Si è aperta ieri, con un incontro in diretta Facebook sulla pagina ufficiale, la seconda edizione di “Torre delle Storie”, il festival ideato e diretto dallo scrittore Matteo Porru. Novità introdotta quest’anno, il prefestival aveva come tema centrale la scrittura e la produzione narrativa al femminile. Partendo da una frase dell’autrice e giornalista genovese Fernanda Pivano, “Era lei a raccontarmi storie sempre diverse”, si è discusso di scrittura, di possibilità reali nella realizzazione di ambizioni professionali (e soprattutto artistiche) da parte delle donne di ieri e di oggi. A rappresentanza delle arti letterarie odierne, Matteo Porru ha selezionato sei autrici: Claudia Desogus, scrittrice della raccolta di racconti folkloristici “Il viaggio incantato”, risultata vincitrice del Premio Letterario Nabokov (sezione kids); Chiara Miscali, semifinalista al Premio Campiello Giovani con un racconto giallo dal titolo “Pettegolezzi assassini”; Cecilia Parodi, autrice del romanzo “La luce bianca del mattino”; Alice Scalas Bianco, finalista del Premio Campiello Giovani con il racconto “Ritratto di Parigi” e Daniela Piras, scrittrice e giornalista, che ha parlato del suo ultimo romanzo “Un modo semplice” e della sua attività giornalistica. Sesta invitata al dibattito era Alessandra Sorcinelli, poetessa e scrittrice, che purtroppo non ha potuto partecipare per problemi personali.
Esistono ancora oggi le barriere che hanno impedito, nei tempi passati, alle donne di accedere al mondo del sapere, tipicamente abitato dal sesso maschile? Cosa è rimasto dell’importanza legata all’istruzione femminile? Oggi, le donne, hanno più possibilità di scelta? E come le sfruttano, per realizzare i propri obiettivi? Esiste una letteratura che si può definire propriamente femminile? Questi alcuni degli interrogativi che hanno dato spunto alle discussioni. Il panorama delle ospiti era variegato – ottima intuizione di Porru – sia per età che per stile, e questo ha permesso che l’incontro fosse ricco di sfaccettature. Le due autrici più giovani, Chiara e Alice, hanno dato prova di grande determinatezza, articolando in maniera esaustiva la loro visione della letteratura e dell’arte. Le possibilità, oggi, sono molteplici, tanto che “è difficile districarsi nella scelta degli studi da seguire”, come ha affermato la diciassettenne Chiara Miscali. Alice Scalas Bianco ha fatto emergere una forte personalità e un prospetto lucido della realtà narrativa: “La letteratura è una e basta. Non esiste una letteratura femminile in contrapposizione a una maschile. Si tratta di arte, di creazioni personali”.
Il libro di Cecilia Parodi parla di sofferenza, di Sardegna, di dolore. Sono temi che non passano mai di moda, come dimostra anche la scelta dei romanzi candidati al Premio Strega di quest’anno, e che possono essere raccontati in un milione di modi diversi. Del resto, se un romanzo non parlasse di amore, morte, sofferenza e gioie, di cos’altro dovrebbe parlare? Claudia Desogus ha scelto invece di raccontare e di tenere testimonianza delle leggende nostrane, “perché come sardi abbiamo il dovere di far conoscere e conservare il nostro sapere”. Daniela Piras parla di sentimenti che si tramutano in ossessioni, indagando la psicologia dei protagonisti del suo romanzo, ambientato in una città simbolo del giornalismo italiano, Urbino. Il dibattito che è nato è una conferma del fatto che la letteratura di genere sia molto difficile da classificare, poiché i temi trattati nelle arti letterarie riguardano non le donne e gli uomini, ma argomenti universali. Uno spazio è stato inoltre dato a ciascuna per parlare dei propri racconti e dei propri romanzi.
Una dimostrazione di quanto sia vario – ed interessante – il panorama narrativo odierno, e di come gli strumenti di comunicazione attuali, quali i social network, possano venire incontro a chi voglia far conoscere le proprie pubblicazioni e le proprie idee.
Ciò che è emerso è che essere donna, oggi, non vuol dire certo essere relegata al ruolo di casalinga, moglie e madre. E se è vero, come sostiene Edith Bruck (vincitrice, a 90 anni, del Premio Strega Giovani) che un libro è come un figlio – altro spunto di discussione – è vero che il rapporto tra madre e figlio non è mai uguale, e che si evolve. Altro concetto chiave che è venuto fuori dalla discussione è che stereotipi e luoghi comuni vengono abbandonati, nella letteratura di oggi, a favore di un’impronta e di uno stile personale. L’incontro, della durata di un’ora e venti circa, è stato condotto da Matteo Porru con la professionalità e la simpatia che lo caratterizzano e che lo fanno amare, indistintamente, sia dai giovanissimi esordienti che dai detentori del sapere più navigati, in Sardegna e non solo.
L’appuntamento con il primo incontro della seconda edizione di “Torre delle Storie” è per il 2 agosto con Francesco Abate, Carlo Augusto Melis Costa e Nicolò Migheli al Sagittario di Torre delle Stelle. Gli appuntamenti, tutti con inizio alle 21:00, si svolgeranno nel rispetto delle normative anti-covid in vigore.