I mesi successivi alla laurea rappresentano un periodo molto importante nella vita di una persona, dal momento che – nella maggior parte dei casi – coincide con l’ingresso nel mondo del lavoro, o comunque con l’inizio della ricerca. Per questo motivo è necessario un buon curriculum vitae modello da neolaureato per presentarsi al meglio alle aziende.
Il curriculum vitae da neolaureato presenta alcune caratteristiche peculiari. Bisogna contestualizzare infatti il periodo da cui proviene un neolaureato: si tratta molto spesso di tre anni di studio, oppure cinque nel caso di lauree magistrali o eventuali master, in cui si apprendono molte nozioni di carattere sia tecnico/pratico, sia teorico.
Per questo motivo il CV da neolaureato deve essere sviluppato al meglio: in questo articolo vi diamo alcuni consigli utili in merito.
Importanza alle soft-skills e alle competenze apprese durante lo studio
Ragioniamo sulla natura della formazione di un neolaureato. Si tratta, come già detto, di un periodo in cui sostanzialmente si apprende, più che fare esperienza. Nei casi di lauree senza stage o tirocini peraltro si parla soltanto di apprendimento.
In tutti questi casi è bene dare grande rilievo, magari in prima pagina, alle competenze apprese con lo studio: qualsiasi corso in un modo o nell’altro fornisce delle competenze tecniche di diversa natura allo studente.
Nel caso di corsi estremamente teorici, il lato positivo è che essi aiutano a sviluppare le soft-skills, sempre più richieste nel mercato del lavoro: stiamo parlando ad esempio di capacità di ragionamento, di ascolto e comprensione, flessibilità e così via.
Stage e tirocini: non basta scrivere, serve descrivere
Molto spesso l’università propone stage e tirocini per lo studente. Ebbene, nel CV da neolaureato è scontato che vadano inseriti in una posizione ben chiara e leggibile da subito.
Tuttavia, non basta segnalare di aver sostenuto uno stage/tirocinio. È fondamentale infatti descrivere nel modo più tecnico possibile lo svolgimento dello stage, ma anche le nozioni apprese, le responsabilità assunte e, soprattutto, quanto esso sia coinciso con il corso di studio che si frequenta.
Le aziende hanno particolare interesse nel sapere che lo studente ha svolto uno stage nel settore del corso di studio, avendo avuto la possibilità di applicare immediatamente sul campo tutto ciò che ha studiato sui libri.
Facoltà di provenienza e durata del percorso:
non sottovalutate questi fattori
Per quanto riguarda il primo punto, nel CV da neolaureato è sempre bene scrivere chiaramente l’Ateneo da cui si proviene, ma anche ovviamente il corso di studio in cui si è conseguita la laurea. In merito a questo, potreste delineare un quadro generale degli apprendimenti proposti dal corso, senza per forza proporre una lista di tutti gli insegnamenti studiati e superati.
Il secondo punto riveste un’importanza cruciale, dal momento che molte persone incappano in questo errore. Se avete conseguito la laurea in cinque anni anziché tre, evidenziate il fattore scrivendo il periodo (ad esempio, 2010-2015): i recruiter lo apprezzeranno molto di più, in quanto eventuali buchi temporali non spiegati potrebbero far sorgere alcuni dubbi in più.
In assenza di esperienze concrete, date importanza
ad esperienze “parallele”
Se non avete avuto modo di svolgere uno stage, oppure di lavorare part-time in un qualsiasi contesto, non abbiate paura di descrivere eventuali esperienze “parallele”. Con questo termine indichiamo ad esempio volontariato, seminari e convegni, meeting, visite guidate: tutto potrebbe tornare utile, e si tratta di esperienze che non hanno motivo di non essere inserite.
Se avete sviluppato qualche idea, se avete in mente un qualcosa da proporre in azienda, descrivetelo: la creatività è una delle caratteristiche più ricercate nel lavoro odierno, soprattutto nei settori lavorativi dove solitamente un neolaureato si inserisce.