“Sinnos”, a Sassari la mostra a supporto della candidatura delle Domus de Janas a Patrimonio dell’Umanità

Il Cesim, in collaborazione con il Liceo Margherita di Castelvì, presenta una mostra fotografica sul mondo preistorico della Sardegna, un'occasione per riflettere sulle genti che hanno abitato e rispettato la terra nel periodo 6000-1800 a.C.

Mostra fotografica “Sinnos” a cura di Toto Porcu

Proseguono a Sassari le iniziative a sostegno della candidatura delle Domus de Janas, e dei monumenti preistorici significativi della Sardegna, a Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Giovedì 4 maggio taglio del nastro per la mostra “Sinnos – Arte nei riti delle genti prenuragiche” negli spazi del Liceo Margherita di Castelvì in via Berlinguer, fronte Giardini Pubblici.  

L’iniziativa è promossa dal Cesim – Centro studi Identità e Memoria, in collaborazione. L’esposizione sarà presentata a partire dalle 8:30 dal dirigente scolastico Franco Strinna, dalla presidente del Cesim Giuseppa Tanda e dal curatore Toto Porcu. In programma una due giorni di visite con orario continuato sino alle 18, condotte dalle docenti Lisa Salis e Agostina Corraduzza

«Un’occasione – spiega Toto Porcu – per condividere e offrire ancora una volta, soprattutto ai giovani, un motivo di riflessione, soffermandosi sulle genti che hanno abitato e rispettato la nostra terra negli anni 6000-1800 a.C.».

La mostra “Sinnos” nasce dalla selezione di migliaia di scatti ed è stata sostenuta e incoraggiata dal professore emerito Ercole Contu – uno dei padri nobili dell’archeologia in Sardegna e non solo, scopritore tra le altre cose dell’altare di Monte d’Accoddi – che l’ha definita «monumentale e di eccezionale valore». 

Se Contu è stato il signore dell’archeologia, Toto Porcu – avvocato e fotografo – ne ha seguito le orme per anni, immortalando attraverso le immagini tutto ciò che egli scopriva, e casualmente scoprendo dei piccoli sinnos – segni rivelatori – sfuggiti all’occhio esperto. 

Il percorso fotografico è sviluppato e ambientato tra domus de janas, dolmen e menhir, in un’esplorazione di tutta la Sardegna, da Pimentel a Monte D’Accoddi. Ecco che, nel Bacino occidentale del Mediterraneo, esiste il mondo preistorico della Sardegna con le sue espressioni di arte, di culto e cura dei morti. Un mondo che non ha conosciuto a lungo contaminazioni poiché il Dna dell’uomo, in ogni era, porta un comun denominatore che si esprime con gli stessi segni. E quei segni appartengono magicamente a tutti, come se un’idea potesse bucare gli orizzonti, attraversandoli. 

«Spesso gli studiosi hanno avuto la tentazione di spiegare il mondo preistorico della Sardegna riferendosi ad altro. Niente di più errato – aggiunge Porcu – la Sardegna ha una sua precisa identità e ha sviluppato qualcosa degno di nota anche prima dei nuraghi, in ambito locale, mediterraneo e mondiale». Così questa mostra aprirà un’altra porta sul nostro passato.

La mostra è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali che ne ha percepito la valenza didattica e culturale, verrà realizzata dalla RM management di Alghero con il contributo e il patrocinio della Rete Sarda delle domus de janas che curerà la conferenza di presentazione con la Presidente del CeSIM/APS e coordinatrice del progetto: “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas.”, Giuseppa Tanda.

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