Al Teatro Comunale “Maria Carta” di Villaspeciosa prosegue la stagione teatrale organizzata da Abaco Teatro

Focus sulla drammaturgia contemporanea con sei spettacoli adatti a differenti fasce di pubblico in scena dal 5 febbraio al 16 aprile

“Jeffrey Dahmer / Il gioco delle ossa” di Abaco Teatro e NudiCrudi

Miti e leggende della Sardegna e un omaggio ad Antonio Gramsci, ma anche un viaggio alla scoperta della Storia e degli “eroi” dell’Isola a misura di giovanissimi, tra riletture di celebri fiabe popolari e ritratti d’artista ma anche la favola nera di Jeffrey Dahmer, il Mostro di Milwaukee: si alza il sipario sull’intrigante cartellone della Stagione Teatro Villaspeciosa | febbraio-aprile 2023 organizzata da Abaco Teatro con la direzione artistica di Rosalba Piras al Teatro Comunale “Maria Carta” di Villaspeciosa e realizzata con il patrocinio e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, con il patrocinio del Comune di Villaspeciosa e il contributo della Fondazione di Sardegna.

Inaugurazione – domenica 5 febbraio alle 19:30 – nel segno de “S’Accabadora” con drammaturgia e regia di Susanna Mameli (Anfiteatro Sud): un atto unico liberamente ispirato a “Le Serve” di Jean Genet, con musiche di Paolo Fresu, produzione videomapping e realtà aumentata a cura di Michele Pusceddu e Francesco Diana, per una vicenda che intreccia mito e realtà. Sotto i riflettori Marta Proietti Orzella e Elisa Pistis, nei ruoli rispettivamente di Antonia, s’accabadora (ma anche levadora e incantadora), colei che spezza il filo della vita ponendo fine ai tormenti di un’agonia e Speranzedda, che la serve e si prende cura della casa, ne custodisce i segreti. La pièce (già finalista al concorso Nuove Sensibilità del Festival Teatro Italia di Napoli, e vincitrice del Premio per la Miglior Drammaturgia al Roma Fringe Festival 2020) è incentrata sul rapporto tra le due protagoniste, sorelle unite da un legame di sangue e d’affetto, ma anche “antagoniste” in un crudele gioco al massacro che culmina con una terribile rivelazione. “S’Accabadora” trae spunto dalla figura leggendaria che incarna una forma di eutanasia ante litteram per raccontare il ruolo e la condizione femminile nella civiltà agro-pastorale, ma anche nell’Italia e nell’Europa di ieri e di oggi, i pregiudizi e le paure, i drammi silenziosi e la forza catartica di un estremo atto di pietas.

Il fascino di una vita d’artista, per un ritratto di Edith Piaf tra parole e note – domenica 19 febbraio alle 19:30 – con “Edith / La voce dell’anima” di OfficinAcustica, un concerto-spettacolo con testi originali di Anna Lisa Mameli e direzione musicale e arrangiamenti di Corrado Aragoni, sulla storia dell’indimenticabile “usignolo” che ammaliò l’Europa e il mondo intero. Un ideale viaggio nella Parigi del Novecento, sulle tracce di quella creatura dall’immenso talento e dalla voce straordinaria, intensa e struggente, capace di cantare la miseria e l’infelicità ma anche il sogno de “La Vie en Rose”, di conquistare il pubblico e riscattare attraverso l’arte un’esistenza segnata dalla tragedia, senza rinnegare il passato, come nella celebre: “Non, je ne regrette rien”. Sotto i riflettori la cantante e attrice Anna Lisa Mameli (voce) con Corrado Aragoni (pianoforte), Remigio Pili (accordeón), Massimo “Maso” Spano (contrabbasso) e Alessandro Garau (percussioni) per un tributo all’artista francese, icona della chanson, pasionaria dei derelitti, simbolo della Resistenza nella Francia occupata e raffinata interprete delle umane passioni. «Dai sobborghi di Parigi all’Olympia, fino alle tournée in America» – ricorda Anna Lisa Mameli – «Edith Piaf ha stregato il mondo con la sua voce “insanguinata”, che nemmeno l’alcool e la malattia hanno potuto incrinare… Una vita a voce spiegata, fino all’ultimo respiro».

