“Il primo che passa”: stasera a Carbonia e domani a Cagliari Gianluca Nativo presenta il suo romanzo d’esordio

Un moderno romanzo di formazione, sullo sfondo di una Napoli affascinante ma piena di contraddizioni, vista con gli occhi di un ragazzo che si avventura alla ricerca di stesso

Gianluca Nativo "Il primo che passa"

Ritratto di un giovane uomo alla scoperta di se stesso, tra inquietudine e desiderio con Il primo che passa (Mondadori – Strade Blu 2021) – avvincente romanzo d’esordio di Gianluca Nativo, già autore di vari racconti pubblicati da riviste come “Nuovi argomenti”, “Altrianimali” e “Inuti-le”: un duplice appuntamento con lo scrittore partenopeo a cura di Paolo Giordano, oggi (venerdì 10 dicembre) alle 17:00 nella Biblioteca Comunale di Carbonia con la partecipazione dell’assessora alla Cultura Giorgia Meli e domani (sabato 11 dicembre) alle 18:00 nella Sede ARC di Cagliari, per affrontare i temi importanti e attuali sottesi al «potente racconto di un amore giovane che germoglia in una Napoli combattuta tra squallore e grazia messo in scena con la scrittura raffinata e le luci morbide di “Chiamami col tuo nome”».

“Il primo che passa” narra di Pierpaolo, cresciuto in periferia in un quartiere popolare, ma nella condizione privilegiata del figlio di un imprenditore di successo, almeno finché quell’illusione di benessere mostra le prime crepe: fedele all’immagine di bravo ragazzo, si iscrive alla Facoltà di Medicina per far felici i suoi e «esce con le ragazze per non deludere gli amici», ma in realtà cerca di “difendersi” da se stesso e custodire il suo segreto. Infatti il ventenne ha appena scoperto di essere gay.

Una trasgressione alle regole e alle convenzioni, seppure in una città che comprende al suo interno un’umanità ricca e variegata, antica e insieme modernissima, capace di accogliere la diversità, o in realtà soltanto la rivelazione delle sue più autentiche e del tutto naturali inclinazioni, non facili da spiegare però a chi come i familiari nutre nei suoi confronti delle precise aspettative, e forse neppure agli amici che potrebbero prendere come un tradimento quell’inganno durato così a lungo. Nell’Italia alle soglie del terzo millennio, per quanto possa apparire paradossale, non è per nulla scontata la reazione davanti all’affermazione esplicita della propria omosessualità e inoltre il protagonista si trova in quell’età in cui oltre a provare emozioni e sensazioni, a fare esperienza del mondo, si inizia a sognare l’amore e a conquistare una maggiore libertà.

“Il primo che passa” inizia in medias res con l’apparizione dei carabinieri che irrompono in piena notte, proprio nell’ora degli incontri clandestini, per compiere un arresto che in quel rione di palazzine una accanto all’altra, in quella giungla di cemento tra terrazze abusive e antenne che spuntano dappertutto attira l’attenzione e suscita la curiosità e le chiacchiere della gente. Quell’evento in un certo senso doloroso e traumatico – che fa emergere il lato oscuro di un padre fino a quel momento irreprensibile, e costringe quest’ultimo a una sorta di clausura imposta dai “domiciliari” – diventa catartico per il figlio, sembra agire su di lui come una spinta centrifuga che lo spinge ad avventurarsi oltre i confini del suo mondo, per scoprire i mille volti della città.

Un rito di passaggio – una iniziazione – segna il momento della crescita, diventa la spinta necessaria perché Pierpaolo inizi a sentirsi adulto e responsabile del proprio destino senza più preoccuparsi di accontentare e soddisfare le ambizioni altrui: nella sua nuova vita lo attendono nuovi incontri, spesso fuggevoli e superficiali, una teoria di uomini seducenti che lo iniziano al piacere, finché arriva, inatteso e per caso, anche l’amore.

“Il primo che passa” è un’opera originale, il diario in prima persona, con la freschezza e l’immediatezza di una narrazione giovanile, in cui il protagonista descrive in maniera diretta, quasi confidenziale, e non senza un’amara nota di ironia, la scoperta dell’eros, tra i primi timidi e maldestri approcci, i fraintendimenti e la confusione, fino alla consapevolezza della propria omosessualità, che dà un altro colore a un’amicizia quando lascia spazio all’attrazione se non all’innamoramento, con tutta una serie di rituali, di incertezze e dubbi che appartengono alla giovinezza.

Sullo sfondo Napoli con i suoi molteplici volti: «Dall’università ai vicoli bui parte una sofferta cartografia della città ma anche del proprio desiderio, fra incontri casuali, uomini grandi e lascivi, resistenze incrollabili» – scrive Paolo Armelli su Donna moderna-. «Fino a quando l’amore si palesa quasi per caso, ma sarà più che altro l’occasione per il protagonista di superare la coltre sfinente di giudizi che lo animano e permettergli, forse, di definirsi al di là di famiglia, amici, amanti».

Gianluca Nativo è nato nel 1990 a Napoli, dove si è laureato in Lettere Moderne. Da cinque anni vive e lavora a Milano. Ha pubblicato racconti su riviste letterarie come “Nuovi argomenti”, “Altrianimali” e “Inuti-le”.

Ingresso gratuito (con Green Pass), fino a esaurimento posti.

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