Teatro del Segno, al via la Stagione 2020-2021 di “Teatro Senza Quartiere” al TsE di Is Mirrionis

Quattro titoli in cartellone dal 9 al 30 maggio, per un viaggio tra storie ed emozioni, con ritratti d'artista, testimonianze e invenzioni. Ouverture virtuale domenica 9 maggio alle 20:30 su YouTube con “Senza Fiato. Una risata vi seppellirà. A me la fibrosi cistica. (Forse)”

Si alza il sipario sulla Stagione 2020-2021 di “Teatro Senza Quartiere” organizzata dal Teatro del Segno al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari con la direzione artistica di Stefano Ledda: quattro titoli in cartellone dal 9 maggio al 5 giugno per un viaggio tra storie ed emozioni, con ritratti d’artista, testimonianze e invenzioni, memorie rivoluzionarie e fiabe senza parole a comporre un variopinto affresco della società tra ironia e poesia.

“Senza Fiato. Una risata vi seppellirà. A me la fibrosi cistica. (Forse)”

Ouverture (virtuale) – domenica 9 maggio alle 20:30 su YouTube – con “Senza Fiato. Una risata vi seppellirà. A me la fibrosi cistica. (Forse)”, originale monologo satirico scritto e interpretato da Pierpaolo Baingiu, sulle note del sax di Luciano Sezzi, per la regia di Stefano Ledda (produzione Teatro del Segno): il racconto (auto)ironico di una esistenza in compagnia della malattia genetica rara (ma non troppo) tra episodi surreali e perfino comici, incontri improbabili in corsia e imprevedibili “complicazioni” burocratiche, per mettere l’accento sull’importanza della ricerca scientifica e sui progressi della medicina, ma anche sui pregiudizi e i luoghi comuni. Lo spettacolo sarà riproposto sabato 15 maggio alle 20:30, sempre sul canale YouTube.

Tra i protagonisti della nuova stagione di “Teatro Senza Quartiere”, Rita Atzeri, attrice di grande sensibilità e talento, tra i nomi di punta della scena isolana e non solo, che ne “La moglie di nessuno” con drammaturgia e regia di Virginia Martinisabato 22 maggio alle 20:30 – rievoca la figura di Joyce Lussu, poetessa, scrittrice e traduttrice, artista e intellettuale, giovane partigiana e poi attivista in difesa dei diritti umani, in un gioco di specchi tra passato e futuro, con uno scontro fra generazioni sull’emancipazione femminile, lo spirito di ribellione e il desiderio di libertà.

Debutta in prima nazionale al TsE – sabato 29 maggio alle 20:30 (in replica domenica 30 maggio sempre alle 20:30) “Dov’è il filo?” di e con Agostino Cacciabue e Rita Xaxa – il nuovo spettacolo del Teatro Tages in coproduzione con il Teatro del Segno, con la regia di Stefano Ledda e Gennaro Ponticelli: in scena il meraviglioso mondo delle marionette, che si “anima” grazie ai due artisti, fondatori della storica compagnia di teatro di figura – nota e apprezzata a livello internazionale, spesso ospite in rassegne e festivals in Europa e nel mondo – capaci di dar vita agli oggetti del quotidiano, tra esotiche danze e onirici voli della fantasia.

Chiuderà la nuova stagione di Teatro Senza Quartiere sabato 5 giugno alle 20:30Fashion Victims” di Giovanni Follesa, tratto dall’omonimo “pamphlet” scritto dall’autore insieme a Fabrizio Demaria: in scena Giuseppe Ligios con la regia di Sonia Borsato per una fotografia del Belpaese (e non solo) tra esistenze “sospese”, timori e speranze nell’epoca del Covid-19 (produzione Teatro d’Inverno). Fashion Victims” allude ironicamente fin nel titolo ai dogmi della moda ma soprattutto al trionfo dell’apparire nella moderna civiltà dell’immagine: non senza malizia il giornalista e scrittore (autore de “Le Figlie di Bes” e “Le truppe carrellate”) disegna i ritratti di quattro personaggi emblematici, che riflettono ciascuno a suo modo sul rispetto delle regole. Quelle sancite da una serie di decreti per prevenire i contagi in tempo di emergenza sanitaria ma anche quelle del vero “distanziamento sociale” basato sul censo e sull’educazione, sulle tradizioni familiari e la vicinanza o meno con la fama e il potere.

