La strage silenziosa e la lotta per la giustizia, a Cagliari la proiezione del documentario “Polvere. Il grande processo dell’amianto”

Appuntamento venerdì 24 maggio nella sede della Fondazione Siotto. Nell’occasione sarà ospite Andrea Prandstraller, uno degli autori del documentario

"Polvere. Il grande processo dell’amianto" documentario di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller

Una serata dedicata al tema dei danni provocati dall’amianto, sulla salute e sull’ambiente. A proporla è la Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto” che venerdì 24 maggio alle 18 nella sua sede di via Dei Genovesi 114 a Cagliari proietterà il pluripremiato documentario di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller “Polvere. Il grande processo dell’amianto”.

A pochi giorni dalla decisione choc della Corte di Cassazione, che ha annullato la condanna per le vittime dell’amianto nel processo Eternit bis, e dalla morte di Franco di Mare, giornalista inviato in passato in zone di guerra in cui la fibra killer era presente in grandi quantità, la questione ritorna più che mai attuale.

Alla proiezione sarà presente lo stesso Andrea Prandstraller che parlerà di questo lavoro in dialogo con il direttore della Fondazione Siotto, Francesco Accardo, e la consigliera d’amministrazione, Alice Deledda. Al termine della visione si aprirà il dibattito con il pubblico.

“Polvere. Il grande processo dell’amianto” è un racconto che si snoda attraverso i primi mesi delle udienze del processo penale contro i padroni internazionali dell’amianto, a Torino, il primo al mondo che ha visto sul banco degli imputati non i dirigenti aziendali ma i suoi proprietari.

Le accuse a carico del barone belga De Marchienne e del miliardario svizzero Shmidheiny sono pesanti: strage volontaria e omissione di cautele sanitarie. Gli accusati sono due dei principali azionisti della multinazionale dell’Eternit, il gigante svizzero-belga che per 70 anni ha dominato il mercato mondiale.

Una comunità intera, quella della piccola città di Casale Monferrato, in Piemonte, lotta per ottenere giustizia per i suoi quasi 300 morti. Una vicenda che si svolge in uno scenario internazionale di catastrofe silenziosa, sempre presente nel film, in cui la produzione di amianto ha ripreso a crescere grazie all’enorme consumo delle economie in rapido sviluppo come India, Cina e Russia. La lobby dei paesi esportatori con in testa il Canada (che lo producono e lo esportano nei paesi in via di sviluppo, ma non lo usano) è potentissima e agisce nelle sedi internazionali per influenzare le politiche dei singoli paesi.

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