Solarussa celebra la vernaccia con un weekend dedicato al vino e alle tradizioni

Il 14 e 15 settembre è in programma “Vernaccia e Tradizioni”, un evento per valorizzare il territorio e promuovere il turismo enogastronomico

I romani la chiamavano vernicola, cioè uva del luogo. E in effetti la storia dice che il vitigno era presente in Sardegna già dall’età fenicia, in particolare nella zona costiera dell’oristanese. Ancora oggi la vernaccia è indissolubilmente legata a questo territorio e trova a Solarussa terreno particolarmente fertile. Con queste premesse nasce il progetto “Vernaccia e Tradizioni”, volto appunto a celebrare un vitigno speciale e un vino nobile.

La Vernaccia è ritenuta l’oro della Valle del Tirso, identificabile come vera e propria ricchezza in quanto vino superbo come pochi altri in Sardegna, che nasce da un vitigno legato a doppio filo a un territorio altrettanto caratteristico. In particolare, la produzione di Solarussa è rinomata fin dalle sue origini per la qualità superiore, dovuta a una particolare tecnica di coltivazione che influisce positivamente sulla composizione dei mosti, conferendo al vino una maggiore finezza e piacevolezza.

In programma nel fine settimana del 14 e 15 settembre, la rassegna nasce con l’obiettivo di riaffermare la posizione del paese come custode di una tradizione enologica di pregio, con uno sguardo verso il futuro e la sostenibilità. Ripartendo dalla storia della vernaccia locale, patrimonio culturale indiscusso, mira quindi alla valorizzazione del territorio, delle sue tradizioni e dell’ambiente.

La manifestazione è promossa dal Comune di Solarussa, in collaborazione con la Pro Loco locale, e usufruisce del sostegno della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla P.I. BB. CC., con il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.

Le due giornate di eventi includono spettacoli, visite guidate ai siti storici e concerti di musica tradizionale sarda nella Pratza de is Ballus. Tante iniziative che permetteranno ai visitatori di entrare nel cuore della tradizione solarussese, conoscerla dall’interno e apprezzare così l’identità culturale locale.

Tra le varie attività previste, particolare attenzione è riservata a “Sa Cazzigadura antiga”, la pigiatura a piedi scalzi, alla quale nell’occasione parteciperanno i Tamburini di Oristano. Una dimostrazione legata al periodo della vendemmia che viene riproposta proprio per mantenere viva una tradizione dal valore storico ma anche culturale. Saranno coinvolte anche le scolaresche, per fornire occasioni d’interesse, con l’obiettivo di non disperdere e anzi tramandare grazie alle nuove generazioni questo metodo di lavoro tipicamente solarussese.

E poi le mostre degli antichi attrezzi agricoli, degli abiti tradizionali, dei quadri del concorso di pittura, le visite guidate ai reperti archeologici di Pidighi e al Santuario della Madonna delle Grazie, le degustazioni con i sapori del territorio e i profumi della tradizione, gli stand espositori e la gara di Orienteering “Alla ricerca della cantina perduta”, in un’area in cui un tempo si concentravano una dozzina di attività produttive, sempre nell’ottica di mantenere vivo il ricordo e risvegliare antichi interessi.

Non mancherà ovviamente il momento musicale. Sabato alle 21 spazio al concerto dell’Orchestra Popolare Sarda, diretta dal M° Orlando Mascia, con un repertorio strettamente tradizionale, studiato in modo orchestrale, eseguito con i soli strumenti tipici della Sardegna, dai più utilizzati e diffusi a quelli ormai in disuso e sconosciuti.

Il programma spazia dalle suonate a ballo a quelle religiose, dalle musiche di accompagnamento al canto. Live anche nella giornata di domenica, con i balli in compagnia di Maurizio Sellero nel pomeriggio e la serata finale con Emanuele Bazzoni e il Gruppo Etnico A Ballare.

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