“Sinnos & Mudas”: Sorgono si mette in vetrina

Il 25 e 26 novembre la rassegna nel capoluogo del Mandrolisai punta sul folklore e sull’archeologia del territorio con visite guidate, convegni e spettacoli dedicati al canto a tenore e la musica di Matteo Leone

“Sinnos & Mudas”, un nome originale e perfetto per esprimere la Sardegna, quella che viene da lontano e quella che verrà, quella che vorremmo diventasse. È la rassegna in programma a Sorgono nell’ultimo weekend di novembre, per raccontare in particolare il Comune situato nel centro dell’Isola. Due giorni in cui ci sarà spazio per la musica, l’archeologia, la storia, le arti, le culture, il turismo sostenibile.

Sorgono, baricentro geografico della Sardegna, è il capoluogo storico del Mandrolisai. Il borgo sorto in mezzo al granito vanta tradizioni affascinanti, cultura e archeologia, che vuole continuare a coltivare e promuovere, o in altre parole non vuole lasciare inespresse queste potenzialità. Nasce con queste premesse la rassegna voluta dall’Amministrazione comunale e programmata per le giornate di sabato 25 e domenica 26 novembre.

Promuovere la conoscenza dei beni culturali del territorio, con particolare attenzione per l’insediamento megalitico di Biru ‘e concas, è il primo obiettivo di “Sinnos & Mudas”, segni e cambiamenti, nella traduzione letterale. Ma perché questi cambiamenti, questi rinnovamenti vadano nella direzione giusta occorre uno spirito costruttivo e un’adeguata conoscenza della società. Ne consegue la programmazione di una rassegna che prevede incontri con importanti personaggi della cultura, convegni e spettacoli.

Il viaggio storico dal prenuragico all’evo moderno, tra siti sacri, santuari e archeologia, inizierà già dalla mattina del sabato, con le visite guidate a partire dalle 09:00 presso i siti di Talei e Biru ‘e Concas. Per quest’ultimo in particolare è previsto il bis domenica, per l’intera giornata, dalle 10:30 alle 16:30, quando il sole sarà ormai al tramonto. E sarà possibile raggiungere il sito anche con il Trenino Tour del Mandrolisai.

Archeologia, ma anche tradizioni. A Casa Cubeddu è infatti in programma la mostra delle maschere sorgonesi a cura dell’Associazione Culturale Mandra Olisai. L’arcaica maschera de Is Arestes, sovente accompagnata da quella de s’Urtzu pretistu, è stata riscoperta pochi anni fa. Indossa pelli di capra, pecora e bue lunghe fin sotto le ginocchia, mentre sulle spalle porta “sa carriga”, ossa di animali.

La rassegna dedica ampio spazio alla convegnistica. Sabato sera alle 17:00, presso il Teatro Murgia, il primo appuntamento dal titolo “Boghes e Tragios. L’anima antica del canto sardo: arcaicità e prospettive del canto a tenore”, che prevede l’intervento di diversi professionisti del settore, quali Sebastiano Pilosu, Marco Lutzu e Gigi Oliva. Il moderatore sarà Antonio Murru. Sono previsti diversi intermezzi musicali, a cura di Cuncordu Sorgonesu, Coro Gavino Gabriel Tempio Pausania, Tenore Su Riscattu di Lodè, Cuncordu Sas Battor Colonnas Scano Montiferro, Tenore di Oliena Populu Sardu, Cuncordu Gennargentu Fonni e Coro di Bosa. La serata si concluderà con una degustazione finale con i vini delle cantine sorgonesi.

Domenica mattina altra conferenza, dedicata stavolta a Biru ‘e Concas, con la storia degli scavi e le prospettive riguardo studi e sviluppo. È previsto l’intervento di Enrico Dirminti, funzionario archeologo per il territorio di Sorgono; per la presentazione del libro della Soprintendenza di Nuoro sugli scavi nel sito sono diversi i relatori chiamati a intervenire: Patrizia Tomassetti, Luisanna Usai, Franco Campus, Emanuela Atzeni, Francesco Urgu e Angelo Saba; coordinerà i lavori Antonio Cau. In serata invece al Museo dei Segni spazio all’workshop di danza, canto e strumento a cura dell’Associazione Culturale Gruppo Folk Sorgono, dei Cuncordu Sorgonesu,di Sergio Putzu e Costantino Lai.

Il gran finale del festival porterà sul palco del Teatro Murgia Matteo Leone, per il live della sua ultima fatica musicale. Raixe è un album che unisce sponde diverse: unisce queste terre alla dimensione totale del mò (il mare), unisce la chitarra sarda ad altri cordofoni come il saz e il bouzouki, unisce le esperienze del mi (io) e del niotri (noi) in un’opera che va ‘a ritroso’, alla ricerca delle sue radici. Il cantante ha infatti avviato il suo percorso musicale suonando le percussioni nella Banda di Calasetta e ha poi scoperto il Jazz a Bologna, con particolare propensione verso le avanguardie. Tornato in Sardegna, ha approfondito la batteria jazz e poi la chitarra, dedicandosi soprattutto al blues. Senza dimenticare le sue origini, l’Africa, dove ha vissuto un anno, e Calasetta, una volta giunto in America, nelle zone del Delta Blues, si è dedicato alla ricerca artistica per scoprire la storia del genere musicale e i suoi protagonisti, per capirne il senso profondo. Ed è così arrivato all’Afroblues e alla musica del deserto; il Tabarchino del suo paese ne fa cornice.

“Il paese ha ormai una consolidata esperienza nella promozione del proprio territorio, skill che con questa nuova rassegna rinnoviamo – spiega il Sindaco Franco Zedde -, puntando soprattutto sull’archeologia e sul folclore, sui canti a tenores. Il gruppo locale sta ottenendo infatti ottimi risultati nelle varie iniziative nelle quali è stato chiamato a partecipare e ha raccolto con entusiasmo la mia proposta di essere protagonista di Sinnos & Mudas. Nonostante il poco tempo a disposizione abbiamo studiato un programma articolato, che mette in risalto la nostra cultura, grazie anche alla collaborazione della Soprintendenza relativamente alla parte archeologica. Auspichiamo quindi una buona riuscita della manifestazione, anche perché vorremmo fosse la prima edizione di una rassegna da perpetrare negli anni” conclude il Primo Cittadino.

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