Danza: a “Corpi in Movimento” arrivano Versiliadanza, Res Extensa e Ariella Vidach

Turn around per il festival della danza d’autore, che dal 12 al 14 luglio propone tre spettacoli in tre giorni tra l’ex cava di tufo di Sennori e il Baretto di Porto Ferro

ResExtensa Dance Company

ResExtensa Dance Company

Al giro di boa di una spumeggiante edizione 2021, la diciottesima edizione del festival della danza d’autore “Corpi in movimento” offre uno sprint di tre spettacoli in tre giorni al pubblico di appassionati. Il 12 luglio alle 21:30, la compagnia fiorentina Versiliadanza presenta “Verso la luce” all’Ex Cava di Sennori, doveil 13 luglio alle 21:30 la compagnia pugliese Res Extensa porta in scena “Non tutti sanno che…”, mentre il 14 luglio alle 21:30 Ariella Vidach Aiep riporta il festival sulla spiaggia di Porto Ferro con “Elle_live solo”.

“Verso la luce” è un lavoro nato dalla collaborazione triennale di Versiliadanza con l’artista Susanne Linke, e realizzato con la coreografia e la danza di Leonardo Diana. L’opera si compone di diversi quadri in cui il corpo dell’attore dialoga col suo doppio psichico, per snodarsi e contorcersi come un meccanismo difettoso e infine, cambiare pelle per rinascere in una nuova dimensione.
Attraverso il linguaggio del movimento, Diana parla della condizione umana, dell’uomo disorientato e della sua ossessiva ricerca di un’identità in tempi di esistenza liquida. L’identità si configura come la giusta postura da assumere di volta in volta, per collocarsi e posizionarsi adeguatamente in un mondo in mutazione continua.

“Non tutti sanno che…” della ResExtensa Dance Company, ideato e diretto da Elisa Barucchieri, è invece uno sguardo dietro “le quinte” che permette allo spettatore di vedere altri aspetti e altri punti di vista solitamente nascosti, e allo stesso tempo una ricerca dei meandri complessi di una creazione artistica: come si inventa e cosa si combina per arrivare a uno spettacolo compiuto.

“Elle_Live solo” muove infine attorno al tema dell’artificialità e della riproducibilità con la coreografia e interpretazione di Ariella Vidach, con la regia condivisa di Claudio Prati. Un’interprete femminile in un ritmo serrato enfatizza il dettaglio e l’articolazione delle estremità del corpo, in dialogo con l’avatar proiettato nel fondale della scena. Il riferimento è alla relazione corpo-clone e una sfida alla tecnologia, proponendo una visione di corpo abitato e animato da un corpo vero, prestato per essere in ascolto e reattivo.

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