Parata di stelle a Lo Quarter di Alghero per il cartellone dell’Estate 2022 firmato CeDAC

Tra i protagonisti Michela Giraud, la cantautrice Alice, Moni Ovadia, Vanessa Scalera e l'attrice-danzatrice Silvia Battaglio

Vanessa Scalera e Antonello Aprea

Vanessa Scalera e Antonello Aprea

Ironia al femminile tra epopee cavalleresche e favole moderne con un omaggio in musica a Franco Battiato: parata di stelle nell’Estate 2022 a Lo Quarter di Alghero firmata CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio del Comune di Alghero e il contributo della Fondazione Alghero, con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Cinque titoli in cartellone tra luglio e settembre inseriti nella ricca programmazione della stagione più calda sulla Riviera del Corallo, tra danza e musica, sapienti intrecci fra letteratura e teatro e strali satirici e pungente umorismo nello stile del cabaret. Viaggio tra storie fantastiche e archetipi dell’immaginario, canzoni d’autore e melodie popolari, tragedie familiari e fughe dall’incubo per un’Estate 2022 ricca di emozioni con alcune delle produzioni più interessanti d’oltre Tirreno: il programma di spettacoli en plein air nella città catalana, nella suggestiva cornice de Lo Quarter, si arricchisce di nuovi imperdibili appuntamenti nel segno della cultura e della bellezza.

Incipit scoppiettante domenica 10 luglio alle 21 con “La verità, nient’altro che la verità. Lo giuro… Reloaded!”, irresistibile one-woman-show con tutta la verve e la cifra graffiante di Michela Giraud, artista di spicco della comicità italiana – da Colorado e Sorci Verdi, a Challenge4, Natural Born Comedians e CCN – Comedy Central News, senza dimenticare Sbandati e La TV delle ragazze – Gli Stati Generali 1988-2018 e dal 2020 CCN – Il Salotto con Michela Giraud, ma anche LOL – Chi ride è fuori, Le iene, C’era una volta… L’amore e le serate-evento di Michelle Impossible su Canale 5. Sul web con Vegan Chronicles accanto all’irresistibile Educazione Cinica, L’insostenibile esigenza dei social e Tutti a casa, mentre in teatro spazia da Luigi Pirandello a Alan Ayckbourn e Dario Fo, da Samuel Beckett a Sofocle, per approdare al Fringe Festival nella sezione Stand Up Comedy, e sul piccolo e sul grande schermo alterna film come “Permette? Alberto Sordi” e “Maschile singolare” alle serie Tv. Nella città catalana Michela Giraud propone una versione “rivisitata” del fortunato monologo dove parla delle controindicazioni del successo e del ruolo delle madri come “generatori di ansia”, «fino a una denuncia contro la “setta delle curvy” e a uno studio antropologico sulle “fregne con l’ukulele” e sulla “categoria protetta dei maschi bianchi etero”» mettendo l’accento su manie e tic di una generazione.

Omaggio a uno degli artisti più amati del panorama della musica leggera italiana (e non solo) sabato 16 luglio alle 21 con il concerto “Alice canta Battiato”, dove la cantautrice reinterpreta, sulle note del pianoforte di Carlo Guaitoli, alcuni tra i brani più conosciuti e altri più esoterici del maestro siciliano. «Il compositore e autore che sento più vicino e affine, non solo musicalmente, è sicuramente Franco Battiato – rivela Alice, al secolo Carla Bissi. L’artista forlivese ha all’attivo un’intensa carriera dagli esordi, giovanissima, all’inizio degli Anni Settanta, al successo europeo con “Il vento caldo dell’estate” e l’album “Capo Nord”, e a seguire “Gioielli Rubati”, “Park Hotel”, “Il sole nella pioggia”, “Exit” e “God Is My DJ”, fino a “Weekend”, accanto a importanti collaborazioni e excursus nella musica classica sacra e profana.

«Interpreto canzoni che appartengono ai suoi diversi periodi compositivi, alcune mai cantate prima d’ora e altre che abbiamo cantato insieme per la prima volta nel 2016, nel Tour Battiato e Alice», racconta la cantautrice. «E poi non ho potuto fare a meno di una breve incursione anche nelle sue cosiddette canzoni mistiche, senza dimenticare quelle nate dalle nostre numerose collaborazioni a partire dal 1980 e che abbiamo scritto insieme come “Per Elisa”, i nostri duetti oserei dire storici e anche i brani che Franco ha scritto più recentemente per me, “Eri con me” e “Veleni”, inclusi rispettivamente nei miei ultimi album “Samsara” e “Weekend”».

