L’insolito e divertente “F.M. e il suo doppio” di e con Fabio Marceddu sabato a Cagliari chiude la stagione di Teatro Senza Quartiere

Uno spettacolo all'insegna della ricerca dell'identità, a cura di Teatro dallarmadio, in cartellone a partire dalle 21:00

"F.M. e il suo doppio" di Teatro dallarmadio

"F.M. e il suo doppio" di Teatro dallarmadio

Una insolita e divertente (auto)biografia d’artista con “F.M. e il suo doppio” del Teatro dallarmadio (vincitore del XX Palio Ermo Colle 2021 e del Premio del Pubblico alle Voci dell’anima 2016), presentato anche all’INSCENA Festival di New York nel 2018, uno spettacolo scritto e interpretato da Fabio Marceddu, che firma anche la regia a quattro mani con Antonello Murgia, in cartellone sabato 9 aprile alle 21:00 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per l’ultimo appuntamento della Stagione 2021-2022 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno, con la direzione artistica di Stefano Ledda, nello spazio “ritrovato” nello storico rione del capoluogo e dedicata al cantante lirico, regista e scrittore Gianluca Floris (prematuramente scomparso), artista di fama internazionale e figura di spicco del panorama culturale isolano.

Viaggio nella mente del protagonista, un ardimentoso giovane aspirante attore che a dispetto di tutti i dubbi e di tutte le difficoltà, ma anche delle incertezze di una carriera nel mondo dello spettacolo, decide di varcare il mare per confrontarsi con gli impegnativi provini, indispensabili per avere accesso alle più importanti accademie e scuole di recitazione italiane, dove apprendere i fondamenti dell’interpretazione e confrontarsi con le diverse tecniche, stili e registri del teatro classico e contemporaneo, sulle orme dei grandi maestri. Un miraggio, un sogno (quasi) impossibile diventato realtà in virtù di un innato talento istrionico e di una forte determinazione, non senza una certa temerarietà, nel seguire una vocazione chiara fin da subito: un percorso arduo e irto di difficoltà, non solo per il ristretto numero di posti e borse di studio offerti dalle istituzioni più prestigiose, ma altresì per le ben note ragioni geografiche e logistiche, che aggiungono nuovi ostacoli per chi sia nato e cresciuto su un’Isola.

Il Mare Mediterraneo, antica via d’acqua per mercanti e marinai, si trasforma in un muro insormontabile, un confine, che ingigantisce le distanze e i costi anche nell’era dell’aviazione e dei voli transcontinentali, tanto più in un’epoca non tanto remota quando l’auspicata continuità territoriale era un concetto “esotico” e fantasioso: ma l’eroe di questa storia non si perde d’animo e non si arrende, nella convinzione di aver trovato la propria strada, pieno di entusiasmo e ardente di “sacro fuoco”. Infine, dopo varie peripezie, incontri memorabili con artisti straordinari, e altri più surreali con stravaganti animali metropolitani, arriva l’occasione tanto attesa per un’esperienza formativa ad alto livello e di respiro europeo in una nuovissima Accademia sotto l’egida del grande Gigi Proietti. E dove, se non a Palmi… in Calabria? (Quasi una “migrazione” alla rovescia, dal Centro-Sud al profondo Meridione d’Italia). Tra i tanti colpi di scena di una narrazione ricca di imprevisti e di sorprese, la nuova avventura artistica si rivelerà foriera non solo di saperi ma anche di scoperte sul piano professionale e personale, un periodo intenso e emozionante sul cammino per la conoscenza di sé e la definizione della propria identità.

“F.M. e il suo doppio” è «il racconto di una vita, di una porzione di vita, dove il motore è il teatro. L’amore per il teatro, la necessità di fare teatro, la difficoltà di essere attori, alla periferia di un Paese dove è già difficile fare questo mestiere nella Capitale» – si legge nelle note di presentazione -. «“F.M.” è Fabio Marceddu, ma è anche maschile e femminile, è anche Frequenze Medie, perché la verità sta nel mezzo, ed è anche fra Martino, il grido d’allarme intimato al frate che dorme invece di suonare le campane. E prima che la campana suoni, come recita l’incipit: “Visto che ci stanno togliendo il futuro volgo lo sguardo al passato”».

Un titolo che è quasi un calembour, giocato sulle iniziali del nome ma anche sulle definizioni di genere, ormai anacronistiche e superate in un’era caratterizzata dal riconoscimento del “gender fluid” e dalle questioni LGBTQIA, o così dovrebbe essere in una società evoluta e civile alle soglie del Terzo Millennio, ma pur sempre dominanti nei documenti ufficiali e causa di molteplici discriminazioni, con gli inevitabili pregiudizi e paure, che rendono ancora necessario e utile parlare di “coming out”. E tra le due consonanti si inserisce una serie illimitata di intuizioni, provocazioni e variazioni sul tema (musicali e no), con riflessioni semiserie su tutto ciò che corrisponde a una presunta idea di “normalità” a fronte della “diversità” che infrange i canoni estetici o morali, per suggerire e reinventare nuove forme di bellezza.

Focus sull’inesauribile “passione teatrale” del protagonista, un giovanissimo e via via più consapevole Fabio Marceddu, ormai affermato e riconosciuto professionista della scena, senza però mai rinunciare quella vena irriverente e fanciullesca che gli consente di “abitare” i personaggi e le trame più diverse, di incarnare donne e uomini ma anche insetti in uno speciale “bestiario” dove perfino la favola della cicala e della formica diventa metafora di una esistenza d’artista.

“F.M. e il suo doppio” mette l’accento anche sul dualismo che caratterizza l’intero cosmo, o comunque la percezione della realtà attraverso antitesi di opposti, dal mito del Doppelgänger, che si invera e trova molteplici declinazioni nell’arte dell’attore, al rinnovarsi nell’agire e nello spirito umano dell’eterno conflitto tra il bene e il male: qui però l’accento è sulla coesistenza di una parte femminile e una maschile, che si riflette nell’armonia tra yin e yang suggerita dal Taoismo.

In un gioco di rimandi e citazioni, un’antologia di “pezzi” classici del repertorio da Samuel Beckett a Frank Wedekind, da Max Aub a Jean Genet, passando per Ugo Foscolo, fino a Raymond Queneau e Copi (al secolo l’argentino Raúl Damonte Botana) si intreccia alle note personali dell'(auto)ritratto di un performer abituato a mutare aspetto, voce e carattere pur restando nell’intimo fedele a se stesso, e continuando però a sperimentare nuovi linguaggi e moltiplicandosi all’infinito per vivere e riassumere in se tutte le vite possibili. “F.M. e il suo doppio” è un diario d’artista, costruito per appunti, flashback, giustapposizioni e contrasti, dove le stagioni dell’esistenza si confondono e si mescolano alle trame di tragedie e commedie, tra passaggi virtuosistici, momenti di crudo realismo e slanci lirici di alta poesia. Uno spettacolo intrigante e coinvolgente, in cui il protagonista si mette a nudo e si guarda, come in uno specchio, scandagliando la propria anima e svelando i propri desideri, le illusioni e il disincanto, le fantasie più sfrenate fino a farne materia di rappresentazione (meta)teatrale, oltre il limite invisibile della quarta parete, tra ironia e pathos, per colpire dritto al cuore.

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