L’intreccio tra arte e natura nel segno di Maria Lai: a Ulassai la prima Biennale d’Arte Contemporanea

Il sindaco di Ulassai Giovanni Soru e il direttore artistico della Biennale Gianni Murtas raccontano il nuovo progetto dedicato all’artista

Ulassai, Biennale d'arte contemporanea: l'opera AIR di Idem Studio alla stazione dell'arte a Ulassai

L'opera AIR di Idem Studio alla Stazione dell'arte

Il Museo a cielo aperto di Ulassai, il borgo dell’Ogliastra che ha dato i natali all’artista Maria Lai ed è indissolubilmente legato alla sua figura, a partire dalla Stazione dell’arte che custodisce gran parte delle sue opere, si arricchisce e si amplia grazie al percorso concettuale “Progetto e destino”, la prima Biennale d’Arte Contemporanea nata per celebrare il profondo legame tra l’artista, la comunità e il territorio.

L’esposizione, visitabile fino al 6 ottobre 2024 e promossa nell’ambito del Progetto Borghi finanziato dal PNRR, coinvolge 23 artisti appartenenti a generazioni e background culturali differenti ed è dislocata tra le sale della Stazione dell’arte e quelle del CaMuC, la Casa Museo Cannas recentemente ristrutturata.

«Il progetto di Casa Cannas è iniziato 20 anni fa», racconta il sindaco di Ulassai Giovanni Soru. «Nel 2003 Maria Lai si disse disponibile a una donazione a favore del Comune, a condizione che si realizzasse subito un museo; si pensò a Casa Cannas, ma io feci presente che la ristrutturazione avrebbe comportato tempi piuttosto lunghi e proposi di fare un sopralluogo nei locali della ex stazione ferroviaria. Maria si innamorò dell’edificio e diede il suo assenso alla realizzazione della Stazione dell’arte, che nacque di lì a poco».

Oggi, dunque, il CaMuC rappresenta un importante ampliamento del progetto voluto da Lai e, insieme alla Stazione, dimostra quanto l’arte possa incidere sullo sviluppo del territorio: «Nel 2022 Ulassai, selezionata per il Progetto Borghi, ha ricevuto uno stanziamento di 20 milioni di euro: senza l’opera di Maria Lai e il suo agire per il territorio non avremmo potuto vincere questo bando, che ci permette di lavorare su due settori strettamente legati, arte e ambiente», spiega Soru. «Nella provincia di Nuoro, dopo il capoluogo, Ulassai è l’unico centro che ha due musei aperti: ci stiamo dunque proponendo come un importante presidio culturale del territorio».

Il titolo “Progetto e destino” si ispira alla raccolta di saggi omonima del critico e storico dell’arte Giulio Carlo Argan; come ha raccontato il direttore artistico della Biennale Gianni Murtas, si fa riferimento al fatto che l’arte contemporanea sia legata al contesto sociale e ambientale in cui si sviluppa: «Questo è ancor più evidente nel caso di Maria Lai, che viene considerata tra le inventrici dell’arte pubblica e a Ulassai ha orientato fin dall’inizio la Stazione verso l’attenzione al presente, non solo con finalità di conservazione; per questa ragione, abbiamo sollecitato gli artisti a sviluppare ulteriormente il tema del rapporto tra arte e natura, storia e presente».

Tra i protagonisti dell’esposizione, Danilo Sini, che Lai indicò come suo continuatore per la multiformità di tecniche utilizzate e la capacità di connettere il particolare all’universale: «Danilo presenta un’opera legata alla capretta sulla rupe di Maria, che diventa “il bambino sulla rupe”, realizzato in fibra di cocco artificiale», spiega Murtas. «Silvia Argiolas invece propone un grande dipinto che si ispira alla fiaba di Maria “Tenendo per mano il sole”, con un’interpretazione viscerale, dalla fortissima componente erotica».

Marco Loi nasce a Samugheo ed è dunque legato alla tradizione dell’arte della tessitura: «Le “radici tessili”, reinterpretate grazie al suo percorso culturale tra Urbino e l’Olanda, lo hanno portato a realizzare un arazzo costruito come un algoritmo, che prende spunto da luoghi interdetti come le basi militari», racconta Murtas. «Ancora, Silvia Idili propone una riflessione sul ruolo della donna, con una figura femminile in cui la geometria accattivante delle forme nasconde il viso; Idem Studio, trio di artisti sardo-piemontese-marchigiano, ha realizzato una frana fatta di coriandoli, che non solo evoca il passato di Ulassai, ma collega visivamente l’edificio della Stazione a quello del CaMuC».

Gli artisti coinvolti hanno contribuito in piena libertà a comporre il variegato mosaico della Biennale: «Speriamo che alcuni di loro possano incidere sul territorio, proprio come Maria», conclude Murtas. «Tuttavia un artista, per quanto si faccia interprete sociale, da solo non può realizzare molto, le istituzioni e le comunità devono collaborare affinché ci sia continuità nei progetti». La speranza, dunque è quella di vedere i frutti di queste azioni a lungo termine, perché, come sosteneva Lai: «La gente ha più bisogno di arte di quanto non sappia».

Exit mobile version