“A Night With Sergio Bernal”: il fuoco del flamenco accende i palchi dell’Isola

Il danzatore madrileno si esibirà assieme a Miriam Mendoza e Jose Manuel Benítez, domani al Teatro Comunale di Sassari, sabato e domenica al Massimo di Cagliari

Bernal Duets and Solos (Nervi 2020) - ? Graham Spicer

Il fascino del flamenco – espressione e simbolo della cultura gitana – rivive nell’Isola con “A Night With Sergio Bernal” – in cartellone domani, venerdì 7 gennaio alle 21:00 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 8 gennaio alle 20:30 (turno A) e domenica 9 gennaio alle 18:30 (turno B) al Teatro Massimo di Cagliari (invece che all’Auditorium del Conservatorio) sotto le insegne della Stagione di Danza 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Sotto i riflettori il danzatore madrileno Sergio Bernal (classe 1990), formatosi al Real Conservatorio de Madrid “Mariemma” per intraprendere la sua carriera da giovanissimo, sposando la passione per il flamenco con la tecnica e l’eleganza della danza classica: già primo ballerino della Compañía de Rafael Aguilar, con all’attivo preziose collaborazioni con artisti come Aída Gomez, Antonio Najarro, Carlos Saura, oltre che con il Nuevo Ballet Espanol e una tournée internazionale con lo spettacolo “Mudanzas Boleras”, nel 2012 è entrato a far parte del Ballet Nacional de España, dove nel 2016 è stato nominato primo ballerino, per poi fondare nel 2017 la sua compagnia – la Sergio Bernal Dance Company – insieme con il coreografo Ricardo Cue per portare avanti progetti originali, come un nuovo spettacolo dedicato a Yves Saint Laurent.

Raffinato e versatile interprete Sergio Bernal ha danzato la “Farruca” de “Il cappello a tre punte” e “Puerta de Tierra” di Antonio Ruiz Soler, “Bolero 1830” di Mariemma (al secolo Guillermina Martinez Cabrejas), il ruolo di Don José in “Carmen” e il “Bolero” di Rafael Aguilar, “Niña de Fuego” di Angel Rodriguez, il “Bolero” di Paco Pozo, e “El último encuentro” e “Concierto Andaluz” di Ricardo Cue, entrambi con Lola Greco. Vincitore della “Maratón de Danza de Madrid” e direttore della serata di danza “One day and three glances”, l’artista madrileno (già applaudito dal pubblico cagliaritano nel Gala Internazionale di Danza “L’amore – Il passo a due” per Classicalparco 2020 del Teatro Lirico di Cagliari) è regolarmente ospite di gala internazionali di danza come il “Maya Plisetskaya Gala” di Atene, “A Spanish Dance” a Miami, il “Festival Ballet of Cali”, il “Mittelfest” in Italia, il “Festival of Cap Roig” a Girona.

“A Night With Sergio Bernal” nel segno del flamenco e delle danze spagnole per un ammaliante racconto per quadri tra assoli, pas de deux e pas de trois in cui si alternano i tre interpreti – Sergio Bernal, étoile di fama internazionale e Miriam Mendoza e Jose Manuel Benítez (primi ballerini del Ballet Nacional de España) tra la riscoperta di celebri capolavori e coreografie originali con la direzione artistica di Ricardo Cue – produzione Sergio Bernal Dance Company in collaborazione con Daniele Cipriani Entertainment. Un ideale viaggio in terra iberica che inizia con “Orgía”,  dalle “Danzas Fantásticas” di Joaquín Turina ispirate a “La orgía” di José Más, al ritmo vorticoso di una danza andalusa nella versione di Sergio Bernal, Miriam Mendoza e Jose Manuel Benítez e prosegue con il vertiginoso assolo di Sergio Bernal, protagonista della “Farruca” da “Il cappello a tre punte” di Manuel de Falla con coreografia di Antonio Ruiz Soler: una citazione dal celebre balletto su libretto di Gregorio Martínez Sierra, tratto dall’omonimo romanzo di Pedro Antonio de Alarcón, scritto su commissione di Sergej Diaghilev e rappresentato per la prima volta al teatro Alhambra di Londra nel 1919 con coreografia di Léonide Massine e scenografie di Pablo Picasso.

S’intitola “Dance Of The Fortune Teller” (ovvero la “Danza dell’Indovina”) la creazione di Eduardo Martinez, danzata da Miriam Mendoza sulle note di Simón Tapia Colman, poi una “Ouverture” creata e interpretata da Sergio Bernal con la musica dei Coetus e un duetto tutto al maschile con “La Danza de Los Ojos Verdes” di e con Sergio Bernal e Jose Manuel Benítez dall’omonima canzone di Chano Dominguez.

Omaggio in musica a Federico García Lorca con i versi del grande poeta e drammaturgo, e le musiche originali scritte e interpretate da Daniel Jurado (chitarra), Roberto Lorente (voce) e Javier Valdunciel (percussioni) in “Always Lorca”.

Miriam Mendoza e Sergio Bernal danzano “The Last Encounter” (“L’ultimo incontro”) di Ricardo Cue, sulle note di “Hable con ella” di Alberto Iglesias, poi il vertiginoso “Zapateado” di Antonio Ruiz Soler con musica di Pablo de Sarasate per Jose Manuel Benítez. Due assoli di Sergio Bernal, protagonista di “Flamenco” – Soleá por bulerías con coreografia di Jose Manuel Alvarez e musiche eseguite dal vivo da Daniel Jurado (chitarra), Roberto Lorente (voce) e Javier Valdunciel (percussioni) e un’intensa, originale versione al maschile di “The Swan” sulle note di Camille Saint-Saëns: una creazione di Ricardo Cue per mettere in risalto il talento del danzatore spagnolo che fonde spirito flamenco e eleganza neoclassica.

Infine il ritmo ipnotico e la sensualità del “Bolero” di Maurice Ravel, una composizione “spagnola” scritta per Ida Rubinstein, che ha ispirato la fortunata coreografia di Maurice Béjart per i Ballet du XXème Siècle («Una melodia, simbolo femminile morbido e caldo, di una inevitabile unicità  – scriveva Béjart – si avvolge senza posa su se stessa, un ritmo maschile che pur restando lo stesso va aumentando di volume e intensità, divora lo spazio inghiottendo infine la melodia») e su cui prende forma la partitura creata e danzata da Sergio Bernal, Miriam Mendoza e Jose Manuel Benítez, tra misteriose geometrie di corpi in movimento ai confini tra sacro e profano, riti ancestrali e modernità in un seducente e travolgente finale.

«“A Night with Sergio Bernal” è uno spettacolo che sprigiona quello che Federico García Lorca chiamò “duende” – si legge nella presentazione: «un fascino ammaliatore talvolta venato di tristezza e inquietudine, dettato non soltanto dalla straordinarietà dei suoi protagonisti, ma da una coreografia che combina la danza tradizionale spagnola, con i suoi ritmi di bolero e flamenco e suoni ardenti della “jota” e della “sevillana”, con un repertorio neoclassico in cui virtuosismo e liricità raggiungono livelli vertiginosi».

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