Nel cuore della Sardegna alla scoperta di Laconi

Il paese di Sant'Ignazio, tra religione, natura e archeologia

Resti del palazzo Aymerich, Laconi. 📷 Enrico Spanu - enricospanu.com. License CC BY-NC-SA

Resti del palazzo Aymerich, Laconi. 📷 Enrico Spanu - enricospanu.com. License CC BY-NC-SA

Se il mare cristallino della Sardegna non finirà mai di lasciare estasiati i tantissimi turisti che ogni anno la scelgono come meta delle loro vacanze, altrettante emozioni indelebili regala il suo entroterra. Proprio qui, esattamente al centro dell’Isola, in provincia di Oristano, si trova un borgo splendido, lontano dalle coste e a 550 metri di altitudine: Laconi.

Un paese di montagna, ai piedi dell’altopiano del Sarcidano, immerso nel verde di una fitta vegetazione boschiva, dove la natura fa tutt’uno con i segni della storia e una forte tradizione religiosa, richiamando turisti nel corso di tutto l’anno.

Al centro di Laconi, davanti al palazzo del Municipio, sorge il Palazzo Aymerich, un elegante edificio su tre piani, in stile neoclassico, che fu progettato nel corso del 1800 dal noto architetto di Cagliari Gaetano Cima. L’edificio fu l’abitazione della famiglia Aymerich, marchesi di Laconi, dal 1769 al 2000.

Un’ala del palazzo è sede, dal 1996, del Menhir Museum, il Museo della Statuaria Preistorica in Sardegna, con la più ampia e preziosa collezione di monoliti – menhir dell’Isola risalenti a cinquemila anni fa. Si tratta di 40 Statue Stele di epoca preistorica che furono rinvenute nelle campagne di Laconi a partire dal 1969. Dopo che il comune di Laconi acquistò il Palazzo, restaurandolo, nel 2010 fu inaugurata la nuova sede del museo che oggi ospita, oltre alle statue menhir locali, anche quelle provenienti dai territori di Villa Sant’Antonio, Allai e Samugheo.

Oltre ad essere la sede di questo importante museo preistorico, il Palazzo ospita anche un museo naturale che si estende per ben 22 ettari, essendo infatti immerso in un meraviglioso parco urbano, il più grande della Sardegna, il Parco Aymerich. Questo giardino incantato fatto di corbezzoli, pini, platani, querce da sughero, lecci, olivastri e tantissimi tipi di orchidee, possiede anche piante esotiche, in particolare un cedro del Libano, di cui era appassionato il marchese Ignazio Aymerich. Fu sua, infatti, l’idea di creare questo parco ricco di sentieri, grotte, cascate, laghetti e che circonda i resti di un castello medievale, poi rimaneggiato nei secoli successivi, il Castello di Laconi che, si dice, fu fatto costruire dai Giudici di Arborea nel 1053, data che risulta in un’epigrafe presente in una lapide murata della torre del castello. 

Ma il borgo di Laconi è noto soprattutto per la devozione della sua comunità a Sant’Ignazio, venerato in realtà un po’ in tutta l’Isola, richiamando per questo numerosissimi fedeli. Adiacente al Parco Aymerich è presente una chiesa, costruita inizialmente nel ‘500, in stile gotico-aragonese, che fu affidata ai frati cappuccini e che fu dapprima dedicata a Sant’Ambrogio. Quando, nel 1951, fu canonizzato Sant’Ignazio da Laconi, la titolarità del tempio fu estesa anche a lui. Oggi, infatti, questa chiesa è la Parrocchia dei Santi Ambrogio e Ignazio, al suo interno è presente una cappella dedicata al Santo, dove sono raffigurati mosaici che raccontano diversi episodi della sua vita, e il fonte battesimale in cui fu battezzato nel 1701, mentre, nel piazzale davanti alla chiesa, si erge una statua dedicata proprio a Fra Ignazio.

Questo frate povero, che parlava solo il sardo e che non sapeva né leggere né scrivere, soprannominato nel paesino “su santixeddu”, il Santarello, per la sua vita dedicata alla preghiera e ai digiuni fin da quando era solo un bambino, all’età di 20 anni andò a Cagliari per chiedere ai frati cappuccini di San Benedetto di poter entrare in convento. Anche se non poté intraprendere la strada del sacerdozio proprio a causa del suo analfabetismo, grazie a una mediazione condotta dal marchese di Laconi, Gabriele Aymerich, riuscì comunque a vestire il saio cappuccino diventando un fratello laico col nome di “Fra Ignazio”. Una vita dedicata all’umiltà, alla carità, alla penitenza, trascorsa per le vie della città, a contatto con la gente, conquistandola, e per il quale, a fronte dei numerosi miracoli che gli furono attribuiti, ci fu un regolare processo di canonizzazione. A lui è dedicato un museo d’arte sacra e parrocchiale che custodisce la corona del suo rosario, il suo bastone e un suo sandalo, una tela del 1781 che ritrae il suo volto, i documenti originali della causa di canonizzazione ed un reliquiario in argento che contiene un osso della mano del Santo.

Questo museo, assieme alla casa natale del frate, fanno di Laconi una meta visitata tutto l’anno, soprattutto a fine agosto, proprio in concomitanza con la festa in onore di quello che è definito il “Santo dei sardi”, e con la processione in presenza delle sue reliquie provenienti dalla chiesa a lui dedicata a Cagliari. Evento che richiama oltre 70.000 visitatori provenienti da ogni parte della Sardegna, ma anche dal resto dell’Italia e dall’estero, facendo da vetrina a tutte le peculiarità turistiche di questo piccolo borgo gioiello nel cuore della Sardegna.

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