Da Cagliari a Cabras, arrivati nuovi frammenti del complesso statuario del Sinis

Firmato l'accordo tra la Fondazione Mont'e Prama e il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari per il conferimento in uso dei reperti

Museo di Cabras , i nuovi reperti di Mont'e Prama. ? Pagina Facebook Museo di Cabras

I nuovi reperti di Mont'e Prama. ? Pagina Facebook Museo di Cabras

Nuova giornata storica per Cabras, con il conferimento alla Fondazione Mont’e Prama dei frammenti scultorei che fanno parte del complesso statuario di Mont’e Prama, finora conservati presso il museo Archeologico nazionale di Cagliari.

La collaborazione tra il Ministero e il Museo civico della cittadina del Sinis, mediata dall’organismo costituito nel luglio 2021, continua a dare conferme a un territorio che pezzo dopo pezzo vede rientrare nella laguna non solo le statue dei Giganti ma anche gli altri reperti ritrovati nella collina del Sinis, a partire dagli anni Settanta.

A sottoscrivere l’accordo sono stati il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni e il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari Francesco Muscolino.

“Non avremmo potuto chiudere l’anno in maniera migliore – ha affermato Muroni . Questo nuovo risultato è il frutto di un attento lavoro di squadra fra noi e il Ministero della Cultura, socio fondatore, basato sul dialogo costruttivo e l’affidabilità reciproca. Si ribadisce il principio oramai riconosciuto che l’unicità del complesso scultoreo pu essere compresa solo se lo si ammira in tutta la sua interezza nei luoghi di origine. Dunque quello di oggi è un altro grande obiettivo raggiunto, base di altri per i quali stiamo lavorando e i cui risultati vedremo già entro pochi mesi”.

Da oggi il museo di Cabras si arricchisce di trentuno nuovi frammenti che raccontano esperienze di tremila anni fa, quando nel Sinis si realizzarono opere ciclopiche, com una abilità artistica fuori dal comune.

Si tratta di porzioni di statue ricche di dettagli: un volto, mani singole e che reggono i diversi tipi di scudo, guantoni armati, un arco, faretre e ancora parti di gambe con ferite e tracce di colore rosso, frammenti di torso e di modellini di nuraghe, corna che un tempo erano parte degli elmi dei guerrieri della terra di Mont’e Prama. Un tesoro che dopo un attento studio espositivo, nei prossimi giorni sarà già visibile nelle sale del Museo di Cabras.

Entusiasta anche la direttrice della Fondazione Mont’e Prama Nadia Canu, che con il restauratore Davide Tomassi ha curato il trasporto: “Siamo felicissimi di aver ricevuto questo regalo di Natale in anticipo: proprio da questi frammenti, insieme a quelli ancora conservati nel Centro di Restauro della Soprintendenza di Sassari a Li Punti, partirà a gennaio il lavoro di inventariazione concertato con gli uffici del Ministero della Cultura e, speriamo nell’arco di pochi mesi, contiamo di riprendere le attività di restauro, laddove si erano interrotte ormai da più di dieci anni”.

Il presidente Muroni e la direttrice Canu partecipano, assieme alle Soprintendenze e al Museo archeologico nazionale di Cagliari, al tavolo di concertazione istituito dalla Direzione generale ABAP e coordinato dal Segretariato regionale del MiC, finalizzato a stabilire le procedure per la riunificazione dell’intero complesso scultoreo di Mont’e Prama a Cabras sotto l’egida della Fondazione, oltre che le competenze sulle prossime campagne di scavo e restauro, per le quali la stessa dispone di un finanziamento della Regione Autonoma della Sardegna di oltre due milioni di euro.

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