“Vieni all’Opera al Teatro TsE”: domani in scena a Cagliari il Don Giovanni

La celeberrima opera di Mozart verrà interpretata dall’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta dal maestro Raimondo Mameli alle 19:30

Don Raimondo Mameli e Wofgang Amadeus Mozart

Don Raimondo Mameli e Wofgang Amadeus Mozart

L’arte della seduzione e la temerarietà di un libertino nel “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart, celeberrimo e affascinante dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte in cartellone domani, domenica 18 dicembre alle 19:30 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per il secondo appuntamento con la stagione musicale “Vieni all’Opera al Teatro TsE” 2022-2023 a cura del Teatro del Segno in collaborazione con l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro 2017-2026.

Una preziosa antologia di arie e duetti, accanto a avvincenti pagine strumentali, in una selezione di brani presentati in forma di concerto, nell’interpretazione dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” sotto la sapiente guida del maestro concertatore e direttore Raimondo Mameli, per mettere ancor più in risalto la forza evocativa della musica del grande compositore austriaco. Sotto i riflettori una interessante compagnia di canto, formata da giovani e già affermati talenti isolani: il baritono Giuseppe Matteo Serreli (nel ruolo di Don Giovanni), il basso Andrea Medda (Il Commendatore – Masetto), accanto ai soprani Chiara Loi (Zerlina), Federica Cubeddu (Donna Elvira) e Maria Grazia Piccardi (Donna Anna), insieme con il tenore Giansilvio Pinna (Don Ottavio) e il baritono Roberto Dettori (Leporello), che si cimentano con la scrittura virtuosistica e con le ammalianti e a tratti struggenti melodie di uno dei capolavori della storia del melodramma.

La trama è nota: Don Giovanni si insinua in casa di Donna Anna per tentare di sedurla, fallisce il colpo ma uccide in duello il padre di lei, il Commendatore; la fanciulla sviene e il suo fidanzato Don Ottavio giura vendetta. Intanto Don Giovanni si imbatte in Donna Elvira, sua “antica” fiamma, ancora innamorata di lui, che vorrebbe redimerlo; durante una festa di nozze, egli tenta a più riprese di rapire la sposa, Zerlina, sottraendola al suo Masetto, e infine è costretto a fuggire insieme a Leporello. Donna Anna ha riconosciuto la voce del suo aggressore, cui era andata a chiedere aiuto insieme con Don Ottavio, Zerlina e Masetto con gli altri contadini sono sulle sue tracce, ma tra inganni, travestimenti e scambi di persona Don Giovanni riesce a sottrarsi ai suoi nemici finché si presenta a lui la statua del Commendatore, per un funesto invito a cena che segna la fine del temerario, trascinato all’inferno da un corteo di demoni. Infine tutti gli altri personaggi si ritrovano riuniti a commentare la sorte di Don Giovanni e la punizione che attende i malvagi.

Se già Tirso de Molina nel suo “El Burlador de Sevilla y convidado de piedra” sanciva la condanna dell’ambiguo “eroe” punito per le sue colpe, dal traviamento di oneste fanciulle, alla violenza, l’inganno e perfino il delitto, tema che ritorna nelle molteplici declinazioni della vicenda, fra teatro e musica, tra cui “Dom Juan ou Le festin de pierre” di Molière e “Don Giovanni Tenorio” di Carlo Goldoni, nella fortunata versione di Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte il protagonista assurge a una sua misteriosa e cupa grandezza, sia pure in negativo, con una ricchezza di sfaccettature, un mutare di stati d’animo, un susseguirsi di pensieri e emozioni che riflettono la profonda irrequietezza, il gusto per i piaceri, l’abbandono alla voluttà ma pure l’ardimento di uomo in conflitto con la fede e la ragione, che si pone al di là del bene e del male.

Sulle note immortali del maestro salisburghese prende forma la personalità complessa e inafferrabile di un aristocratico, con tutta l’arroganza e il senso di superiorità della classe dominante, mentre la buona educazione maschera il gelo del suo cuore, nella caratterizzazione da “opera buffa” in cui il registro vocale del basso settecentesco (dunque un baritono o un basso-baritono) sembra voler sottolineare l’immoralità del suo agire, indegno della sua stirpe e del suo rango. La tragica fine di “Don Giovanni” è il frutto delle sue scelte e del suo comportamento, che infrange le leggi umane e divine; la sua dissolutezza e ancor più forse la sua indifferenza al dolore altrui, suscitano scandalo e gridano vendetta, così che quando la terra si spalanca ai suoi piedi e il Commendatore lo trascina con sé all’inferno, in un certo qual modo viene ristabilito l’ordine e fatta giustizia, grazie a un intervento del soprannaturale.

Biglietti: intero €15, ridotto €13 (riduzioni per residenti quartiere Is Mirrionis / under 25 / over 65 / abbonati CeDAC / spettatori Cinema Odissea), ridotto €7 (riduzioni per studenti / allievi scuole d’arte / operatori).

Per informazioni e prenotazioni: biglietteria.teatrotse@gmail.com – tel. 070.680229 – cell. 351.6862271 (anche WhatsApp)

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