Al Temporary Storing di Cagliari la mostra collettiva “La memoria dell’acqua”

Dal 24 giugno al 15 luglio 2022 il primo appuntamento del festival “Cagliari Urbanfest – Generazioni Metropolitane”

La mostra collettiva “La memoria dell’acqua”

Venerdì 24 giugno, alle 18:30, il Temporary Storing aprirà le sue porte al pubblico con la collettiva “La memoria dell’acqua”, primo appuntamento del festival Cagliari Urbanfest – Generazioni Metropolitane.

La mostra, ospitata dalla galleria della Fondazione per l’arte Bartoli Felter e curata dall’Associazione culturale Asteras, propone le opere di Matteo Campulla, Giulia Casula, Alessandro Lobino, Alberto Marci, Sabrina Oppo, artiste e artisti sardi residenti nell’Isola che operano a livello nazionale e internazionale.

Partendo dal concept su cui ruota il festival, l’ambiente e la sostenibilità, la mostra si focalizza sullo stato di emergenza in cui versa l’ecosistema terrestre, con particolare attenzione verso il bene primario per la vita sulla Terra: l’acqua. Le opere esposte indagano i molteplici significati e significanti del tema proposto, che idealmente volge lo sguardo al lungomare di Sant’Elia, nella cui area si realizzeranno gli interventi di arte urbana. Il mare che lo circonda è un tutt’uno con quello di oceani e mari lontani. È il più esteso ecosistema del Pianeta, fortemente compromesso dall’impatto delle attività antropiche. È sostanza primordiale da cui si è generata la vita e nella quale è impressa la storia evolutiva della Terra.

Video installazioni, interventi site-specific, assemblaggi di materiali eterogenei, fotografie, stampe artistiche realizzata con tecniche miste, una pluralità di media e di ricerche visive mediante le quali le artiste e gli artisti in mostra offrono riflessioni e connessioni linguistiche inedite che compongono un quadro critico e dialettico intorno a questa tematica di stringente attualità.

L’inaugurazione sarà accompagnata dalle musiche di Nicola Agus (Cagliari, 1982) compositore e polistrumentista che dedicherà una performance al tema della mostra, utilizzando l’acqua come strumento sonoro.

Dal 24 giugno al 15 luglio 2022
Temporary Storing – Fondazione Bartoli Felter Via 29 Novembre 1847 – 3/5
Orari: lunedì-venerdì ore 17:00‐19:30
Ingresso gratuito

Matteo Campulla (Iglesias, 1982) è un artista interdisciplinare, influenzato dalla cultura contemporanea e dalla contaminazione tra i linguaggi. Lavora principalmente attraverso il digitale e i nuovi media, mescolando la sua formazione artistica con quanto appreso come tecnico di produzione televisiva, che trova quindi nel suono e nel video la sua massima espressione. Utilizza sin da subito il glitch e l’errore come descrizione estetica della crisi contemporanea dell’individuo e della sua percezione della realtà, nel loop del quotidiano iperconnesso.

Giulia Casula (Cagliari, 1977) ha conseguito la Laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e studiato all’Esbam di Marsiglia. Si è specializzata in “Arti Visive e Curatoriali” alla NABA di Milano. Ha collaborato con il dipartimento di didattica dell’arte del Museo MAN di Nuoro alla progettazione e alla realizzazione di mostre, progetti speciali e attività educative. Ha partecipato inoltre a residenze e workshop con artisti di fama internazionale come Dora Garcia, Liliana Moro e Alberto Garutti. Ha esposto i suoi lavori in Italia e all’estero collaborando con spazi istituzionali, gallerie indipendenti e musei.

Alessandro Lobino (Torino, 1975) si è formato all’Accademia di Belle Arti di Sassari. La sua ricerca parte dalla pittura e arriva alla sperimentazione di diversi materiali, sino al suo attuale linguaggio visivo, basato sull’uso della resina e di diversi materiali organici, prelevati da diverse tipologie di sottosuolo. Le sue opere sono “fossili contemporanei” caratterizzati dall’accumulo di scorie, di materiali inquinanti e abbandonati in strati di decomposizione.

Alberto Marci (Cagliari, 1985) ha compiuto gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze nella sezione Grafica d’Arte e alla Fundacion Ciec a Betanzos (Spagna). Ha partecipato a diverse residenze d’artista tra cui: Master di ricerca di Casa Falconieri dal 1999 al 2009, “1° Encuentro Alfara-CIEC” a Salamanca, Residencias de la “Bienal de Cerveira” in Portogallo, Stazione dell’Arte a Ulassai, Progetto Borca a cura di Dolomiti Contemporanee a Borca di Cadore, La Ceiba Grafica a Coatepec (Messico), Contemporanea al LAQ. Parallelamente all’attività di ricerca, si dedica all’insegnamento delle tecniche di stampa, all’editoria d’arte e a progetti speciali di design applicato all’editoria.

Sabrina Oppo (Oristano, 1979) si è formata all’Accademia di Belle Arti di Sassari. Nella sua pratica artistica, sia in linea teorica che progettuale, la vita e la morte sono inscindibili, e governano il ritmo degli elementi, della materia che muta forma e così occupa diverse tipologie di spazio. Il linguaggio dell’artista è intermediale e connotato dall’utilizzo di materiali organici, espressione dello stretto rapporto con la natura, e materiali di riciclo. In ogni progetto si rintraccia la riflessione sull’esistenza e sulle sue dinamiche, giocate sulla capacità di analizzare limiti e possibilità.

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