Alla Galleria Comunale d’Arte la mostra “Passaggi in chiaroscuro” dedicata a Caterina Lai

Dal 17 dicembre al 5 maggio 2024, l’esposizione ripercorre l’ultimo ventennio di attività di una delle massime rappresentanti della ceramica artistica in Sardegna

"Passaggi in chiaroscuro", la mostra di Caterina Lai alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari

"Passaggi in chiaroscuro", la mostra di Caterina Lai alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari

Un importante riconoscimento alla produzione di una delle principali figure artistiche sarde è la mostra che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari dedica a Caterina Lai (Dorgali 1945) dal 17 dicembre al 5 maggio 2024 nella prestigiosa sede della Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, ripercorrendo l’ultimo ventennio di una delle massime rappresentanti della ceramica artistica in Sardegna.

Questa mostra – dice l’Assessora alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari – vuole essere un omaggio a una delle figure più rappresentative della ceramica artistica in Sardegna. Una personale che si inserisce a pieno titolo nel filone delle mostre che l’Assessorato ha voluto dedicare in questi anni ad alcune straordinarie donne e artiste come Lia Drei e Mirella Mibelli”.

Passaggi in chiaroscuro” ripercorre l’ultimo ventennio di attività di Caterina Lai, una delle massime rappresentanti della ceramica artistica in Sardegna. L’esposizione ci consente di conoscere alcune opere rappresentative dell’artista: i Licuccos adagiati come ciottoli su una distesa di sabbia, le veline di carta appese al soffitto, le formelle (Trittico, Frammenti, Mappe rampicanti) che compongono via via infiniti puzzle in cui si ricercano gli effetti pittorici e le preziose tarsie di un ricamo.

Sulle superfici le trame dei segni disegnano sagome antropomorfe, fondali marini, bestiari fiabeschi, orografie immaginarie, paesaggi osservati dall’alto. Accanto a questi paesaggi universali, modellati dalla secolare erosione del vento e del mare, Caterina Lai riporta gli appunti della memoria, scolpiti nell’argilla come modelli eterni che traggono linfa dal radicamento e dai segni del divenire storico.

La mostra è corredata da un catalogo con testo critico dello storico dell’arte Nico Stringa.

Caterina Lai (Dorgali 1945) è una delle massime rappresentanti della ceramica artistica in Sardegna. Dopo aver maturato varie esperienze nel campo della scultura e dell’incisione, si riappropria delle origini, trovando per la prima volta nel 1993 la vocazione naturale nella lavorazione dell’argilla. Recuperare le radici significa, per lei, ritornare alle origini dorgalesi e alla sua famiglia.

Il padre Simone Lai era uno dei protagonisti della scuola di ceramica di Dorgali, lo zio Salvatore Fancello, un promettente talento artistico riconosciuto a livello nazionale. Dalla madre Luisa Fancello, straordinaria ricamatrice, l’artista ha appreso l’arte del ricamo che trasferisce nelle superfici incise delle sue opere.

Il lavoro di Caterina Lai si distingue per la ricerca tesa al gusto per la materia “povera” della quale esalta l’essenzialità, come il bucchero, l’argilla bianca e il raku. L’impiego di questi materiali è particolarmente importante nell’esito delle prove artistiche dove la forma si coniuga perfettamente con una ricerca di tipo estetico-espressiva. Nei Licuccos, elementi biconici in terra bianca e in bucchero, la cui sagoma rievoca i bottoni dei costumi sardi o i dolci fatti in casa, così come nella varietà di lastre in ceramica o nelle veline trasparenti appese al soffitto l’artista traccia dei segni liberi, delle linee segnate quasi dagli elementi della natura, mentre l’elegante lavorazione dei contenitori è erede di una lunga tradizione artigianale.

Le lastre in bucchero, materiale molto noto agli Etruschi, cotte senza ossigeno in forni speciali, assumono una particolare tonalità grigio-nera con sfumature argentate. È soprattutto in queste formelle scure che i segni creano un effetto vorticoso di lampi luminescenti e il fondo si trasforma in brillante atmosfera di spazio-luce. Dal gorgo di segni si levano sagome antropomorfe, fondali marini, bestiari fiabeschi, orografie immaginarie, paesaggi osservati dall’alto. Accanto a questi paesaggi universali, modellati dalla secolare erosione del vento e del mare, troviamo parole “in limba” con le quali l’artista riannoda i fili col suo passato, legato ai vecchi mestieri e ai rituali domestici: la lavorazione del pane, i dolci fatti in casa, gli insaccati stesi ad asciugare. Ricordi che trovano nell’argilla modelli eterni che traggono linfa dal radicamento e dai segni del divenire storico.

Quello di Caterina Lai è un originale esperimento artistico che, lungi dal ridursi a proporre stantìe forme etnografiche volte a un superficiale effetto folklorico, trova la strada per un complesso sistema di articolazioni per integrare i codici archetipici con il gusto postmoderno. Non è il passato in quanto tale a vibrare, ma la sua capacità selettiva di porsi in forme originali come uno straordinario viatico per intersecare i linguaggi e gli orizzonti di senso. E la complessa identità isolana si apre così al gioco multiforme dell’esperienza globale.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00. Prenotazioni al numero 070.6776454 o email infoeprenotazioni@museicivicicagliari.it. Biglietti: intero €6; ridotto €3 per studenti fino ai 26 anni, gruppi di almeno 15 persone, adulti oltre i 65 anni, guide turistiche regionali.

Exit mobile version