“Bandida” di Anfiteatro Sud chiude la rassegna per bambini “Teatro e Marmellata”

Stasera al TsE di Is Mirrionis lo spettacolo liberamente ispirato alla storia di Paska Devaddis e ai miti e alle leggende dell'Isola

“Bandita... una Fiaba Sarda” di Anfiteatro Sud

“Bandita... una Fiaba Sarda” di Anfiteatro Sud

Viaggio tra i miti e le leggende dell’Isola con “Bandida / … una Fiaba Sarda” di Anfiteatro Sud, uno spettacolo scritto e diretto da Susanna Mameli e liberamente ispirato alla storia di Paska Devaddis, in cartellone stasera alle 17 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per l’ultimo appuntamento con la rassegna “Teatro e Marmellata” 2022, dedicata alle bambine e ai bambini e alle famiglie, organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda e inserita nel progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro (2017 – 2026).

Sotto i riflettori Claudia Giua, Silvia Bandini e Daniele Pettinau sono i protagonisti di un racconto fantastico, incentrato sulla figura della giovane di Orgosolo coinvolta suo malgrado nella faida tra le due famiglie dei Cossu e dei Corraine: dopo l’assassinio di Antonio Succu soprannominato “Caretta”, ucciso davanti alla madre, all’anziana nonna e alla sorella Mariangela, per cui furono subito sospettati Antonio Devaddis e Giuanne Corraine, la presenza di Paska quella stessa notte nei pressi della casa della vittima apparve come un potenziale indizio se non di colpevolezza, di complicità. Fu emanato un mandato di cattura e davanti alla prospettiva di essere interrogata e arrestata, la fanciulla scelse di rifugiarsi sui monti, dandosi alla latitanza – invece di imbarcasi per l’America insieme con il fidanzato Michele Manca, come suggerivano alcuni parenti.

La “disamistade” – l’odio profondo e insanabile tra due famiglie, talvolta scaturito da banali incidenti – provoca una spirale di sangue, in un susseguirsi di delitti, in nome di una giustizia antica, che chiede il prezzo di una vita per ripagare l’onore offeso, e a ogni morte seguono nuove morti: la terribile faida sorta per un’eredità contesa sarebbe durata per dodici anni, dal 1905 al 1917, in un tragico crescendo. Venti omicidi, intere famiglie costrette a darsi alla macchia per sfuggire alla cattura da parte delle forze dell’ordine e alle ben più temibili ritorsioni dei rivali: il patrimonio del ricco possidente Diego Moro, offerse la scintilla iniziale per una guerra tra clan, tra reciproche accuse, inasprite in seguito alla scomparsa di una cospicua frazione dei beni. Da un lato Giovanni Antonio Corraine, persuaso che a impadronirsene fosse stata la sorella Giovanna, insieme a una delle altre due sorelle, Angela Rosa, mentre l’altra, Domenica si era schierata con l’accusata. Nella disputa entrarono altre famiglie – i Succu e i Devaddis da una parte, i Pisanu, i Piredda e i Monni dall’altra. Il pretesto, come spesso accade, fu un banale sconfinamento del bestiame, che per gli animi già esasperati e contaminati dall’odio degenerò in omicidio.

Una vicenda atroce, dolorosa e amara, conclusasi con una cerimonia di rappacificazione, nel 1917, secondo l’antica usanza, dopo che le autorità erano riuscite a far incontrare i capi della faida. Paska Devaddis – «Reina di Orgòsolo e de bandidos sorre e sentinella. De sa disamistade in sa burraska in sa notte orgolesa fìd istella. Paska Devaddis reina e bandida», – come la definisce in un fortunato radiodramma lo scrittore Michelangelo Pira (ovvero «Regina di Orgòsolo, sorella e sentinella dei banditi. Nella burrasca della faida fu la stella della notte orgolese. Pasqua Devaddis, regina e banditessa») – tra le vittime indirette di questa sequenza di vendette incrociate: il suo animo orgoglioso e fiero la spinse a preferire la latitanza all’umiliazione del carcere, dopo aver assistito all’arre­sto del fratello Battista, condannato a diciotto anni di prigione per omicidio, e alla cattura del padre, già anziano, che avrebbe comunque negato ogni coinvolgimento. Un altro fratello, Francesco, era morto in un conflitto a fuoco con i militari.

“Bandida” rievoca la sua storia, tra verità e leggenda, in una chiave fiabesca attraverso «la magia di due simpaticissime Janas – Aranté e Brebé – che custodiscono le chiavi per la comunicazione fra il mondo dei vivi e quello dei morti» – scrive nelle note l’autrice e regista Susanna Mameli: tra canti tradizionali e azioni sceniche, emerge la vita avventurosa della fanciulla, riapparsa dopo la lunga latitanza nella sua casa, in abito da sposa, per l’ultimo viaggio. La sua figura, ammantata di fascino e mistero, insieme alla tragica fine, appartiene ormai all’immaginario dell’Isola, con episodi veri o inventati che ne alimentano il mito di donna combattiva e fiera: i suoi compagni di viaggio, nello spettacolo a misura di giovanissimi e famiglie, sono le marionette di Bobore, Onorato, e Don Diego Moro «per una fiaba interamente immersa nella suggestione di una terra antica e magica come la Sardegna».

Biglietti: intero €5, ridotto €4 (residenti quartiere Is Mirrionis / under 25 / over 65 / abbonati CeDAC).

Info e prenotazioni: cell. 351.6862271 (anche WhatsApp) – e-mail: biglietteria.teatrotse@gmail.com.

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