A “Corpi in Movimento” l’omaggio ai “Balletti russi” di Sergei Diaghilev

Il 23 luglio proseguono gli appuntamenti del festival all’ex cava di tufo di Sennori tra la storia e la leggenda della danza

"Prélude à l’après midi d’un faune" di Amedeo Amodio

"Prélude à l’après midi d’un faune" di Amedeo Amodio

La cava di Sennori come il Théâtre du Chatelet di Parigi per celebrare la grande danza sotto un cielo di stelle nell’omaggio ai leggendari “Balletti russi” di Sergei Diaghilev. Il 23 luglio alle 21:30 il festival “Corpi in movimento” presenta lo spettacolo “Soiréè Russe” proponendo due capolavori assoluti quali “Prélude à l’après midi d’un faune” e “La Sagra della Primavera” prodotti dalla Daniele Cipriani Entertainment.

Una serata con straordinari interpreti di fama internazionale per rievocare una delle pagine più significative della storia della danza. Una pagina artistica nata a inizio Novecento dall’incontro tra l’impresario teatrale russo Sergei Diaghilev e figure luminose come Anna Pavlova e il genio del balletto Vaslav Nijinsky, poi Igor Stravinskij e Claude Debussy, Lèon Bakst e Picasso. A partire dal celebre teatro parigino, l’incontro tra la cultura russa e il teatro occidentale ampliò i confini della danza trasformandola nel cuore di straordinarie opere d’arte in movimento, in cui soggetto, musica, scenografia e costumi si fondono nei rispettivi elementi d’eccellenza.

“Prélude à l’après midi d’un faune” è un passo a due di grazia e sensualità nella versione di Amedeo Amodio tratta dal balletto originale di Nijinsky, che destò parecchio scandalo al suo debutto parigino del 1912. Dopo l’esordio al Festival dei Due Mondi di Spoleto con le scene di Giacomo Manzù più volte riproposte alla Scala di Milano, l’opera arriva a Sennori nell’interpretazione di Susanna Elviretti e Mattia Tortora, solisti della Daniele Cipriani Entertainment.

Sulle note musicali di Claude Debussy, le sinuosità dei corpi descrivono il risveglio dei sensi di un Fauno, per ricreare atmosfere di ideale classicità sfiorate dai versi di Stéphane Mallarmé. Nel finale le melodie penetranti di Igor Stravinskij introdurranno la bellezza de “La Sagra della Primavera”, nella versione coreografica di Uwe Scholz interpretata in solo da Mattia Tortora, unico protagonista su cui incombono le grandi immagini proiettate sul fondale. Attraverso un racconto intimo che parla di vita, solitudine e conflitto, la composizione rievoca un rito pagano di fertilità che si chiude con il sacrifico di una giovane per il risorgere della nuova stagione. Al debutto parigino nel 1913, le note possenti di Stravinskij insieme alla coreografia spigolosa di Nijinsky generarono un linguaggio coreutico completamente nuovo, consegnando alla storia il primo vero balletto moderno.

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