“Fashion Victims”

Focus sulla drammaturgia contemporanea con la Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2020-2021, che si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari, della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC/ Ministero della Cultura con il contributo della Fondazione di Sardegna (e il prezioso apporto di sponsor privati come Tecnocasa e Fratelli Argiolas).

Il TsE di Is Mirrionis ospita anche il progetto “Teatri Sicuri” 2021: una nuova iniziativa (accanto al tradizionale “biglietto sospeso” che permette di regalare la visione di uno spettacolo a chi non potrebbe permetterselo) per un invito a teatro rivolto a quanti si siano sottoposti allo screening con tampone molecolare presso la Parrocchia di Sant’Eusebio. Un incentivo simbolico, per ricordare l’importanza della tutela della salute come “bene comune”, attraverso comportamenti responsabili – in attesa di poter finalmente ritornare alla normalità.

Quattro pièces per ricominciare: il cartellone è stato più volte ripensato e rimodulato in vista dell’attesa “ripartenza” – già ipotizzata per lo scorso 27 marzo in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, poi rimandata con la fine della “zona bianca” – con l’obiettivo di riprendere il dialogo con il pubblico, interrotto oltre un anno fa dopo la “sospensione” degli spettacoli in ottemperanza al DPCM del 4 marzo 2020 e successivi e la nuova chiusura dei teatri stabilita dal DPCM del 25 ottobre 2020.

“La moglie di nessuno”

«Il teatro è “ciò che avviene tra l’attore e lo spettatore”, come diceva Jerzy Grotowski: un evento unico e irripetibile, un moderno rito laico capace di affascinare e suscitare emozioni che accade e si consuma nella dimensione dell’hic et nunc, il “qui ed ora”. È un’arte “politica” per eccellenza, che dall’antica Grecia è sempre stata specchio della realtà e spazio di dibattito e confronto su questioni cruciali e di scottante attualità e su temi universali come le umane passioni e l’enigma del divino. Un’esperienza che coinvolge sensi e intelligenza, e non può essere mediata: la trasposizione cinematografica o televisiva ha un importante valore come documentazione, come testimonianza, accanto alla critica e ai ricordi personali, permette di rapportarsi con i grandi maestri del passato, e con gli interpreti del presente in una prospettiva in divenire, ma purtroppo “non può” essere teatro» sottolinea Stefano Ledda.

«Nei mesi del lockdown e durante la chiusura dei teatri sono state sperimentare nuove forme di interazione con il pubblico attraverso le nuove tecnologie» – spiega l’attore e regista cagliaritano, fondatore e direttore artistico del Teatro del Segno: «ci siamo confrontati con queste forme “ibride” per portare avanti progetti come “Senza Fiato” (dall’omonimo spettacolo), per la sensibilizzazione e l’informazione sulla fibrosi cistica, attraverso la visione in streaming del docufilm con interviste e incursioni dietro le quinte o eventi come “Frammenti – Ni una más” – tratto da “Ferite a Morte” di Serena Dandini e Maura Misiti (per gentile concessione delle autrici e di Mismaonda) in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Non vediamo l’ora adesso di poter reincontrare e riaccogliere in sala il nostro pubblico, di ritrovarci a condividere pathos e divertimento e assaporare la magia del teatro. Vi aspettiamo al TsE».

Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”, nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni: un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi, affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani. L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo, con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni e un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.

Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi scorsi, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.

Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, il Teatro Tages, il Comitato Casa del Quartiere, il Teatro Zeta de L’Aquila, l’Associazione Culturale Musicale Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, l’Associazione Culturale CORDATA F.O.R. e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

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