“La figlia della lupa”, l’attesissimo romanzo d’esordio di Barbara Aversa

Un delicato e potente thriller che vede come protagoniste le donne e la loro femminilità

Avete mai pensato fin dove può spingerci l’odio?

È una delle domande che mi sono posta mentre leggevo il romanzo d’esordio di Barbara AversaLa figlia della lupa”, pubblicato da D editore.

“La figlia della lupa” è un romanzo corale, infatti, sono le cinque protagoniste a parlare in prima persona, anche se Liliana potrebbe sembrare un personaggio marginale ha però determinato l’evolversi di questa storia.

Il primo aspetto che voglio evidenziare è la storia di un’amicizia speciale, di quelle che nulla può distruggere neanche la distanza, o la morte, è un incontro di anime gemelle, perché l’amicizia è questo: un rapporto d’amore.

Catalogarlo nel genere noir è riduttivo perché in realtà è molto di più, è un thriller delicato e potente, in cui sono le donne e la loro femminilità a essere le protagoniste, “La figlia della lupa” è un intreccio di storie, amiche madri, sorelle.

Come sempre vi suggerisco un brano musicale per accompagnare la lettura: “Born to die” di Lana Del Rey, mi sembra molto azzeccato.

Una sola è La figlia della lupa, ma in fondo lo siamo tutte.

Il racconto è ambientato in due epoche diverse, e trovo molto interessante questo aspetto; si viene riportati indietro nel tempo in un periodo che noi giovani non abbiamo vissuto ma che ci è stato raccontato dai nostri nonni e dalle nostre mamme.

Il mio personaggio preferito è Giuditta, mi ricorda così tanto mia nonna Giuseppina; decisa, forte e incredibilmente coraggiosa, Giuditta si piega ma non si spezza neanche di fronte alle difficoltà, le ristrettezze o la povertà, lei è sempre dignitosa oltre che bellissima e per questo invidiata da tutti, e ha un dono tra le mani che le darà l’indipendenza, ma il prezzo da pagare sarà pesantissimo.

Scoprirà cosa vuol dire l’amore, ma anche in quel caso il destino o forse il maligno si metterà di mezzo, non voglio svelarvi troppo di questa storia, ma vi presento anche le altre protagoniste.

Eva è bella, giovane con un passato difficile. Lei è la migliore amica di Luen e il loro legame è così speciale, inscindibile che neanche i segreti lo cambieranno. Una per l’altra, sempre.

Luen è una splendida ragazza, fa la giornalista freelance ed è sposata con Lorenzo e forse a volte non sa bene come gestire la sua vita, ma sebbene sia complicata è leale e coraggiosa. Niente può fermarla per scoprire la verità.

Maggie invece è una mamma, moglie e casalinga, fin da piccola sognava di avere dei bambini ma adesso è sola, presa e divorata dal suo quotidiano che risucchia tutte le sue energie.

Liliana è un personaggio ambiguo, l’ho detestata subito, l’autrice ha reso così bene le sue caratteristiche che mi sembrava di conoscerla, quelle persone che sembrano remissive ma in realtà muovono i fili dietro le quinte.

E poi c’è lui Emilio, un bravo ragazzo innamorato ma figlio della sua epoca, per questo non riesce a contrastare il volere della sua matrigna.

La narrazione è fluida, scorrevole e le pagine scivolano via velocemente; Barbara scrive in modo sublime, il suo è uno stile ricercato ma semplice, ho apprezzato i dialoghi tra i personaggi perché sono verosimili, ma anche le descrizioni riescono a immergerti in quei luoghi, i personaggi sono ben caratterizzati, ciascuno con mille sfaccettature, la suspense è uno degli ingredienti che caratterizza il romanzo, e il corso degli avvenimenti tiene dall’inizio alla fine.

È una bella storia che mi ha fatto ricordare un film visto anni fa “L’albero di Antonia” un racconto completamente diverso ma dalle tinte rosa.

Questa lettura si classifica al primo posto tra le mie letture noir del 2022, lo consiglio a tutti coloro che amano il genere ma anche a quelli che apprezzano le storie al femminile, inoltre non ci sono descrizioni particolarmente cruente, ve lo dice una persona molto suggestionabile.

Ho avuto modo di parlare con Barbara a cui auguro buona fortuna per il suo romanzo e se siete curiosi di seguito c’è una breve intervista all’autrice.

Buona lettura
Aurora Redville

Che lavoro fai?
Sono insegnante di scuola secondaria superiore. Sono abilitata all’insegnamento delle scienze umane, della filosofia e del sostegno. Amo moltissimo il mestiere di docente.

Quando è nata la passione per la scrittura?
Ho sempre amato scrivere. Ho iniziato giovanissima, durante i primi anni del liceo. Ho sempre letto tantissimo e scrivere mi è venuto praticamente spontaneo. Ho partecipato a dei concorsi letterari e ne ho vinto uno qualche anno fa. Scrivo tutt’ora storie noir e thriller per diverse riviste. Per tanti anni ho fatto la giornalista per una testata locale, e attualmente sono amministratrice della pagina Missparklingbooks che raccoglie le mie recensioni, le letture, i miei articoli e la mia passione per Roma. 

Com’è nata l’ispirazione per questo romanzo? E ci sono tratti autobiografici in questa storia?
L’ispirazione è nata durante una lunghissima passeggiata a Santa Marinella, sul litorale romano. Camminando mi è venuta in mente questa storia ma in realtà ho pensato soprattutto al finale. Dalla fine ho iniziato ad incastrare le varie vite dei protagonisti.
Da sempre ho amato i thriller nordici e quindi mi è venuto piuttosto spontaneo pensare a dei POV (point of view n.d.r.) differenti.

Che messaggio volevi trasmettere?
Non ho mai avuto l’idea di lasciare un messaggio. È tutto fluito spontaneamente. Durante la stesura mi sono resa conto che toccavo tantissimi temi che nella mia vita avevano sempre avuto un enorme peso per me tra cui l’emancipazione femminile, oppure la difficoltà di una persona di trovare la propria strada, di essere accettata per ciò che è.
Lo definirei un elogio dell’imperfezione e dell’amore in tutte le sue sfaccettature.

Progetti per il futuro?
In questo momento sono molto concentrata sul mio romanzo uscito da poco… Non sto ancora pensando ad un secondo libro anche se penso che ad un certo punto per me sarà necessario farlo.
Insomma, la parola la immagino sempre al centro della mia vita perché la parola brilla ed è ciò che rende la mia esistenza piena di cose belle e da condividere.

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