Storia di un serial killer – domenica 5 marzo alle 19:30 – con “Jeffrey Dahmer / Il gioco delle ossa” di Abaco Teatro e NudiCrudi, con drammaturgia e regia di Dafne Turillazzi e Antonello Verachi, nell’interpretazione di Tiziano Polese: una pièce multimediale con (in video) Rosalba Piras (la madre di Jeff), Gerardo Ferrara (il padre) e Boucar Wade Konerax (una vittima), per una ricostruzione immaginifica e poetica della figura e delle tragiche gesta del Mostro di Milwaukee. Spettacolo il cui progetto iniziale risale a diversi anni fa, e che sempre insieme ad Abaco, fu finalista Premio Scenario. Una favola nera, in cui la solitudine dell’infanzia, la mancanza d’affetto e la crudeltà dei coetanei lasciano tracce indelebili sulla psiche di Jeffrey Dahmer, pluriomicida, autore di delitti efferati ma in qualche modo vittima, prigioniero di un’ossessione, alla ricerca di un amore impossibile che culmina in un rito di morte. «Quando ero bambino avevo inventato un gioco. Lo chiamavo il Paese dell’Infinito ed era un mondo popolato da Uomini Stecchino e Spirali» – racconta il protagonista –. «Gli Uomini Stecchino non avevano carne. Avevano la forma di un filo o di un grissino e il loro corpo era fatto di un solo ossicino, lungo e diritto. Stavano ciascuno per conto suo». “Jeffrey Dahmer / Il gioco delle ossa” è un tentativo non di giustificare, ma semmai di comprendere i meccanismi della mente, i traumi e gli squilibri alle radici di un comportamento fortemente deviante e asociale, in cui il protagonista ha sacrificato delle vite per il proprio piacere. Una storia estrema e tragicamente vera. Al termine dello spettacolo è previsto l’intervento della Criminologa Lorena Piras.

Tra fantascienza e storia – domenica 19 marzo alle 19:30 – con “Gli Eroi della Sardegna” di Origamundi, uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Ivano Cugia, in scena con Erika Carta e Daniele Pettinau (creatore dei simpatici pupazzi), per un ideale viaggio nel tempo alla (ri)scoperta di personaggi storici e leggendari dell’Isola. A far da guida, la professoressa Longobardi, che grazie a un ingegnoso macchinario, ovvero il “simulatore di storia sarda” ha l’opportunità di confrontarsi e di dialogare con un Gran Sacerdote del popolo degli Shardana, un pastore nuragico, inventore del canto a tenore, ma anche il soldato Josto, figlio di Amsicora, il condottiero sardo-cartaginese a capo della rivolta contro i romani e perfino la Giudicessa Eleonora d’Arborea. Un’occasione per approfondire alcuni episodi dell’antichità e del Medioevo e riflettere sul ruolo e la posizione strategica della Sardegna al centro del Mediterraneo, in particolare sulle ipotesi suggestive e sugli interessanti reperti dell’età nuragica. Fonti letterarie e storiche insieme a centinaia di torri di pietra permettono di immaginare una civiltà, forse potente, in relazione con i popoli e le città sulle coste del Mare Nostrum, ma anche con gli abitanti dell’Antico Egitto: una storia forse da riscrivere sull’Isola dei nuraghi… terra di “Giganti” e antichi (e moderni) eroi.

