“Albrecht Dürer – Bulini e Incisioni”: il Maestro rinascimentale in mostra a Quartu

Fino al 31 ottobre, l'Ex Convento dei Cappuccini ospita la straordinaria esposizione dedicata al grande artista tedesco nel contesto del ciclo “I Grandi Incisori della storia dell’arte” in collaborazione con Museo Magmma Villacidro

Albrecht Dürer - Bulini e Incisioni

Quartu ospita “Albrecht Dürer – Bulini e Incisioni”: quaranta opere tra incisioni e xilografie realizzate tra il 1496 e il 1526 dal grande artista tedesco, messe in mostra all’ex Convento dei Cappuccini tramite l’allestimento a cura del Museo Magmma Villacidro con la direzione artistica di Walter Marchionni.

La mostra, visitabile fino al 31 ottobre 2023, si inserisce nel ciclo “I Grandi Incisori della storia dell’arte”, nato dalla sinergia tra il Comune di Quartu e il museo del Medio Campidano e giunto ora al terzo capitolo, dopo la mostra di Goya nel 2020/2021 e quella di Piranesi nel 2022.

Albrecht Dürer, considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale, nasce il 21 maggio 1471 a Norimberga, dove vive la maggior parte della sua vita. Dotato di talento artistico fin da giovane, entra nella bottega del padre, un noto e stimato orefice di Norimberga, per proseguire la tradizione artigianale familiare. In quel periodo Dürer conosce le tecniche di incisione sui metalli, che più avanti metterà a frutto nei suoi celebri lavori a bulino e acquaforte. Il padre gli trasmette anche l’amore per i grandi maestri fiamminghi. Più tardi intraprende anche dei viaggi di studio in Italia (1494-1495 e 1505-1506) e in Olanda (1520-1521) dove studia la pittura di questi Paesi. Pittore di corte degli Imperatori Massimiliano I e Carlo V, muore il 6 aprile 1528 a Norimberga.

In Albrecht Dürer confluiscono influenze provenienti dalla pittura fiamminga e da quella italiana, utilizzate entrambe nella sua straordinaria produzione. Attraverso l’umanesimo trova la strada verso una pittura realista e supera così definitivamente la pittura gotica che in Germania predominava fino alla fine del ‘400. Inizialmente famoso soprattutto come incisore, porta quest’arte a livelli mai raggiunti prima, lasciando circa 350 incisioni e xilografie, tecniche che permisero una diffusione molto ampia delle sue opere. Inoltre, scrive libri sulla teoria dell’arte e sulle proporzioni del corpo umano.

Nel corso della sua sterminata produzione Dürer sviluppa soprattutto l’arte del ritratto e dell’autoritratto, nei quali dimostra la capacità di un notevole approfondimento psicologico.

Nel Medievo il pittore era un semplice artigiano che doveva servire Dio come tutti gli altri, non aveva un ruolo di rilievo; la sua opera non era quindi arte, non era espressione del genio, ma un semplice mezzo per rendere più profonda la fede, aumentare la devozione a Dio. Solitamente, quindi, l’artista non firmava la sua opera, e per questo spesso rimaneva sconosciuto. Il Rinascimento rompe radicalmente con questa tradizione: l’artista comincia ad essere riconosciuto come intellettuale: crea opere uniche e irrepetibili. Aumenta l’interesse per l’uomo e per la sua psicologia e Dürer dipinge molti autoritratti che dimostrano non solo il suo orgoglio artistico, ma anche il nuovo ruolo dell’artista nella società. L’artista diventa degno della massima stima, e di conseguenza gli oggetti dell’arte non sono più soltanto Dio, i Santi e le scene bibliche; l’artista stesso diventa oggetto di autoosservazione e di riflessione introspettiva. Con Dürer l’autoritratto conquista un ruolo di primo piano nell’arte europea.

Orari ed eventi collaterali. La mostra sarà visitabile negli orari di apertura al pubblico dell’Ex Convento, dalle 8 alle 20; inoltre il sabato sono previste delle visite guidate anche in inglese.

L’esposizione sarà inoltre accompagnata da numerosi laboratori didattici, aperti alle scuole e alle famiglie. I visitatori scopriranno tutti gli aspetti dell’incisione e del percorso artistico e storico che ha caratterizzato l’artista, anche attraverso visite guidate.

In contemporanea alla mostra è stata allestita un’esposizione collaterale di 5 artisti, selezionati dalle ultime due edizioni del Premio Internazionale Marchionni: Fabio Riaudo, Marco Poma, Laura Fonsa, Simone Geraci e Giovanni Dettori. Sarà un’occasione per confrontarsi con gli autori del passato e riscoprire virtualmente l’ambiente magico di un atelier, dove il contemporaneo attinge dal passato per sublimare l’arte in tutti i suoi aspetti. In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo.

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