A Cagliari anteprima della rassegna Dialoghi di carta

Domani alle 20 nel sito archeologico di Sant'Eulalia Rossana Copez presenta il libro “Benedetta Judikissa di Cagliari” (Janus). A seguire una lettura scenica di alcuni passi del volume con Elena Pau e il prologo di Laura Fortuna; replica della lettura domenica alle 19

Rossana Copez ed Elena Pau

Rossana Copez ed Elena Pau

Cagliari. Anteprima di Dialoghi di carta, la rassegna di invito alla lettura organizzata dalla Fabbrica Illuminata per la sua quinta edizione.

Domani, sabato 15 aprile, alle 20:00 al sito archeologico di Sant’Eulalia, Rossana Copez presenta “Benedetta Judikissa di Cagliari” (Janus editore), libro nel quale la scrittrice cagliaritana trasporta il lettore nel tredicesimo secolo a Santa Igia. Benedetta è stata la prima donna Judikissa del Giudicato di Cagliari, di cui Santa Igia era la capitale, e della storia della Sardegna.

A seguire, nell’ambito della rassegna di teatro da camera, la lettura scenica di alcuni passi del volume a cura dell’attrice e direttrice artistica della Fabbrica Illuminata Elena Pau, con il prologo dell’attrice Laura Fortuna. Replica per la sola lettura scenica l’indomani, domenica 16 aprile, alle 19:00.

“Era il secolo tredicesimo – scrive Rossana CopezBenedetta, dei marchesi Obertenghi di Massa, era nata nel 1194 a Santa Igia. Sua madre era Adelasia, figlia del marchese Moroello Malaspina. Suo padre era Guglielmo, marchese di Massa e giudice cagliaritano. I primi “signori” continentali, che di fatto e di diritto si impossessarono di un giudicato sardo.

Re in Sardegna e cittadini a Pisa” chiamò quei Pisani il poeta Giosuè Carducci. Benedetta è stata la prima donna Judikissa del Giudicato di Cagliari, e della storia della Sardegna. Aveva la sua capitale a Santa Igia e nel castello regnava con il marito e la corte. Chissà se era bella Benedetta. Chissà se era bionda. O mora. A studiarla c’è poco da trovare. A immaginare però c’è tutto un mondo da ricostruire e raccontare.

Alla presenza dell’alto clero, dei maggiorenti del Giudicato o Regno che dir si voglia, fu consacrata Giudicessa di Cagliari dall’arcivescovo Rico. Ella aveva giurato timidamente, ma convinta e sicura, che non avrebbe alienato il Regno, né lo avrebbe decurtato. E neanche, giurava, avrebbe ceduto ad alcuno, a nessun titolo, alcun castello del Giudicato, né stipulato patti o alleanze con stranieri senza il consenso e la volontà di tutti i maggiorenti.

Aveva appena vent’anni quando, orfana di un padre severo e un po’ tiranno, in mancanza di fratelli maschi, si dovette accollare un compito così gravoso: reggere il giudicato di Cagliari. Ci pare di sentirla, la sua voce, un po’ tremolante, che grazie all’incresparsi della laguna, ogni sera, appena soffia un filo di vento, ci racconta una storia di amore e di folle passione, ma anche di subordinazione e di fragilità femminile.

Era stata unita in matrimonio con Barisone de Serra figlio del giudice Pietro d’Arborea. Erano l’unica speranza, quelle nozze, perché finissero le lotte che insanguinavano ormai da troppo tempo il territorio tra l’Arborea e il Cagliaritano”.

Accesso alle serate previo pagamento del biglietto di ingresso al sito (€4). I posti sono limitati. È prevista la prenotazione obbligatoria: +39 379 2537014 (solo WhatsApp) e lafabbricailluminata@gmail.com.

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