“Su Prugadoriu”: la festa delle anime tra tradizione, cultura, storia ed enogastronomia

A Seui il 31 ottobre e il 1° novembre la 27ª edizione, ospitata dallo scenario incantevole del centro storico

Su Prugadoriu 2019. 📷 Comune di Seui

Seui. Non è Halloween ma neppure la solita sagra: “Su Prugadoriu” è la manifestazione culturale dedicata ai riti de “Is animas”. A Seui la 27ª edizione, il 31 ottobre e 1° novembre: due giornate di festa tra cultura, storia, tradizione, enogastronomia e molto altro ancora.

In tempi di globalizzazione, un atto di resistenza culturale, curato dal Comune di Seui: la rievocazione autentica del culto ancestrale delle anime che incrocia identità e schegge di storia della comunità seuese. Una dimensione di festa e convivialità.

Lo scenario, quello incantevole, del suo esteso centro storico, immersi nelle suggestioni che le vie strette, di impianto medievale, evocheranno tornando ad animarsi di vita, musica, allegria e naturalmente il ristoro del cibo e del vino, quelli veri della tradizione. L’occasione giusta per scoprire o ritrovare un grande paese, Seui, senza tralasciare i tesori del suo immenso patrimonio naturalistico, la foresta Montarbu e altre meraviglie.

La prima edizione di “Su Prugadoriu” è datata 1996 e nacque dall’idea di un gruppo di amici; con il tempo, si è affermata come la più significativa manifestazione nell’Isola, dedicata al culto de “Is animas”, diffuso in tutta la Sardegna, sostenuto da una mole di leggende e racconti.

Secondo la tradizione popolare, nella notte tra il 31 ottobre e il 1°novembre, le anime del purgatorio violerebbero, dal tramonto all’alba, il confine tra il mondo delle ombre e quello dei vivi, a cercare conforto o chissà, forse, indurre alcuni a seguirle oltre il limite della vita terrena. Come vuole la leggenda cantata dall’artista nuorese Piero Marras.

In un paese, non meglio precisato della Sardegna, un uomo, mentre, a notte fonda,  rincasava, s’imbattè in una folla disposta in un grande ballu tundu; quando la comitiva festante prese ad incitarlo affinchè si unisse ai balli, l’anonimo, protagonista del racconto, riconobbe i volti di compaesani ormai passati a miglior vita, e prontamente ma con garbo, perché con le anime erranti non si sa mai, declinò l’invito: “Adesso ballate voi che i balli sono i vostri, quando arriveranno i nostri, balleremo noi”.

Lo stesso spirito di prudenza animò i progenitori seuesi che, per esorcizzare le inquietudini intorno all’eterno mistero dell’aldilà, ricorsero ai riti dedicati alle anime del purgatorio. Il compito dei più piccoli, all’imbrunire era di scorrazzare cercando, di porta in porta, offerte per le anime, mentre agli adulti spettava di propiziare pace ai trapassati attraverso un altro simbolo eterno, il dono, perlopiù di frutti e qualche dolce.

A questo link il programma completo.

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