Ritratto di famiglia tra gelosie e drammi giovedì 28 luglio alle 21 con “La storia di Re Lear” di Melania G. Mazzucco, nell’interpretazione di una intensa Vanessa Scalera, con sonorizzazioni e live electronics di Antonello Aprea, per la regia di Francesco Frangipane – produzione Argot Produzioni e Pierfrancesco Pisani in coproduzione con Estate Veronese. Una pièce originale e avvincente che si ispira alla celebre tragedia di William Shakespeare ma anche alla novellistica popolare e ai racconti dei menestrelli, per riportare alla luce il nucleo originario di una vicenda incentrata sui legami d’affetto e di sangue, gli antagonismi e le lotte per il potere. Una storia emblematica in cui l’adulazione vince sulla sincerità, la vanità ferita cerca vendetta e troppo tardi emerge – grazie a un folle, nella versione elisabettiana – la verità: Melania Mazzucco riscrive la trama, attinge alle radici più remote, agli archetipi dell’immaginario, per riproporla con sensibilità contemporanea.

Sotto i riflettori l’attrice Vanessa Scalera, artista dal solido background teatrale, che ha debuttato sul palcoscenico con Johnny Dorelli e recitato con Massimo Dapporto, per poi approdare al cinema, dove è stata diretta da registi come Marco Bellocchio, Michele Placido, Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, che l’ha voluta come protagonista del film tv “Lea”, prima del successo televisivo nel ruolo del sostituto procuratore Imma Tataranni.

Viaggio nell’epica tra parole e note sabato 6 agosto alle 21 con “Baiardo e Brigliadoro / Cavalli e paladini dall’Opra dei Pupi” con un istrionico affabulatore e cantante come Moni Ovadia accanto all’attore e cantautore siciliano Mario Incudine e al musicista e compositore Antonio Vasta, per riscoprire il fascino delle mirabili imprese e gli inattesi amori di eroi ed eroine – nell’ambito del progetto su “Il Canto del Rinascimento italiano” ideato e diretto dal regista Sergio Maifredi – produzione Teatro Pubblico Ligure. Un affresco dell’Età Medioevale trasfigurata in poesia attraverso la penna di artisti come Ludovico Ariosto, che attingendo alla ricca tradizione della chanson de geste, nel solco dell’incompiuto “Orlando innamorato” di Matteo Maria Boiardo, ha creato le sue «storie di avventura, amore, follia, incantamenti, duelli, inseguimenti, fede e magia, perdite e ritrovamenti». In Sicilia le intricate vicende di Orlando, Angelica e Ruggero, diffusesi sotto la dominazione dei Normanni, sono diventate parte della cultura popolare grazie all’Opera dei Pupi: «di piazza in piazza, davanti al popolo e ai nobili, numerosi cantastorie mille e mille volte nel corso dei secoli hanno aperto il cartellone dipinto e iniziato a raccontare le storie dei cavalieri di Francia». In “Baiardo e Brigliadoro” quei racconti assumono un’inedita prospettiva attraverso lo sguardo di due destrieri che portano in groppa i paladini e ne condividono il destino.

Una antica favola per un finale fantastico domenica 18 settembre alle 21 con “La Sposa Blu” (produzione Zerogrammi in collaborazione con Biancateatro), una originale “scrittura di scena” liberamente ispirata a “Barbablù” di Charles Perrault: un progetto dell’attrice e danzatrice Silvia Battaglio, anche protagonista sotto i riflettori insieme alle splendide marionette della Collezione Toselli, per una storia emblematica di sopraffazione e di rinascita, in fuga dall’orrore verso la libertà.

La performance è incentrata sulla sposa di Barbablù che «non conformandosi al classico femminile delle fiabe e non omologandosi ai dettami del consorte, opta per una sorta di ‘legittima difesa’ e si oppone al violento destino che il marito vorrebbe consegnarle». “Puoi aprire soltanto le porte delle stanze che dico io”: parole che contengono una implicita minaccia e segnano un limite invalicabile: «è dunque nel rifiuto di questo ricatto che “La Sposa Blu” decide di aprire la porta segreta, al di là della quale scopre i corpi occultati delle precedenti marionette-spose che, tornando in vita, scivolano dentro un ‘racconto’ sospeso tra fiaba e realtà, dove l’elemento della trasgressione assume il valore di una redenzione salvifica».

Una trama ben nota, quasi un archetipo della violenza di genere che in una chiave onirica e immaginifica insegna a ricercare «la luce che abita nei luoghi arcani dell’oscurità» in un viaggio alla scoperta di se stessi e della verità nascosta dietro le apparenze.

Biglietti €20, abbonamento 5 spettacoli €70. Per informazioni: cell. 349.4127271 cedacsardegna.it

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