A Codrongianos un pomeriggio letterario con Vanni Lai e Alessandro De Roma  

Il 3 novembre i due autori presenteranno le loro ultime opere, in dialogo con Lalla Careddu, nell’evento organizzato da Comune e Lìberos

Vanni Lai e Alessandro De Roma

Vanni Lai e Alessandro De Roma

Venerdì 3 novembre, Vanni Lai e Alessandro De Roma saranno ospiti dell’Antico Caffè Barra di Codrongianos per sorseggiare un tè con i presenti e parlare delle proprie rispettive opere “La Cantadora” (minimum fax) e “Grande terra sommersa” (Fandango) con le letture a cura di Erika Grillo del Teatro delle Forche. Ai libri già citati si aggiungerà l’ultima fatica letteraria di De Roma, “Picnic a Kenwood House” (Tetra), un racconto originale con un’ambientazione insolita rispetto alle precedenti opere dell’autore in cui si indagano le crepe di una apparente famiglia perfetta.

L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto InCoros, si terrà alle 18:00, con gli autori converserà Lalla Careddu. L’evento è organizzato dal Comune di Codrongianos e Lìberos in collaborazione con l’Antico Caffè Barra, il Teatro delle Forche e la libreria Koinè Ubik di Sassari.

“La Cantadora”. Sulle strade polverose della Sardegna di inizio Novecento, un calesse viaggia da un paese all’altro, di festa in festa. Lo guida una vedova armata di pistola, dalla strana personalità «di fattucchiera e di dea». La Cantadora – così la chiamano – è una stella oscura, l’unica donna in grado di sfidare gli uomini nelle gare a chitarra, esibizioni che durano fino a tarda notte e in cui i cantori, per un piatto di minestra e qualche bicchiere di vino, si alternano sopra palcoscenici fatti di tavolacci davanti a piazze gremite e bercianti.

Ma Candida Mara – questo il suo vero nome – possiede il dono di stregare, di piegare la volontà altrui grazie alla sua voce. L’ultimo a donarle il cuore sarà Antoni Zusepe, con il quale metterà su un allevamento di cavalli arabi destinati a corse clandestine e spericolate, arena ideale per avventurieri e assassini senza scrupoli. Manesca e attaccabrighe, adorata e detestata, Candida Mara fu la prima donna del canto a chitarra, capace di opporsi con le sue scelte di vita a una società maschilista e retriva. Affascinante ma cancellata dalla memoria per ignoranza e vergogna, ancora oggi è una figura circondata dal mistero. A mettersi sulle sue tracce, tra la polvere degli archivi, l’omertà degli anziani e i depistaggi di strani musicologi, è uno scrittore fallito e appassionato di western. Nella ricerca lo aiuteranno la giovane Aleni e un grammofono d’oro che sembra custodire il segreto di vecchie storie sepolte.

Vanni Lai è nato e vive in Sardegna. Due volte finalista al Premio Italo Calvino, ha pubblicato racconti su varie riviste. La Cantadora è il suo primo romanzo.

“Grande terra sommersa”. L’undicenne Pietro Stefano Mele è un ragazzino qualsiasi, che ancora non sa come un piede messo in fallo possa cambiare tutta una vita. Quando la madre scivola (anche per sua responsabilità, crede lui) e sbatte la testa su uno scoglio, inizia una lunga battaglia con il proprio senso di colpa. Il padre, Seb, un fanatico religioso dall’esasperato egocentrismo, riversa su Pietro la responsabilità dell’accaduto e lo abbandona nel piccolo borgo sardo di San Leonardo de Siete Fuentes, da nonna Sircana – sua madre –, che fino a quel momento è stata, per il nipote, solo una sconosciuta. L’anziana vive in una casa ai confini del bosco e non pare avere alcuna intenzione di aprire il suo mondo a Pietro. Tuttavia, giorno dopo giorno, tra i due nasce un’intesa profonda.

Pietro impara ad amare quella vita selvaggia fatta di avventure tra alberi e ruscelli, con poche regole da seguire. Soprattutto, è affascinato dai vicini, i Campus, una famiglia che ai suoi occhi rappresenta l’unità che ha perduto per sempre. Come mai, allora, la nonna sembra volerlo mettere in guardia da loro? Perché spariscono per intere settimane e poi ricompaiono come se niente fosse? Mentre l’attrazione di Pietro verso quella famiglia, e in particolare verso i coetanei Luca e Laura, non smette di crescere, un’ombra sempre più inquietante comincia ad avvolgere i vicini. L’inatteso ritorno del padre allontanerà però bruscamente il protagonista dal piccolo universo che sente ormai suo.

“Picnic a Kenwood House”. Clarissa parla con le sue torte – un dialogo che ormai avviene perfino davanti al marito Paul e ai loro bambini – e talvolta ha addirittura l’impressione che queste le rispondano. Seppure la reputi una piccola mostruosità di cui vergognarsi, è solita ribattezzarle con i nomi dei figli: James se sono precise, perfette e mansuete, Miltred se molto dolci e vivaci. Una famiglia, la sua, apparentemente perfetta, se non fosse che spesso un po’ di glassa non è sufficiente a nascondere le crepe che si celano in profondità. L’inaspettato arrivo di Oscar, il terzogenito, imporrà la stipula di un accordo tra i coniugi: nessuno parlerà mai della cosa. Alessandro De Roma inscena, addolcita da chili di zucchero, la terribile responsabilità di essere una madre.

Alessandro De Roma è nato in Sardegna nel 1970. Ha pubblicato “Vita e morte di Ludovico Lauter”, “La fine dei giorni”, “Il primo passo nel bosco” (Il Maestrale, 2007, 2008 e 2010), “Quando tutto tace” (Bompiani, 2011) e “La mia maledizione” (Einaudi 2014). Tre dei suoi romanzi sono stati tradotti in Francia per Gallimard. È fra gli autori dell’antologia benefica “Sei per la Sardegna” (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga). Sempre presso Einaudi, ha pubblicato “Nessuno resta solo” (2021).

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