relativi materiali non solo collocarono l’effettiva genesi nel VII secolo a.C., ma dimostrarono anche i rapporti commerciali intrapresi con Greci ed Etruschi; ad oggi, tale patrimonio è conservato presso il Museo Archeologico di Santadi.

Parallelamente a suddette prove, è inoltre emerso che la zona collinare di Pani Loriga fosse frequentata fin dall’epoca prenuragica: ciò è testimoniato dalla presenza di una necropoli a Domus de janas, risalente al III millennio a.C. e costituita da tombe preistoriche scolpite nella roccia. Altro segnale importante è rappresentato dal nuraghe Diana, indice del passaggio anche della civiltà nuragica: svettante sull’altura, esso è inglobato entro la doppia cinta muraria dell’acropoli, attualmente osservabile nei grossi blocchi superstiti.

Nel corso degli anni 2000, la planimetria ricavata dai precedenti scavi è stata revisionata ed aggiornata; nel 2007 sono state intraprese nuove ricerche a sud della collina, rivelando una serie di ambienti dalla forma allungata ed ascrivibili al periodo punico. Tali indagini non solo hanno permesso di ricavare utili informazioni sugli aspetti costruttivi, ma anche relativamente alla vita quotidiana locale; difatti, sono state ritrovate delle pavimentazioni integralmente conservate e sopravvissute al crollo del restante edificio. Dopo altre similari operazioni, lo scorso giugno Pani Loriga ha aperto finalmente al pubblico, sotto il coordinamento della Società Cooperativa Sémata.

L’area archeologica di Pani Loriga si trova a Santadi, a poca distanza dal centro abitato; giungendo da Cagliari, è possibile percorrere la Strada Statale 130 e, giunti all’altezza di Siliqua, prendere la Strada Statale 293 verso Santadi. Poco prima dell’ingresso al paese, sarà necessario svoltare a sinistra, lungo una strada che condurrà sul posto.

L’accesso è consentito dal venerdì alla domenica, con visite guidate nelle fasce orarie 9:00, 11:00 e 15:30; per informazioni su costi e prenotazioni, si può scrivere all’indirizzo e-mail coopsemata@gmail.com oppure chiamare il numero 348.8866797.

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