Giovanni Follesa presenta il suo libro “We are family. Storie di unioni civili” al Teatro Massimo di Cagliari

Giovanni Follesa - We Are Family

S’intitola “We Are Family – Storie di unioni civili” il saggio del giornalista e scrittore Giovanni Follesa (Janus editore) che racconta attraverso le testimonianze di dodici coppie le varie declinazioni dell’amore e fotografa gli effetti (positivi) della Legge Cirinnà (Legge n. 76 del 20 maggio del 2016) in Sardegna. La parola all’autore -che dialogherà con la scrittrice Rossana Copez – nell’incontro in programma domani (giovedì 3 marzo)alle 18 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari (ingresso gratuito con Super Green Pass fino a esaurimento posti) per il ciclo de “I giovedì letterari” organizzati dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna e dalla Libreria Edumondo nell’ambito di Legger_ezza 2022 / Promozione della Lettura.

“We Are Family” – un titolo emblematico, che rimanda a una canzone di successo delle Sister Sledge della fine degli Anni Settanta, ma soprattutto alla realtà delle tante “famiglie arcobaleno” di oggi – fotografa la situazione della Sardegna alla fine del 2020, con una ricognizione nei 377 Comuni dell’Isola dove sono state celebrate 458 unioni civili e 153 coppie di donne e 305 coppie di uomini hanno potuto finalmente festeggiare il proprio matrimonio: un importante segnale di cambiamento culturale a fronte di un’evoluzione in atto nella società, grazie a una legge tanto auspicata e attesa, che ha restituito pari dignità (o quasi) ai cittadini al di là dell’orientamento sessuale. Un’idea di “famiglia” come cellula fondante della comunità, aperta e inclusiva, in cui l’amore trionfa sui pregiudizi e viene riconosciuta e sancita la libertà di amare, di amarsi indipendentemente dal proprio codice genetico, ma anche il diritto di crescere ed educare dei figli.

Nelle dodici storie narrate dai protagonisti – Teresa e Luna, Marco e Diego, Filippo e Daniele, Carlo e Pierpaolo, Alessandro e Adriano, Simona e Stefania, Antonio e Andrea, Damiano e Sergio, Cristina e Annalisa, Sandro e Massimo, Giorgia e Francesca, Giovanni e Stefano – affiora il vissuto personale di ciascuno, i desideri e i dubbi, il coming out e l’attivismo a favore dei diritti LGBTQIA+, fino al primo incontro, l’innamoramento e infine la consapevolezza della forza e della profondità dei propri sentimenti, quindi la decisione di condividere il futuro e un progetto di famiglia.

“We Are Family” ripercorre dodici storie d’amore, tutte differenti perché “unici”, come sottolinea Giovanni Follesa, siamo tutti in quanto individui, ciascuno e ciascuna con la propria sensibilità, le proprie esperienze e i propri ricordi, i propri gusti e le proprie aspirazioni, che si intrecciano e si fondono in un destino duale, nel momento in cui si inizia a sentirsi e quindi volere diventare a tutti gli effetti una coppia. Quel che emerge è proprio quella assoluta “normalità”, pur tenendo conto delle specificità individuali, che dimostra, se mai ce ne fosse (stato) ancora bisogno, quanto fosse necessaria (e pure tardiva) l’approvazione della Legge Cirinnà. Il cammino sulla via dell’eguaglianza e del riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali – per esempio per quel che concerne la genitorialità e la stepchild adoption – è ancora lungo a causa di ostacoli e resistenze di natura prettamente “politica” o meglio “ideologica”. Tuttavia “We Are Family” – impreziosito dai contributi di Monica Cirinnà e Ivan Scalfarotto, dell’ARC di Cagliari e del giurista Antonio Rotelli – è un libro ricco di speranza e di auspici per il futuro, ma anche di insegnamenti per il presente: «Della stragrande maggioranza dei protagonisti e delle protagoniste non conoscevo i volti, il suono della voce, il sorriso – rivela Giovanni Follesa -. Eppure, mi hanno accolto. E questa accoglienza è prima testimonianza del significato profondo di famiglia. Esempio per chi purtroppo insiste e si accanisce con le discriminazioni. Ne sono davvero convinto: rappresentano un esempio per il Paese, per coloro che ancora si rifiutano di capire. Spero possano diventare modello e ispirazione per le ragazze e i ragazzi che hanno paura di mostrarsi per ciò che sono veramente, che indossano una maschera tanto in famiglia quanto a scuola. Essere se stessi è il miglior modo per affrontare la vita».

Giovanni Follesa, laurea in Lettere, è giornalista e scrittore. Collabora con il quotidiano L’Unione Sarda nelle pagine della Cultura. Voce radiofonica di Radio X. Ha scritto i romanzi “Le truppe carrellate” (con Piergiorgio Molinari, Atì Editore); “Terra Mala” (con Rossana Copez, ed. Il Maestrale); “Le figlie di Bes” (ed. Il Maestrale); “Avanti Marsch! La Grande Guerra 100 anni dopo” (con Rossana Copez, Arkadia editore); “La presunta storia vera di Giulia e Giulio” (Arkadia editore); “Fashion Victims – Pamphlet inutile sulla morte da coronavirus” (antologia di racconti scritti con Fabrizio Demaria, Arkadia editore). Ha curato l’antologia “Giganti di Pietra” (Arkadia editore); “Back to Sardinia – Sulle tracce di D.H. Lawrence” (ed. Condaghes); “Cent’anni fa arrivò Lawrence” (ed. Il Maestrale).
Per il cinema ha firmato soggetto e sceneggiatura del cortometraggio “Welcome to Cagliari”, premiato al concorso CIVICA. Ha firmato soggetto e sceneggiatura del film “Ospiti”, vincitore del Primo premio al “Venice Intercultural Film Festival”.

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