Nel mondo fantastico delle fiabe – domenica 2 aprile alle 19:30 – con “Bianca come la neve” de L’Effimero Meraviglioso, con Michela Cidu e Federico Giaime Nonnis, per la regia di Antonello Santarelli: un divertente e coinvolgente gioco meta-teatrale, in cui «lo spazio scenico diventa una sorta di baraccone delle meraviglie». La storia della sfortunata principessa Biancaneve, perseguitata da una perfida matrigna, che incarica uno dei suoi cacciatori di uccidere la fanciulla e portarle il cuore, sulla falsariga della fortunata versione dei Fratelli Grimm, rivive sul palco in una partitura rigorosa in cui si intrecciano diverse tecniche, dal teatro di figura all’uso delle maschere, dal teatro delle ombre alla commedia dell’arte. Sotto i riflettori attori e burattini, mentre le disavventure dell’orfana invidiata e odiata per la sua bellezza, costretta a fuggire e a nascondersi nel bosco, per essere poi accolta nella casetta dei Sette Nani, si complicano con la comparsa di personaggi come il Lupo disoccupato e il Cacciatore di buon cuore. “Bianca come la neve” ripropone in chiave ludica alcuni dei temi centrali delle fiabe popolari, mettendo a confronto personaggi e trame e coinvolgendo gli spettatori nel tentativo di tenere lontani gli “intrusi”, decisi a tutto per conquistare le luci della ribalta, quasi come i sei personaggi pirandelliani… con un finale tutto da scoprire.

Omaggio ad Antonio Gramsci, intellettuale, filosofo, politico e scrittore, personalità di spicco della cultura del Novecento – domenica 16 aprile alle 19:30 – con “Gramsci Antonio: presente!” del Teatro Actores Alidos: tra realtà e sogno, la pièce scritta da Rossana Copez e Marta Proietti Orzella, anche protagonista sulla scena insieme con Fausto Siddi, propone uno strano “incontro” tra una studentessa e l’autore dei “Quaderni del carcere”. Le parole profetiche di una delle menti più brillanti del secolo breve risuonano in una conversazione surreale, tra gli scaffali di una biblioteca dove l’adolescente Terry cerca materiali e ispirazione per una tesina scolastica. Focus sulla «sconvolgente attualità del pensiero di Gramsci», su come possa «“parlare” anche a un ragazzo di oggi» e su alcuni temi fondamentali, come sottolineano le autrici: «l’importanza della “resistenza”, dell’essere cittadino consapevole, il valore (e il privilegio) dell’istruzione, della lingua e delle proprie origini, di un’educazione libera (“lasciamo al bambino/bambina la libertà di scelta di abbigliarsi da maschio o da femmina”), della curiosità e dell’immaginazione che “non riconosce sbarre, non si può sbattere in galera”». Negli scritti dell’illustre figlio della Sardegna, anche un invito alla salvaguardia della natura, ma soprattutto la consapevolezza del «pericolo dell’indifferenza, perché “la storia non è un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto…”» e non prendere posizione significa permettere che siano altri a farlo, in base alle loro idee.

La stagione teatrale sarà impreziosita dalla mostra “Un pennello per il cinema” (5 febbraio – 16 aprile) che attraverso le opere di Angelo Cesselon, nel centenario dalla sua nascita, con i suoi ritratti ad acquarello dei più famosi e amati divi e dive del grande schermo, ha creato i manifesti di alcuni dei più grandi successi del cinema italiano del dopoguerra. Angelo Cesselon (1922–1992) ha dedicato tutta la sua vita alla pittura ed è stato uno dei più importanti maestri del manifesto di cinema nel mondo. In mostra alcune immagini dei bozzetti pittorici per manifesti realizzati dall’artista, che si dedicò alla pittura cinematografica di poster dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Un itinerario nella storia del cinema con i volti delle attrici e degli attori protagonisti di importanti film girati in Italia e nel mondo, per ritrovare il fascino della “fabbrica dei sogni”. La mostra sarà inaugurata alla presenza della dottoressa Alessandra Cesselon, figlia dell’artista, storica dell’arte e curatrice dell’Archivio Cesselon.

Abbonamento a 6 spettacoli: intero €35, ridotto €25. Biglietti: intero €7, ridotto €5. Biglietto speciale per le scuole: €3 a bambino. Riduzioni per bambini, studenti fino a 26 anni e tutti i residenti a Villaspeciosa. Info e prenotazioni: cell. 347.8928141 su WhatsApp.

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